Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 199
aprile 1993


Rivista Anarchica Online

Quando una democrazia muore
di Furio Biagini

«Dunque:indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la CIA, uso illecito di enti come il SID... e magari distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori...Ecco l'elenco "morale" dei reati commessi da coloro che hanno governato l'Italia negli ultimi trent'anni, e specie negli ultimi dieci...».
Così scriveva nel 1975 Pier Paolo Pasolini sul «Corriere della Sera » ed a vent'anni di distanza questa «lettera puritana» conserva ancora oggi tutta la sua attualità. E' cronaca di questi mesi. Ministri inquisiti, parlamentari accusati di corruzione e favoreggiamento, imprenditori in manette per finanziamenti occulti, bustarelle, tangenti. Partiti e lobbies finanziarie ed industriali che si sono letteralmente mangiati una gran fetta d'Italia. Lo scandalo di regime si estende a vista d'occhio di giorno in giorno e la politica, che ci insegnavano dovesse essere governo complessivo della cosa pubblica alla luce di una particolare concezione di un bene comune, è tornata a scadere, dopo la breve estate dell'immediato dopoguerra che vide l'attiva partecipazione della grandi masse popolari e degli intellettuali alla vita del paese, nel malaffare e nella sopraffazione.
Per anni tutti hanno saputo che ai vertici delle istituzioni stavano dei ladri, ma tutti hanno fatto finta di non vedere. Adesso all'improvviso, la gente, i cittadini, di ogni ceto e di ogni età, sdegnati ed arrabbiati scoprono che il regime è corrotto ed applaudono i giudici che con le loro inchieste hanno «scoperchiato»il marciume nazionale. La magistratura e le forze dell'ordine vengono così contrapposte alla corrotta società politica, e novelli paladini, assurgono a salvatori dello Stato rivelando un potere improvvisamente privo di contrappeso.
Ci si dimentica che fino ad ieri quegli stessi giudici hanno mandato assolti mafiosi, coperto le stragi di Stato, protetto i potenti e i loro servi. In tutti gli altri paesi europei, dalla Spagna alla Francia, dalla Germania all'Inghilterra, ma pure negli Stati Uniti e nel Giappone, si scopre la stessa corruzione del sistema politico e l'intreccio perverso tra politica e affari.
Anche se la decomposizione del nostro sistema politico resta insuperabile, tutto questo è il segno che la crisi della democrazia rappresentativa non è solo un fenomeno italiano. La situazione non invita all'ottimismo, e allo stato attuale delle cose si può solo prevedere che la sfiducia nelle istituzioni generata dal degrado della politica spingerà la società civile alla ricerca di capi «incorruttibili» e «virtuosi» (Bossi o Fini?).
La crisi è sicuramente grave e la democrazia malata come non lo era mai stata al tempo del fascismo.
Il problema di una democrazia che muore riguarda anche gli anarchici, e tutti colori per i quali giustizia e libertà non sono solo vuote parole, perché se muore schiacciata da chi la nega non avremo altro che leggi liberticide o nel peggiore dei casi i campi di concentramento. La sinistra tradizionale, al pari della destra, affonda nell'affarismo e la corruzione rinnegandosi e mutando geneticamente.
La vecchia sinistra è finita, tuttavia i valori che ispirava sono ancora vitalissimi nel tessuto civile del paese.
Sarebbe nostro compito risvegliare questa sinistra diffusa e sommersa, minoritaria certamente, ma convinta della necessità di una rivoluzione etica per costruire un futuro nuovo. Ciò significa semplicemente che dobbiamo riaffermare quei valori del socialismo e dell'anarchismo che sono permanenti: fraternità, eticità di tutto il dominio dell'attività umana, affermazione della superiorità dell'individuo su tutti i meccanismi economici e sociali che l'opprimono.
Solo basandosi su questi valori si può costruire una società più giusta, un nuovo tipo di convivenza tra gli uomini.