Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 23 nr. 198
marzo 1993


Rivista Anarchica Online

Autoritario/libertario

Vorrei cercare di dare forma alle considerazioni su Destra/Sinistra che da tempo mi frullano per la testa chiarendo che non è mia intenzione affermare alcunché, ma solo contribuire al dibattito che si va diffondendo, non solo sulla rivista, ma un po' in tutta la società più attenta. Sinistra/Destra sono dei codici come tanti altri che l'uomo utilizza per comunicare con i propri simili ed evitarsi continue lunghe precisazioni.
Sono una sorta di contenitori di significati sintetizzati in una parola che ogni volta li richiama tutti. Come tutti i codici, hanno validità solo se migliorano la comprensione di ciò che vogliono comunicare, se cioè sono facilmente decifrabili dai nostri interlocutori. L'uomo è in continua evoluzione e il linguaggio con lui, a volte i codici mantengono nel tempo la loro validità e altre no, oppure questo può accadere parzialmente: per un gruppo sociale o per una zona geografica, ma può anche essere il codice stesso a risignificarsi.
Alle origini Sinistra connotava progresso sociale in direzione di libertà, uguaglianza e fratellanza che erano gli ideali della rivoluzione francese da cui nascono i termini Destra e Sinistra che giungono fino a noi e in questi termini è rimasto corrispondente all'immaginario e al sistema di valori anarchico almeno fino alla Ia Internazionale. E' qui, (simbolicamente), che le cose si complicano non poco. Al suo interno si trovano (volendo sintetizzare), due correnti: la prima, guidata da Marx, mira alla conquista dello stato, alla centralizzazione del potere e alla statalizzazione dei mezzi di produzione mediante pratiche autoritarie, per giungere solo in un secondo tempo all'eliminazione dello stato; la seconda corrente, sostenuta da Bakunin, non poteva condividere tutto ciò essendo propugnatrice di pratiche libertarie per sostituire lo stato con libere federazioni nelle quali i lavoratori avrebbero avuto il controllo diretto dei mezzi di produzione. Abbiamo quindi una spaccatura della Sinistra tra Libertari ed Autoritari che pur mirando a finalità similari, differiscono largamente nel come raggiungerle, infatti per gli Anarchici il fine NON giustifica i mezzi, cosa comunemente accettata dai comunisti autoritari.
Dal 1872, anno della frattura al congresso dell'Aia, è successo tutto quello che noi sappiamo: il movimento anarchico, nonostante una larga diffusione fino ai primi decenni del '900 non è riuscito a concretizzare diffuse forme di autogestione tranne che per la breve esperienza spagnola, diminuendo via via la sua diffusione nel corpo sociale e ora, pur non avendo perso nulla della sua validità teorica, è momentaneamente lontano dal gioco politico. Storia ben diversa quella occorsa al comunismo autoritario che ha assunto sempre maggior peso nella società cogliendo l'obiettivo rivoluzionario in Unione Sovietica e in numerose altre nazioni, contando comunque numerose forze politiche anche non strettamente rivoluzionarie in tutto il mondo e diventando addirittura, fino a pochi anni fa, uno dei due sistemi economico/sociali a dividersi il dominio del mondo, poi il suo crollo che è storia d'oggi.
Ma torniamo ai nostri codici Destra/Sinistra e in particolare pensiamo al processo di risignificazione che ha subito il contenitore Sinistra dal 1789 anno della rivoluzione francese fino ai giorni nostri. Il comunismo sia nelle sue forme autoritarie che in quelle parlamentari/riformiste ha praticamente monopolizzato questo termine diventandone finanche sinonimo, ma gli anarchici non appartengono a questo passato e anzi, lo hanno sempre combattuto.
Dice Noam Chomsky: "...se Sinistra è quel segmento di opinione che si preoccupa di ottenere più libertà, più giustizia, più democrazia, uguaglianza e controllo popolare sugli affari pubblici allora è più forte che mai (...) ma siccome i termini sono stati privati del loro significato, ecco che Sinistra difficilmente può essere usato per quei concetti".
Chomsky si definisce Socialista Libertario ed è una definizione in cui molti anarchici si possono riconoscere, ma non dobbiamo dimenticare che l'anarchismo non prescrive UNA dottrina economica ma, connotandosi come un sistema di valori basato sulla libertà (indissolubilmente legata ad uguaglianza, solidarietà e differenza), permette di scegliere il sistema economico che in quel dato periodo storico, latitudine geografica e situazione sociale meglio incarna i propri valori e le aspirazioni della gente. In conclusione io preferisco definirmi Libertario (oltre che Anarchico), in antitesi ad Autoritario. Sono questi i codici che sostituisco a Sinistra/Destra e che uso per interpretare il mondo e scegliere come e con chi rapportarmi. Non l'assolutizzazione di un programma economico, ma un sistema di valori e la coerenza mezzi/fini credo debbano essere i riferimenti nella ricerca del progresso sociale.

Fabrizio Villa
(Milano)