Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 198
marzo 1993


Rivista Anarchica Online

Che fare con la Lega?

La Lega Nord, già Lega Lombarda, è stata dapprima guardata con sufficienza dai partiti tradizionali, poi è stata criminalizzala, ed ora... beh, ci si può parlare. Magari anche darle un appoggio "tecnico" per fare una giunta in quei comuni lombardi dove la Lega ha avuto più di un terzo dei voti alle ultime elezioni. L'atteggiamento della politica partitica ha cambiato parzialmente di segno ed è diventata un po' più morbida per cercare di recuperare la Lega al gioco delle schermaglie politiche tradizionali; e magari anche per aprirsi qualche prospettiva futura in una situazione che presenta molte incertezze e chiari sintomi che un'epoca politica si sta avviando a chiudersi definitivamente.
Gli anarchici invece restano perlomeno diffidenti quando non taglienti e sbrigativi nel definire la Lega: "razzisti". Punto e basta.
Vale la pena di spendere qualche parola nel merito e cercare di capire; per poterlo fare non si può mai essere sbrigativi. Le elezioni come strumento di sovranità popolare continuano (giustamente) a non convincere gli anarchici, ma non si può negare che siano il più preciso ed esteso sondaggio di opinione che si possa fare; almeno finché c'è il sistema proporzionale. Il fenomeno Lega c'è, non è passeggero, interessa un'area economicamente centrale e quindi non possiamo far finta che non esista o che non ci riguardi.
Punto primo: la Lega ha seguito un po' in tutte le classi sociali ed è utile perché ha stanato opinioni ed atteggiamenti individuali che prima vivevano all'ombra degli ideali sbandierati dai partiti; come collocazione il voto leghista sembra uscire principalmente dalla Democrazia Cristiana, ma nessuno dei partiti numericamente più consistenti ne è uscito indenne. Inoltre ha colpito i partiti nella cosa cui tenevano di più: la sedia; perdere consiglieri e deputati rende più difficile il controllo delle leve del potere ed io non credo che sia casuale che "tangentopoli" salti fuori solo ora. Non è direttamente merito della Lega, ma il clima sociale al nord è certamente cambiato negli ultimi anni.
Punto secondo: la Lega è razzista? Non propriamente. Le proposte politiche leghiste sono in realtà generiche, o semplicistiche, a volte un po' rozze, nella sostanza tendono a solleticare i desideri più opportunistici ed individualistici delle persone; solo qualche esponente leghista fa affermazioni di tipo razzista, ma più per pochezza che per un disegno teorico. Non per questo sono meno pericolosi, nel senso che il leghismo ha consentito di contrabbandare per discorso politico "accettabile" una serie di affermazioni xenofobe, discriminatorie e violente che un tempo non si osava pronunciare. Una fetta degli "italiani, brava gente", però, la pensa così ed è meglio saperlo chiaramente piuttosto che credere ancora che abbia largo seguito il solidarismo cattolico o l'internazionalismo proletario.
Punto terzo: un merito ce l'ha. Il federalismo della Lega non è assolutamente quello degli anarchici, né mai lo sarà, ed è impossibile (o piuttosto, sbagliata) una qualsiasi alleanza su questo terreno. Detto questo, però, non si può negare che se in Italia si parla con una certa concretezza di uno stato federale questo avviene perché è un obiettivo primario della Lega ed è un obiettivo che fa concretamente paura a molti poteri tradizionali. Sembrava un discorso chiuso ed invece qualche spiraglio anche per le posizioni libertarie si è aperto. Chi non ricorda gli sguardi di divertita sufficienza quando gli anarchici parlavano di federalismo? Ora, anzi, c'è quasi interesse diffuso per la cosa e vale la pena di mettere i puntini sulle i e ricordare a tutti che il federalismo non l'ha inventato la Lega, ma che fa parte del patrimonio storico europeo da circa duecento anni.
Il fenomeno Lega è spuntato in modo imprevedibile ed è difficile anche prevedere che esiti ci potranno essere dalla sua azione politica, che comincia ora, al nord, ad avere una qualche concretezza. E' un fenomeno che può essere pericoloso nei suoi risvolti sociali e quindi dobbiamo seguirlo con attenzione per poter cercare di contrastarlo ove ce ne fosse bisogno.
Nello stesso tempo ha una forza di pressione di massa che gli anarchici difficilmente possono sperare di avere di questi tempi e se lo stato italiano arrivasse a dargli una qualche forma di decentramento reale (regionalismo, più poteri a provincie e comuni, ecc.), potrebbero aprirsi spazi di azione più ampi anche per i libertari o almeno creare delle condizioni perché in un futuro non lontano si possa ottenere di più. Che ci piaccia o meno, una bella fetta della gente è leghista e limitarci a frequentare solo quelli del nostro giro trinciando giudizi sbagliati non ci aiuta nell'azione politica. È una fase politica questa in cui c'è spazio per ribadire le posizioni dei libertari, ma per poterlo fare ci vuole anche una presenza più attiva in movimenti (tipo i verdi per fare un esempio) che se anche hanno obiettivi limitati o poco "politici", a volte, quantomeno possono servire da veicolo per idee nostre. Bisogna accettare di "sporcarsi le mani"; fino a che punto è libera scelta individuale.

Fabrizio Eva
(Milano)