Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 186
novembre 1991


Rivista Anarchica Online

Il linguaggio dell'insulto

Sembra che il linguaggio ingiurioso che usano, fra loro, i politici, abbia fatto scuola anche in ambienti che si dicono anarchici. Finora sono casi isolati anche se fanno un certo.. rumore.
C'è chi si diverte a scrivere nei giornali frasi oltraggiose nei confronti di compagni che hanno opinioni diverse su particolari problemi, e chi si diverte a scrivere, continuamente e ossessivamente, sconclusionate e offensive lettere o a tormentare, sempre con insulti, offese, insinuazioni, col mezzo del telefono, dei malcapitati compagni. Forse si tratta di inquietudini generazionali. Forse di un certo tipo di educazione o, se si preferisce, di maleducazione. Al limite, si potrebbe parlare di casi patologici, di paranoia, di "devianza" dal linguaggio delle persone dotate di senso di responsabilità e di "buone maniere" verso i propri simili. Forse si tratta di una di queste condizioni e, in qualche misura, di tutte quelle accennate. Con queste brevi note non si intende condannare certi comportamenti. Lungi da chi scrive assumere pose moralistiche o indossare le vesti del giudice delle azioni altrui. Ma ciò non gli impedisce di chiedere ai compagni: è anarchico il linguaggio dell'insulto? E' anarchico offendere gravemente con parole o gesti persone con le quali, per un motivo qualsiasi, non si è d'accordo?
E' anarchico accettare o tollerare comportamenti irresponsabili che non tengano in nessun conto quella norma - che dovrebbe essere comune a tutti - che si chiama rispetto della personalità e della dignità dell'uomo? La risposta - o le risposte - sono per il sottoscritto scontate ed è perfettamente inutile che ci si soffermi. L'anarchismo antepone ad ogni altra cosa il rispetto della personalità e della dignità umane: Però... però sembra che non tutti, su questa caratteristica fondamentale dell'anarchismo, siano d'accordo. E ciò, pur tenendo conto del variegato (e talvolta contraddittorio) mondo libertario, è molto grave. Lo spirito critico e la polemica fra compagni rappresentano da sempre un aspetto importante del nostro essere anarchici, cioè degli uomini liberi come noi diciamo e vogliamo essere. Ma lo spirito critico e la polemica, anche se possono assumere toni vivaci e appassionati, non possono giustificare in alcun modo l'aggressione morale, l'insulto, la denigrazione sistematica nei confronti di militanti - a qualunque orientamento filosofico si richiamino e a qualunque componente del movimento appartengano - che portano avanti, con convinzione e con passione, le loro battaglie libertarie. I compagni riflettano sulle conseguenze perniciose del linguaggio dell'insulto nei rapporti interpersonali, un linguaggio che, oltretutto, a lungo andare, potrebbe compromettere, forse irrimediabilmente, le nostre attività di propaganda e di proselitismo.

Luciano Farinelli
(Ancona)