Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 187
dicembre 1991 - gennaio 1992


Rivista Anarchica Online

Un appello alla solidarietà

Il 27 gennaio a Viterbo verrà processato Peppe Sini, responsabile del "centro di ricerca per la pace" per aver scritto sul muro della caserma dei carabinieri la parola "pace" nel periodo della guerra del Golfo. E' imputato per questo di un reato per cui il codice prevede la pena da sei mesi a tre anni di reclusione. Nei mesi della guerra del Golfo, guerra di sterminio cui anche le armi italiane hanno contribuito in flagrante violazione della legalità costituzionale, Peppe Sini è stato a Viterbo uno degli animatori dell'opposizione democratica e nonviolenta alla guerra; così come da anni è un punto di riferimento nel viterbese delle iniziative e dei movimenti eco-pacifisti, di solidarietà, contro i poteri criminali. Non siamo disposti ad accettare che la sua azione pacifista venga qualificata come teppismo, così come non siamo disposti ad accettare che l'impegno contro la guerra possa essere espresso solo in articoli di giornale o in conversazioni tra amici o meditazioni nel chiuso della propria casa: a fronte dello sterminio in corso, a fronte di una guerra immorale e illegale, a fronte di una decisione governativa che infrange la stessa costituzione in uno dei suoi principi fondamentali e colloca lo stato fuori della legge, vi era e vi è il diritto e il dovere di resistere, di organizzare e manifestare l'opposizione, di denunciare e contrastare il crimine e la strage: questo Peppe Sini ha fatto, nelle forme non violente in cui gli è stato possibile.
Ci sembra pertanto che ciò che è in discussione non sia un problema personale, ma un giudizio globale sull'azione di chi alla guerra si è opposto, con giudizio sulla pace alla prova della guerra. Siamo convinti che in questo processo di ben altro crimine bisogna parlare, che non l'aver scritto la parola pace su un muro: della guerra anche dall'Italia promossa e compiuta, dello sterminio, dei crimini contro l'umanità nel Medio Oriente avvenuti; ed anche della cultura e del consenso che questa guerra e le sue atrocità hanno permesso o addirittura propugnato. Vogliamo che questo processo alla pace diventi un processo alla guerra. Che sia riconosciuto il senso e il valore dell'opposizione attiva alla guerra e alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione che la guerra ripudia.
Per questo chiediamo la vostra attenzione, la vostra solidarietà.

Centro di ricerca per la pace
via Cassia 114, 01013 Cura di Vetralla (VT)