Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 190
aprile 1992


Rivista Anarchica Online

Smettiamola di fare i puri

Cari compagni, mi permetto due osservazioni su altrettanti temi di feroce attualità che spesso vedo commentare su "A".
Pensate a questa vignetta: in primo piano la bara di Marx, che viene deposta da zelanti becchini in tutina di Armani. A fianco si erge la figura scura di un vecchio, vecchissimo, col dito puntato verso la tomba e un sorriso appena percettibile nell'espressione accigliata. E' il Bakunin che, fiero e tremebondo si prende la rivincita sulla storia. Dietro, sullo sfondo, seduto comodamente sul cofano di una Mercedes sta un signore grassoccio con giacca, dollari in tasca e jeans Levi's, si sganascia dalle risate e applaude a questo teatrino.
E' humour nero, lo so bene. Ma troppo spesso mi vengono in mente immagini come questa quando penso insieme alla scena politica, alle idiozie che i pubblici mentitori trasmettono sui mass-media e alle risposte, commenti e battute di parte anarchica.
Guardiamoci negli occhi. La situazione internazionale è punto rosea: il crollo per deficit dei regimi sovietici è certamente una buona cosa tutto sommato, ma, per favore, non uniamoci al coro di "W la morte del Comunismo" perché, a parte la cattiva fede di quelli che oggi dicono questo e quindi il disgusto per tale compagnia, si sa che la catena di uguaglianze continua sfortunatamente con "W la morte del Socialismo", "W la morte dell'Utopia, di ogni utopia".
Ma altri prima di me e meglio di me sono intervenuti su questa rivista per fare presente questo pericolo e quindi taglierò corto. Ci sono le elezioni. Non mi dichiaro anarchico (in questa sede) e non voglio insegnare niente a nessuno scrivendo da questo pulpito.
Astensione si dice, certo, astensione. Ma con cautela. In Inghilterra, negli USA e in altri civilissimi e democraticissimi paesi di norma vota meno del 40% degli aventi diritto. Forse che in questi paesi il governante eletto è (si sente) meno legittimato nella sua carica? No.
Un vecchio anarchico qualche giorno fa, mentre si stava prendendo una decisione per alzata di mano, sorridendo, diceva di non aver mai votato in vita sua, IN NESSUNA OCCASIONE.
Benissimo. Sono convinto che se nessuno votasse il mondo andrebbe meglio di come va ora, ovvero che la società sopravviva NONOSTANTE lo Stato e non grazie ad esso.
Ma, come disse tre anni fa qui a Milano Murray Bookchin, "smettiamola di fare i puri". Che per me vuol dire: ogni contingenza richiede analisi, giudizi e decisioni sue proprie. I grandi sistemi teorici non hanno più possibilità d'essere, come già pensavano e dicevano Adorno & compagni negli anni Trenta. Il non voto può essere un degnissimo strumento di lotta, un gesto di stizza, una dichiarazione di resa, una dimenticanza. Ma non lo considero un valore in sé. Come lo sciopero: ricordate i recenti scioperi dei tranvieri milanesi contro i marocchini?... I valori ce li figuriamo sopra le porte, poco corruttibili dal tempo. Ma gli strumenti politici sono un'altra faccenda.
Mi sembra importante, allora, cosa si fa giorno per giorno, secondo voglia e possibilità, per migliorare lo stato di cose presente, per dar vita a gruppi, strutture, informazioni che in qualche modo svuotino di significato e quindi potere gli apparati statali, gli uffici amministrativi, i monopoli industriali, la grande stampa... Fino a quando qualcosa è effettivamente importante difficilmente si riesce a convincere molta gente ad ignorarla.
Sono d'accordo, il potere corrompe sempre. E fa spavento rileggere le pagine in cui un secolo fa Kropotkin "analizza" spietatamente il sistema di rappresentanza elettorale attraverso la lente del parlamento francese. E oggi, in Italia, la "democrazia" è conciata ancora peggio. E nonostante questo sento il dovere di distinguere sempre e comunque: Orlando non è Salvo Lima. Ogni generalizzazione rischia di fare il gioco degli "altri" semplificando l'esistente (lottiamo contro ogni sorta di entropia concettuale, azzarderei se fossi un fisico).
Insomma quel che è peggio non è che si dia un voto alla Rete o a Rifondazione, ma il fatto che il voto e per estensione i governanti contino così tanto per la nostra vita, ne determinino in gran parte l'andamento, nostro malgrado.
Ho più stima per l'agnostico che per l'ateo in cerca di proseliti: per me il problema non sta nel convincersi che Dio esista oppure no, ma nel fatto che milioni di persone sentano il bisogno di una chiesa.

Saluti libertari

Luca Bertolo
(Milano)