Si è svolto a Fano, in agosto, l'8° Meeting
Anticlericale, promosso dall'Associazione per lo sbattezzo. E'
diventato un appuntamento importante per chi non è disposto a
sopportare in silenzio l'ingerenza e le prevaricazioni della Chiesa
cattolica. Marina Padovese - del gruppo veneziano
dell'Associazione per lo sbattezzo - ha intervistato due dei
relatori a Fano: Cosmo G. Sallustio Salvemini, pronipote di Gaetano
Salvemini, impegnato nel rilancio del Movimento Salvemini e
Sandro Masini, dell'Associazione Giuditta Taviani Arquati.
Cosmo G. Sallustio Salvemini
Ma la prevaricazione continua
Vorrei che mi parlassi della tua ultima pubblicazione, "La
questione cattolica in Italia, privilegi concordatari"
Ho scritto questo libro per raggiungere uno scopo fondamentale:
quello di informare. In Italia purtroppo l'informazione è
del tutto carente, soprattutto l'informazione che riguarda alcuni
punti fondamentali della vita civile, come per esempio la questione
della laicità dello stato. Io parto da questo presupposto:
ogni concordato, ogni collusione fra l'autorità civile e
quella religiosa è anticostituzionale. È una
mostruosità giuridica perché lo stato deve viaggiare
su un binario diverso da quello della chiesa, avendo competenze
diverse da quelle della chiesa. Collusioni di natura finanziaria
come l'otto per mille, accordi che riguardano l'insegnamento
"obbligatorio" della religione cattolica nelle scuole
pubbliche e altri privilegi che lo stato concede alla chiesa
cattolica sono inammissibili alla luce della vigente costituzione.
La costituzione repubblicana sancisce, all'articolo 8, che tutte
le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla
legge. Quindi non si capisce per quale ragione uno stato, che
dovrebbe essere laico, neutrale, equidistante nei confronti delle
varie confessioni religiose, debba poi garantire o assicurare
privilegi, anche di natura finanziaria, ad una sola di esse. E' vero
che i cattolici ribattono a questa tesi dicendo: "Ma noi siamo
la maggioranza del popolo italiano". Sì signori, sarete
anche la maggioranza, però io rispondo con le parole di Carlo
Arturo Jemolo, studioso delle relazioni fra stato e chiesa, il quale
diceva che il criterio quantitativo non è sufficiente, anzi,
non è valido per giustificare la concessione di privilegi,
oltretutto anticostituzionali. E poi: maggioranza in Italia, nel
mondo magari la maggioranza sarà di musulmani! Dunque, se
nel pianeta si concedessero privilegi ai musulmani in quanto
maggioranza, anche i cattolici dovrebbero acconsentire. Un altro
esempio, magari elementare, lo voglio fare. Nei primi tre secoli
della storia del cristianesimo, i cristiani erano una minoranza: la
maggioranza era formata da "pagani". Allora vuol dire che
se accettassimo l'equazione maggioranza uguale verità, i
cattolici stessi devono condividerla fino in fondo. Nei primi tre
secoli loro non erano la verità perché erano un'esigua
minoranza. Tant'è vero che si nascondevano nelle catacombe.
Quindi è assurdo, è mostruoso dire che la maggioranza
è già garanzia di verità. Non è il
criterio quantitativo che può essere assunto quale metro per
misurare la bontà di alcuni concordati, di alcune norme
giuridiche. Resta il fatto che i privilegi sono esorbitanti e sono
in contrasto con i principi di questa Costituzione.
Al di là del fatto giuridico, mi sembra importante
affrontare il problema anche su un altro piano, che è quello
diciamo culturale. Infatti mi pare che se in Italia si continui a
sottolineare che esiste una tradizione culturale cattolica si
sottace il fatto che, parimenti, esiste una tradizione culturale
assolutamente laica. Ad esempio, dell'Italia del Risorgimento, tutto
si può dire, ma non sicuramente che sia nata da presupposti
cattolici o clericali.
No, anzi! Bisogna dire soprattutto ai giovani e giovanissimi,
studenti delle scuole medie e delle elementari, che il nostro
Risorgimento è avvenuto quasi per "miracolo".
Sembrava impossibile che ciò potesse accadere, perché
si è realizzata l'Unità d'Italia nonostante la ferma
opposizione, l'ostinata opposizione del vaticano. Non bisogna
dimenticare che Pio IX ha fatto perseguitare e ammazzare i patrioti
italiani, ha considerato sovversivi i patrioti come Silvio Pellico,
Ciro Menotti, lo stesso Mazzini e tanti altri. La tradizione
culturale del popolo italiano non è solo cattolica, ma non
possiamo dimenticare che esiste anche una tradizione laica,
risorgimentale che deve essere tutelata e portata a conoscenza delle
nuove generazioni al pari di altre tradizioni. Non capisco il perché
di questo monopolio esclusivo da parte della chiesa cattolica che
vanta una tradizione. Esistono tante altre tradizioni, tutte
quante di pari dignità e poi, diceva Gaetano Salvemini,
"...chi ha miglior filo tesserà miglior
tela". Dobbiamo dare ai giovani la più ampia
informazione possibile e poi sarà ciascuno studente e ciascun
essere umano a decidere quale tradizione merita di essere seguita e
quale di essere abbandonata. Un fatto è certo: in Italia
la persecuzione contro le minoranze religiose esiste ancora, non è
stata debellata per niente. La prevaricazione, la prepotenza di
alcuni settori integralisti cattolici continua ed è
martellante. Allora noi ci battiamo affinché ogni opinione
venga liberamente espressa senza pregiudizi, senza persecuzioni di
alcun genere. Per tornare ai privilegi della chiesa cattolica, noi
riteniamo l'otto per mille incostituzionale perché tra i fini
dello stato c'è l'istruzione, l'assistenza sanitaria... ma
non c'è il fine religioso: la costituzione vigente non
stabilisce che tra i fini dello stato ci deve essere il
sostentamento del clero! E allora non si capisce perché una
parte del gettito tributario, parte che ammonta a circa 1000
miliardi ogni anno, da cui sono esclusi naturalmente gli stipendi
per gli insegnanti di religione tanto per fare un esempio, debba
essere devoluta al clero cattolico. E' una forzatura questa, in
aperto contrasto con i sommi principi della costituzione
repubblicana. Il finanziamento delle chiese deve avvenire attraverso
libere offerte dei fedeli stessi, di tasca propria, non a documento
del fisco, cioè delle casse dello stato! Uno stato che piange
miseria, una repubblica che ogni anno mostra un bilancio con un
deficit di 140.000 miliardi è incomprensibile che regali una
valanga di miliardi ad un altro stato, che magari non ha bisogno di
questo denaro perché riesce a trovare canali di finanziamento
che sono internazionali.
Questo è uno dei privilegi dato da questo concordato,
ma ogni e qualsiasi concordato è finalizzato a stabilire o
mantenere privilegi.
Io dò ragione a Gramsci, quando definiva i concordati una
capitolazione dello stato nei confronti di un'autorità
religiosa.
La "politica dei concordati" mi pare sia la nuova
politica di Wojtyla. Tant'è che negli ex-paesi comunisti una
delle cose che sta succedendo è proprio questa: la
stipulazione di concordati fra i nuovi governi e il Vaticano.
Io ho la sensazione che i popoli dell'est europeo stiano cadendo
dalla padella nella brace. Siano riusciti cioè ad abbattere
un regime totalitario come quello comunista e stiano abbracciando un
altro tipo di regime sempre totalitario come quello cattolico:
quello cattolico più integralista, per giunta, come lo è
quello vaticano. I popoli dell'est europeo si illudono di essersi
liberati, ma non si stanno rendendo conto che stanno scivolando
verso un'altra forma di totalitarismo. Ecco, totalitarismo è
una parola che io ho usato spesso in questo libro perché
ritengo che la chiesa cattolica, per bocca dello stesso Pio XI ,
papa Ratti, quello che fece firmare i Patti Lateranensi, sia un
regime totalitario. Totalitario perché pretende che tutto
l'essere umano, anima e corpo, appartenga alla chiesa. Le tesi
sostenute nel mio libro "La questione cattolica" sono
state giudicate da molti giuristi estremamente lineari, chiare,
lapalissiane e da altri addirittura scandalose. Io devo comunque
ringraziare un grande giurista, il professor Piero Bellini, che ha
scritto la prefazione al mio libro. E ricordo le ultime parole della
sua prefazione perché mi inorgogliscono. Dicono che la
denuncia degli smaccati privilegi che lo stato italiano continua a
concedere alla chiesa cattolica provoca l'indignazione dell'autore,
cioè il sottoscritto, e la polemica, anche dura, che io porto
avanti è il simbolo di un'antica virtù civica:
l'indignazione, virtù che la maggioranza del popolo italiano
purtroppo ha dimenticato. Bisognerebbe continuare ad indignarsi
dinnanzi a quelle ingiustizie che, attraverso alcune leggi,
continuano a perpetrarsi.
Sandro Masini
Obiettiamo i crocefissi!
Due parole sul problema dei crocefissi negli edifici
pubblici: ci sono stati ricorsi per la continua presenza dei
crocefissi nelle scuole? Com'è la situazione a livello
legislativo?
A livello legislativo non mi sembra che ci siano delle
disposizioni che stabiliscano l'esposizione dei crocefissi,
tranne quella di Mussolini. Appena preso il potere, per ottenere il
voto dei cattolici, Mussolini fece una circolare in cui si diceva di
esporre i crocefissi in tutti i luoghi pubblici. Questa circolare
non è mai stata abrogata e tra l'altro sembra che non si
trovi più: io stesso ho fatto delle ricerche presso il
Ministero degli Interni, ma non si trova. Si dice vagamente che si
fa riferimento a quella. L'esposizione a mio giudizio è
palesemente illegittima. Per quello che riguarda la presenza dei
crocefissi nei tribunali è una questione veramente ridicola:
il crocefisso l'avevano i Torquemada, l'Inquisizione, quando
dicevano di amministrare la "giustizia". Mi lascia
perplesso che i magistrati accettino di amministrare la giustizia
con il simbolo che avevano i Torquemada e che gli avvocati non
intervengano su questo. Tranne l'ordine degli avvocati di Firenze,
che l'ha fatto levare, mi sembra che da tutte le altre parti venga
lasciato. Ma a prescindere da questo, secondo là tradizione
Cristo è un giusto condannato ingiustamente e a mio parere è
sempre un messaggio di pessima giustizia, per cui sta in un posto
in cui non dovrebbe stare. Nelle scuole è ancora più
grave che ci sia, perché si determina una frattura fra
l'educazione che eventualmente il singolo genitore vorrebbe dare e
quel simbolo, che rappresenta una fede religiosa. Forse sarebbe
il caso che si incominciasse a fare un'"obiezione": chi è
convocato in tribunale si rifiuti di prestare testimonianza finché
non levano il simbolo. Poi ci sarebbe il problema di ricorrere alla
Corte Costituzionale. Per quanto riguarda la scuola, il genitore
dovrebbe rifiutare di mandare a scuola il figlio finché non
levano un simbolo che rappresenta una religione che comunque non è
la sua. Con questo forse, cioè con l'evasione dell'obbligo
scolastico, si potrebbe porre il problema dei simboli religiosi.
Ma non esiste già una sentenza del Consiglio di stato
a proposito dei crocefissi a scuola?
No ! Non è una sentenza quella del Consiglio di Stato. È
un parere e come parere è nullo, tant'è che il
ministro della Pubblica Istruzione l'ha inviato, per opportuna
conoscenza, ai provveditori, ma non ne ha fatto una circolare. Se
avesse trasformato quel parere in circolare si poteva far ricorso al
TAR per richiederne l'abrogazione !