Aurelio Chessa ha ultimato la cura degli scritti (Saggio su
di una concezione filosofica dell'anarchismo, a cura di Aurelio
Chessa per conto della "Fondazione-Archivio Famiglia
Berneri" Pistoia, pp. 94, lire 15.000) che Luigi Damiani,
(Roma, 1876-1953) produsse fra l'aprile ed il settembre del 1941 per
"l'Adunata dei Refrattari" (New York, 15 apr. 1922, 24
apr. 1971). Il saggio uscì a puntate, alcuni pezzi non
raggiunsero mai la redazione, ma il quadro che si ha dalle parti
oggi riunite ci fa cogliere appieno la chiarezza di quest'anarchico,
allora sessantacinquenne. Il suo anarchismo è cosa ben
diversa dall'essere "scuola di pensiero", è semmai
"[...] scienza della vita e per la vita". Non cade mai
nell'accettazione di un qualunque mito, o "ideale conducator",
e qui sta la sostanza del suo pensiero. "Dal giorno in cui
l'uomo si dette o riconobbe un'autorità il suo destino fu
segnato" e dal riconoscimento della medesima nasce e si
autoconferma la tirannia.
E' proprio "[...] il culto della tirannia che si deve
sradicare, altrimenti non esisterà liberazione duratura. Se
non si assale alle radici il "bisogno" di dei, stati,
miti, anche dopo un'apparente loro distruzione, rinasceranno
rinnovati e rafforzati". Damiani coglie il più serio dei
problemi che impediscono l'emancipazione dell'uomo; la riprova sta
anche nel crollo del mito marxista, o nel rinascente bisogno di
"religioni". L'accettazione popolare dell'eroe, del
rivoluzionario, del salvatore, del cristo: renderà
impraticabile ogni percorso evolutivo. Il rifondatore, il
rivoluzionario (scrive Damiani) potrà essere "[...]
generoso, eroico, disinteressato, geniale ma nondimeno un impostore
in più". Con gli pseudonimi Simplicio, Ausonio Acrate
o Gavroche, oltre che con la propria firma, dirige e/o
collabora ad una quantità di testate periodiche: "L'Avvenire
Sociale" (Messina, 1896-'98); "Il Risveglio" (S.Paolo
- Brasile, 1898-'99) ed il suppl. "Il Primo Maggio" del 1
maggio 1898; "Il Risveglio" (Ginevra, 1900-'60); "La
Canaglia" (S. Paolo, gen.-mag. 1900); "La Libera Parola"
(Rosario de Santa Fè, apr.-mag. 1900); "La Terza Roma"
(S. Paolo, n.u., 20 sett. 1901); "Il Libertario" (La
Spezia,1903-'23); "Il Libertario" (S. Paolo, 1906); "La
Battaglia" (S. Paolo, 1911-'12), "La Barricata" (S.
Paolo, 1912-'13); "Germinal" (S. Paolo, 1913); "Il
Martello, (New York, 1914-'43); "ProVittime Politiche d'Italia,
(S. Paolo, n.u., 29 luglio 1914); "La Guerra Sociale" (S.
Paolo, 1915-'17); "Guerra di classe" (Bologna-Milano,
1915-'23); "A Plebe", (S. Paolo, 1918); "Umanità
Nova" (Milano, poi Roma, 1920-'22, poi dal 1944 al 1953);
"Pagine Libertarie" (Milano, 1921-'23); "L'Adunata
dei Refrattari" (New York, 1922-'53); "Fede!, (Roma,
1923-'26); "Parole Nostre" (Roma, 1925-'26); "La
Tempra" (Parigi, 1925-'26); "Vita" (Roma, 1925),
"Germinal" (Chicago, 1926-'30), "Non Molliamo"
(Marsiglia, 1927), "La Lotta Umana" (Parigi, 1927-'29) ;
"Vogliamo!" (Biasca [Svizzera] poi Annemasse, poi Lugano,
1929-'31); "Fede" (Parigi, 1929-'31); "La Lanterna"
(Toulon, poi Marsiglia, 1932-'34); "Antistato" (Forlì,
1950-'51 ). Un'esauriente appendice alla pubblicazione, rimanda
agli scritti di Damiani che sono molteplici e che ci mostrano
appieno la versatilità e la quantità di interessi che
mantenne. Secondo il curatore, Damiani fu un eclettico, ma,
anziché un limite, si dimostra essere un amplificatore per
interpretare i fermenti, non solo politici della sua epoca. Con
"Fede!" e "Vita" di Roma, crea e mantiene
notevoli interessi artistici. Assieme alle figure più
"politiche", su queste testate, P. Flores, A. Ronco e V.
Paladini, "artisti militanti" saranno collaboratori
attenti e prolifici, conferendo, ai giornali, un respiro che
supera lo specifico della lotta politica. A chi lo accusa di ciò,
risponde che alla libertà si arriva anche attraverso
l'arte. Damiani ha diretto testate anarchiche fino alla fine dei
suoi giorni, quando era ormai praticamente cieco. Dopo la morte -
dice Chessa - "[...] si sono tutti dimenticati di lui e della
sua generosità" certamente così non è per
l'animatore dell'"Archivio Berneri" che ne ha permessa la
riedizione.