Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 188
febbraio 1992


Rivista Anarchica Online

Il complemento d'agente
di Carlo Oliva

Da un'analisi semantica della tanto strombazzata "governabilità" la messa a nudo dell'ipocrisia e della strumentalità del linguaggio dei politici

Il 1992, si sa, è un anno di elezioni: sono già cominciati gli attentati ai treni. I ministri democristiani affollano il primo canale RAI, gli special socialisti del delitto Tobagi ingolfano il secondo, e si è già cominciato, da un po', a parlare di governabilità. E' in nome della governabilità, a quanto mi è sembrato di capire, che è caduta la giunta rossoverdegrigia (...) al Comune di Milano, e che nelle complesse trattative che ne sono seguite fior di gentiluomini si sono dichiarati disposti ad assumere l'onere di uno o più assessorati e, se del caso, della poltrona di primo cittadino, anche a costo di cambiare partito. Non voglio atteggiarmi a facile profeta, ma ho il sospetto che di governabilità sentiremo parlare per un bel pezzo.
Sta diventando l'argomento principe della politica italiana, la mossa argomentativa suprema che gioca chiunque intende motivare la propria partecipazione ad un governo qualsiasi, a qualsiasi livello.
Naturalmente si capisce perché. Come argomento, quello della governabilità, ha il non disprezzabile vantaggio di non poter essere contestato a posteriori. Se uno dice, per esempio, di voler andare al governo per fare questa o quella riforma, o per trasformare completamente la struttura sociale ed economica del paese, c'è sempre il rischio, qualche tempo dopo, che gli si obietti che quella riforma non l'ha fatta e che la struttura economica e sociale del paese è sempre la stessa. È vero che in Italia probabilmente, continuerebbero a votarlo, ma non si sa mai.
Se invece dice che ci va per assicurare la governabilità, non ci piove. Finché c'è un governo qualsiasi, anche il più magro, misero e malnutrito, la governabilità è assicurata per definizione. L'argomento ha una sua bellezza formale, una specie di simmetria astratta e auto-referenziale che non ammette repliche o perplessità.

Infido passivo
Tuttavia, ho come l'impressione che nell'uso politico dell'espressione ci sia qualcosina di più. Da un punto di vista strettamente semantico, "governabilità" è un termine che non pone problemi. Come tutti i sostantivi derivati dagli aggettivi verbali in -ibile, indica, per così dire, una certa disposizione potenziale passiva, la non opposizione a subire un'azione altrui. Se vi interessa un'analisi più precisa, ne potrete trovare una, in termini di operazioni mentali, a pagina 73/74 dell'Analisi dei significati di Giuseppe Vaccarino (è uscito da Armando nel 1981, ma oggi non è facilissimo trovarlo in libreria), ma, detto così tra noi, è evidente che la governabilità esprime una qualche potenzialità ad essere governato, così come la visibilità indica quella ad essere visto (non importa se per mancanza di nebbia o di altre condizioni impedienti) e la mangiabilità quella ad essere mangiato. E non c'è dubbio che per garantire la mangiabilità di una mela, non c'è modo migliore che quello di mangiarla, che è appunto quello che si propongono di fare gli aspiranti governanti e assessori per garantire la governabilità della città e del paese.
Ci troviamo, però, alle prese con una categoria semanticamente infida: quella di passivo. Il passivo, nelle lingue indoeuropee, è una gran brutta bestia.

Un anno durissimo
Trasforma, formalmente, l'oggetto in soggetto, ma questo non significa che ad essere trasformata sia l'azione stessa, anche se può darne l'impressione. Ma è solo un'impressione, appunto. A scuola, ci hanno insegnato che nella proposizione "la mela è mangiata dall'assessore" il soggetto è "la mela" e "l'assessore" è un innocuo complemento di agente, e va be': non servono degli sforzi particolari per ricordare che a mangiare è sempre l'assessore, e la mela, magari, preferirebbe applicare in altro modo la sua soggettività. In altre situazioni, la nostra interpretazione è più ambigua, specie se il complemento d'agente non viene specificato. "Dopo quella triste esperienza, il paese era distrutto". Peccato: ma a chi verrebbe in mente che a distruggerlo potrebbero essere stati uno o più individui, con nome e cognome? "La svalutazione della lira ha gettato il mercato nel panico". Già, ma anche "svalutazione della lira" è un'espressione passiva (un esempio di quello che al ginnasio una volta si chiamava il "genitivo oggettivo"), il che vuol dire che, nell'esempio, la lira è stata svalutata da qualcuno, che presumibilmente non è caduto nel panico come il mercato. In questi casi, però, al complemento agente non pensiamo quasi mai. Così, se ci parlano di governabilità, tendiamo a considerarla 1'espressione del punto di vista del soggetto passivo, di chi deve essere governato. O meglio, di chi "può" essere governato, perché si sa che negli aggettivi verbali in -ibile e derivati non c'è nessuna sfumatura di prescrittività, (dire che una mela può essere mangiata non implica la necessità di mangiarsela, e subito) ma la politica aborre dal vuoto, e se qualcosa può essere governato, qualcuno deve governarla. Che è appunto quello che in genere intende chi parla della "necessità di assicurare la governabilità". Lui vuol dire, in sostanza, che a quella carica non ci tiene affatto, che se stesse in lui a quella poltrona non accosterebbe le chiappe neanche per scommessa, ma non ci si può fare niente: qualcuno deve ben assicurare la governabilità, no?
Nell'unico modo in cui lo si può fare: governando, appunto. Lui non vuole farlo, ma deve, e al dovere non ci si può opporre. Che è, questa trasformazione (implicita) del volere in dovere, una mossa argomentativa di antica tradizione, che permette di fare quello che si vuole negando di volerlo fare, e per di più evitando eventuali obiezioni, di tipo morale o altro (pensate, tanto per farvi l'idea, a espressioni come "devo proprio lasciarti, cara" o "devo chiederle di seguirmi in questura, signore". Per chiarezza, si può premettere la proposizione "Mi dispiace, ma").
Quanto al fatto che noi, soggetto passivo, possiamo avere qualche riserva su questa sua dedizione a garantire la governabilità, non credo sia pensiero che turbi il sonno del politico medio. Non per niente, l'altro argomento preferito di costoro è quello che lo fanno per evitare la jattura delle elezioni. Di quelle anticipate, per ora, ma da cosa, si sa, nasce cosa. Sarà un anno durissimo.