Rivista Anarchica Online
Lo scoop e il bluff
a cura della Redazione
Il 29 maggio scorso il quotidiano L'Indipendente sceglieva di relegare di spalla
gli avvenimenti della guerra in
Jugoslavia, sotto un titolo peraltro bello, "uccisi dall'indifferenza". L'apertura del quotidiano era invece dedicata
a un tema a noi assai caro, la morte in questura di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, fermato senza prove
per l'assurda accusa di essere coinvolto nella strage di piazza Fontana a Milano. Quella morte, per gli anarchici
e le forze progressiste, era stata subito identificata come omicidio, sia per la dinamica dei fatti sia perché
Pinelli
come innocente, non aveva nessuna ragione di togliersi la vita. La questura e gli organi di stampa con
pochissime eccezioni sostennero negli anni la versione del suicidio, fino a quando una sentenza assai discutibile
chiuse la vicenda asserendo che la morte di Pinelli era dovuta a malore. Il quotidiano in questione invece apriva
con un titolo pieno di promesse "Caso Pinelli: ecco la verità", "verità" secondo la quale Pinelli
si sarebbe ucciso
perché, dopo una confidenza al Commissario Calabresi che lo interrogava, relativa a presunti progetti
dinamitardi degli anarchici di Roma, non avrebbe retto alla vergogna di essersi trasformato in involontario
delatore togliendosi per questo la vita. L'Indipendente ha quindi tentato nello stesso tempo di intorbidire le
acque sulla figura di Pino Pinelli e di riproporre la pista anarchica negli attentati del 1969 che aprirono la strada
alla strategia della tensione. Lo scoop dell'Indipendente si è rivelato solo una rimasticatura di
vecchie tesi, a noi rimane il disgusto per
l'"indifferenza" con la quale certa stampa si accosta a vicende di tale gravità, senza rispetto né
per Pino Pinelli,
vittima di una macchinazione infame, né per le altre vittime della strage di Milano, per le quali nessuno
ancora
ha pagato, che vengono nuovamente vilipese da certe cosiddette "verità".
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