Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 194
ottobre 1992


Rivista Anarchica Online

La verità di Craxi
di Maddalena Sternai / Mauro Decortes

Intervista a Pietro Valpreda

Dopo 23 anni Bettino ci svela finalmente la verità sulla bomba in Piazza Fontana: sono stati gli anarchici.
Avrebbe potuto essere il titolo di "Cuore" ma, purtroppo" è stato "bruciato" dai quotidiani di fine settembre che hanno scrupolosamente riportato le fantasiose e un po' alcoliche dichiarazioni dell'onorevole segretario del PSI Bettino Craxi.
Di fronte ad una platea internazionale, come quella del congresso dell'internazionale socialista a Berlino, Craxi svela infatti di aver scoperto, quando si trovava in uno dei gangli vitali dello stato italiano, la presidenza del consiglio, le verità su Piazza Fontana e cioè che la bomba sarebbe stata messa dagli anarchici (lasciando sottintendere nella persona di Valpreda), con l'intenzione di compiere un atto dimostrativo. Gli stessi sarebbero stati manovrati da servizi segreti deviati legati alla Nato, e Pinelli, brava persona ma un po' sbadato che si occupava del piano logistico ma non controllava l'orario di chiusura della banca, si sarebbe suicidato per il rimorso.
Bravo Craxi! E' riuscito a mettere insieme un po' di "devianza" di destra, un po' di sinistra unite alla solita dose di ipocrita "Pinellí brava persona". Ma quali i motivi della sua dichiarazione, al di là del vino del Reno dietro al quale Craxi cerca di nascondersi smentendo ma solo parzialmente ("talvolta la fantapolitica aiuta a capire la verità") le sue dichiarazioni?
La considerazione immediata su quelle farneticanti accuse - risponde Pietro Valpreda - non sostenute da alcuna prova (processi, controinformazioni le hanno dimostrate assurde) è che l'onorevole Bettino Craxi, non preoccupandosi di assassinare per la seconda volta Pinelli, voglia colpire indirettamente il giudice Gerardo D'Ambrosio.
D'Ambrosio
- prosegue Valpreda - fu infatti colui che riuscì ad archiviare l'istruttoria sull'oscura morte di Pinelli con l'assurda sentenza di "malore attivo", e che, guarda caso, oggi è tra gli inquirenti dell'inchiesta "mani pulite". Craxi definendolo quindi "comunista" e con "tesi preconcette" riguardo alla morte di Pinelli cerca di gettare discredito su di lui. In secondo luogo vedo dietro questo "scoop" - dice Valpreda - un chiaro messaggio trasversale lanciato ad alcuni uomini di potere da parte di Craxi in un momento per lui tanto precario; come a dire: durante la mia presidenza del consiglio io ho letto tutti i dossier sui servizi segreti, so dunque al servizio di chi erano e chi li manovrava, quindi se affondo "vi" trascino con me.
Ecco perché Craxi rispolvera una tesi cavallo di battaglia delle forze più reazionarie e contraddice le posizioni abbracciate all'indomani della strage dal suo stesso partito, il quale, come gli anarchici e la sinistra extra parlamentare e non, affermava le verità che fecero subito parte della coscienza popolare e dell'immaginario collettivo e divennero pietra miliare: Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di stato.
Oggi che tutto ciò non è più radicato nelle coscienze, individui bruciati come Craxi o squallidi come Pisanò, ex senatore dell'MSI, possono addirittura permettersi di riscrivere la storia.
Ma sta a noi, in quanto anarchici - interviene Valpreda - non permettere l'affossamento della verità storica, l'affossamento del sogno, da parte di politicanti, ma portare avanti l'ideale nel buio del potere.
Valpreda, di fronte ai titoli di giornale, torna a ricordare i sogni di allora, l'utopia vissuta coi compagni immerso in un immaginario totalizzante, il vivere giorno per giorno tutto pur con le sue contraddizioni, ma quel pezzo di giornale datato '92 gli ricorda anche l'impotenza di oggi.
Con le accuse che vogliono farlo tornare "il mostro" ricorda non solo la spontaneità collettiva ma anche il dolore personale e delle centinaia di altri che sono morti o sono in carcere.
Rammenta quando nel febbraio del '70 portato in cella con un romano ed un compagno di Rimini, dopo due mesi di isolamento, lesse sui quotidiani in prima pagina: "Incriminate le donne di Valpreda: madre, sorella, nonna, zia denunciate per falsa testimonianza"; i compagni di cella lo trattennero per impedirgli di abbandonarsi all'ira e allo sconforto. Questo fu uno dei momenti più tragici vissuti - dice Valpreda - più di quando Occorsio mi disse: "Noi le contestiamo quattordici morti e centoventi feriti", là era un dolore individuale, il più grande vista anche la fragilità psicofisica del momento. Torna parte della rabbia di allora e Valpreda sbotta: ma come si permette Martelli ora di parlare di "manette facili" e "carcere preventivo" quando allora c'è stato chi è "marcito" in carcere per essere poi riconosciuto innocente? Solo oggi scoprono la magistratura repressiva?
Parlare di tutto ciò potrebbe sembrare studio della preistoria ma invece è necessario, non per commemorare, le commemorazioni non ci interessano, ma perché per andare avanti e capire il futuro è necessario non dimenticare il passato.



LA SPAZZATURA DI BETTINO
In relazione alle dichiarazioni di Bettino Craxi sulla colpevolezza degli anarchici per la strage di Piazza Fontana, gli anarchici che si riconoscono nelle sotto elencate iniziative milanesi si limitano a sottolineare che:
1) La strage del 12 dicembre 1969 è ormai da lungo tempo - e per sempre - passata alla storia come "la strage di stato" per antonomasia. Sentenze giudiziarie, inchieste giornalistiche, ecc. hanno confermato quanto gli anarchici milanesi hanno affermato nel corso di una conferenza stampa tenuta il 17 dicembre 1969 al Circolo "Ponte della Ghisolfa" e quanto comunque ormai fa parte della coscienza civile del nostro Paese: e cioè che Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di Stato.
2) E' in atto da tempo un tentativo da parte del blocco conservtore-reazionario di riscrivere in generale la storia dell'ultimo quarto di secolo, ed in particolare delle tragiche vicende del dicembre '69. Ultimo, in ordine di tempo, il falso "scoop" del giornale L'indipendente del 29 maggio scorso, che spiegò perché...Pinelli si era ucciso. Craxi, che di quel blocco conservtore-reazionario si conferma un leader, rimescola la stessa spazzatura.
3) Nel momento in cui il suo partito si conferma il partito del Malaffare per eccellenza, Craxi si serve di questa spazatura per la sua polemica con i magistrati che indagano su Tangentopoli.

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Milano, 17 settembre 1992