Rivista Anarchica Online
Il complesso del coccodrillo
Cara e tenera Maria, la tua poesia ("A" 198, pag. 39) è bellissima. Ne avevo scritta
una "in tema" nel lontano
1990, che diceva: "...se la mela è bella, è bella perché è tonda, / come la luna,
il sole, la rosa, l'uovo e l'onda
/ in quanto all'amore lo sa fare bene / chi apprezza la vita, il mondo e le cene / "pesante" è un aggettivo
poco
gradito / ma non tocca solo a chi ha troppo appetito / il carattere "pesante" molto spesso / ce l'ha chi non fa mai
qualche eccesso" e terminava con un gioioso "vaffanculo" ai dietologi; ma la tua poesia è veramente
una perla
di delicatezza. Ma sì ! E' vero, ci sono anche delle donne che non vogliono lasciarsi ingabbiare,
restringere o
allargare. Ne ho conosciute (poche) e devo dire che questa accettazione (non nel senso di squartamento) del
corpo femminile "così com'è" (nostro e altrui) è in perfetta sintonia con l'amore per se
stesse e con la stima di
sé, cose che a noi donne generalmente scarseggiano. E questo non per far di tutte le erbe un fascio, ma
per
picchiare casomai i fasci con le erbe (possibilmente ortiche). E mi sono tornate alla mente, come dei flash,
immagini di riti a me oscuri e di cose che non avevano altro senso
se non quello dell'autodistruzione, come mia madre che passava con angoscia da una dieta a quell'altra per poi
ricominciare a mangiare, in piedi e girata di spalle per non farsi vedere da noi, e se qualcuno entrava
improvvisamente in cucina sorprendendola nell'angolo con una susina in bocca, era capace di ingoiarsela
fantozzianamente intera...o come quella tipa, secca come un chiodo, che morì per una dieta,
"disidratata" (non
l'ho letta sul giornale ma l'ho conosciuta)...o come quella ragazza sudamericana incontrata casualmente sul treno
che era venuta qui per lavorare, ma siccome si era accorta che "qui" il suo corpo non corrispondeva ai canoni
imposti dalla moda, lavorava in pratica per pagarsi il dietologo (!); come ??? "..in America latina le spagnole/si
distinguono per la loro bella mole/ sono agili e ballano con gioia/ non conoscono il silenzio, e la noia/ le
ciccione ballano come quelle magre/ alle feste paesane, alle fiere, alle sagre/ ci sono negre di più d'un
quintale/
che muovono i fianchi in un modo speciale...", (sempre la poesia che scrissi, e che non ho mai avuto il coraggio
di divulgare). Sarà un effetto del "sottosviluppo" sarà che queste donne sono "retrograde" come
dice una mia
amica a proposito delle cavernicole che non si mettono modernamente a dieta, ostentando sfacciatamente tutte
quelle cose che oggi come oggi, coi tempi che corrono, non servono più...forse, chissà,
è un fatto di tempi e non
di spazi. Sta di fatto che moltissime hanno un rapporto conflittuale col cibo, di piacere/colpa/piacere/colpa,
amano mangiare o preparare da mangiare e dopo pranzo si misurano o misurano chi sta seduto accanto a loro.
È il famoso complesso del coccodrillo, e suona in genere dopo le mangiate mega (mitico!!!). Cara
Maria, forse
hai ragione tu quando dici che un'estetica nuova non serve, dovremmo accettarci così come siamo, per
quello
che siamo, senza promuovere Crostate, pardon, Crociate, senza finanziare le Brigate AntiWeight Watchers o
chi mette le bombe caloriche sotto i cartelloni pubblicitari...E' anche vero però che c'è molto
lavoro da fare, a
partire da sé, e a tornarci senza farsi troppo male. Un abbraccio LIPIDINOSO.
Pralina (Firenze)
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