Rivista Anarchica Online
Sui nuovi federalismi
Il parlamento italiano sta, in pratica abdicando al proprio
potere in favore di gruppi che attraversano lo Stato e la
malavita in maniera dinamica e pericolosa. Il risultato è
sotto l'occhio di tutti: la sovranità popolare, con delega
al parlamento, non esiste più. Terreno fertile per la
morale anarchica, la situazione attuale, invece che da noi, è
sfruttata vantaggiosamente da populismi regionali quali sono le
leghe. Esse spingono e sostengono la loro ideologia con parole
d'ordine basate sì su bassi concetti di razzismo spicciolo e
di utilitarismo spruzzato d'odio nei confronti di chiunque non
regga un programma sociale di massima produttività
industriale, ma anche e soprattutto difendono la loro posizione, e
da sempre, con parole quali federalismo,
autodeterminazione, regionalismo, controllo diretto
della società ed altre. Queste parole, con tutto il
bagaglio di esperienze teoriche e pratiche che le riguardano nella
storia occidentale, sono sempre state patrimonio libertario e
anarchico. L'internazionalismo, anche quello nostro, ha nascosto
e spinto a dimenticare quanto Proudhon aveva elaborato alla fine
del diciannovesimo secolo, visto che la rivoluzione mondiale,
sempre incombente, non dava tempo ai compagni di
auto-organizzarsi nei territori d'Europa con sistemi
municipalistici, quali di fatto sono quelli proposti da Proudhon
e dalle assemblee della Comune di Parigi. Il risultato è
stata la sconfitta del pensiero cooperativistico anarchico da parte
sia della destra governativa sia del marxismo-leninismo. Entrambi
infatti puntarono e puntano su fattori comuni che sono: controllo
militare, sistema industrialista di sfruttamento della natura (uomo
e donna compresi), potere di una classe sociale sulle altre. Queste
forze sono onnipotenti nei confronti degli anarchici soprattutto se
questi stessi non aderiscono a idee che spingono
all'organizzazione municipale bensì si rifugiano in modesti
gruppi che propongono meri lavori e proposte individuali che,
fantastiche nella loro purezza, ben poco possono nei confronti dello
strapotere dell'ottusità del gregge servo dei partiti, delle
fabbriche, dei padroni. Il risultato di ciò è anche
l'attuale potenza delle Leghe del Nord Italia, che spiego così:
il tempo ha permesso di scoprire di quali nefandezze siano capaci
gli uomini quando troppo potere si accumula nelle loro mani.
Tuttavia la cultura che circola oggi come oggi non permette di
togliere il velo che sta sugli occhi di quasi tutti. Tant'è
che i ricchi, i padroni, sono sfiduciati di questo Stato, ma non
dicono: "lo sfruttamento lavorativo porta alla rovina di tutti:
salviamo la società e la natura!" dicono solo:
"facciamo uno Stato più piccolo così teniamo le
tasse e si sta bene". (...) Naturalmente difendere tali idee
è imbarazzante anche per il campione del mondo di faccia
di bronzo, ed ecco che dal cappello magico di Rocchetta, Bossi e
company escono le fatali parole: "noi non siamo fascisti (ed è
vero che non lo sono) vogliamo la libertà di tutti i popoli
d'Europa con le loro lingue, tradizioni, territori ecc. ecc. e
vogliamo che ogni popolo sia padrone di ciò che produce e
guadagna (chi non produce e non guadagna non è un popolo ma
un problema, i problemi vanno risolti, i calabresi vanno
risolti)". Il povero Proudhon, nel sapere utilizzate le sue
parole da questi venditori di bolle di sapone (assai velenose)
certo si starà rigirando nella tomba. Chi invece è
pacifico e tranquillo è il movimento anarchico al gran
completo, consapevole della sua pulizia morale, della sua storia
senza macchia, ed in attesa della rivoluzione con cento vecchi
sfegatati e pronti ai fucili (del '45) e qualche migliaio di giovani
pronti ai cannoni (di marijuana). E', me la sento addosso, una
nostra vergogna. Da più di dieci anni le Leghe imperversano
dove viviamo e nascondono le loro infamie dietro le parole dei
nostri grandi pensatori. Non ci siamo mai domandati, questa è
la verità, quali siano le nostre necessità e le nostre
capacità di cambiamento. Il municipalismo di Bookchin è
stato guardato sempre con favore, ma da lontano, intriso com'è
di compromessi con il potere regionale del Vermont. Tuttavia negli
Stati Uniti è uno dei pochi sistemi di organizzazione
libertaria che sta al passo con le richieste della gente e
di sicuro, se noi avessimo attuato una simile azione qui da noi -
e ampie sarebbero state e sono le possibilità di farlo -
la base delle Leghe sarebbe di gran lunga dalla nostra, con dubbi e
problemi, certo, ma con la volontà di dividere i risultati
della lotta politica e morale con altri e non con la volontà
di staccarsi da una città corrotta (Roma) per corromperne
un'altra (Milano o Venezia) per meri fini economici in uno sterile
deserto di egoismi mortali e di sicuro collasso per il vivere
egualitario. E' il momento quindi di verificarci, informarci e
valutare le reali nostre possibilità. Riprendiamo o
iniziamo letture e studi su Proudhon. Ad un poco plausibile incontro
con i delegati politici di queste Leghe che dovremmo tutti essere in
grado di domandare: Cosa si intende per federalismo Veneto (o
Lombardo)? Perché il vostro federalismo propone un sindacato
dei lavoratori veneti e un'associazione degli industriali veneti?
Contate di fondare un'altra repubblica? Con che controllo sociale?
Pensate che l'industria e lo sfruttamento di suolo e dei lavoratori
sia meno disastroso nel piccolo di un popolo? La tragedia ambientale
e culturale è importante nell'elenco delle vostre proposte di
cambiamento? Le strutture militari estere interne al territorio
verranno chiuse? Nei comuni, chi reggerà l'organizzazione e
le responsabilità ? Il potere resterà gestito così
come propone lo Stato italiano o verrà modificato il potere
della base? Riconoscete nelle vostre parole tradizioni quali le
nostre? Come potete o riuscite ad unire padroni e servitori in
un'unica volontà senza poi trascinarli tutti in guerra
civile? La cooperazione di popoli in numero modesto serve per dare
una grande felicità ed esperienza comune di possesso del
lavoro. Volete questo o volete solo essere politici che controllano
un territorio potenzialmente ricchissimo da solo e più
facilmente controllabile? Quando l'acqua sarà del tutto
inquinata come pensate di controllare l'odio di gente abituata
ed allenata alla repressione ed alla "colonizzazione",
come voi la chiamate? Queste ed altre domande ci potrebbero far
conoscere meglio la posizione di queste nuove genie politiche che,
additate come fasciste dalla sinistra istituzionale e non, hanno
potuto indisturbate aprirsi un varco senza che la sinistra stessa
proponesse qualcosa di almeno simile. Attivarci sul
municipalismo, in mille modi, con diverse volontà, è
fra le ultime possibilità di regalare a tutti la nostra
volontà d'essere lucidi produttori di libertà
individuale e sociale. La rivoluzione, spietata o rigeneratrice,
è ormai un sogno per chiunque. La rivolta, valida sempre,
nel territorio moderno così corroso e deturpato, può
produrre qualcosa solo se ogni città ed ogni campagna è
pronta ad uno sforzo di recupero e di salvaguardia di valori che non
hanno nulla a che vedere con le parole produttivismo,
industrializzazione, segmentazione delle responsabilità
eccetera, che proliferano sulle bocche dei biechi politici
leghisti. Il bioregionalismo o municipalismo, il nostro entrare
nelle fortezze cittadine ormai decadenti, è la nostra chance
finale che, se colta per tempo, potrà darci soddisfazioni e
divertimenti, purché il potere non raggiunga le nostre mani:
ché altrimenti faremo la fine dei verdi, dei demoproletari e
di chiunque pensi di poter controllare la gente meglio di altri,
dimenticando che per controllare c'è lo Stato di polizia e
che il controllo costa un'energia che non può non provenire
dallo sfruttamento di una qualche classe sociale o di un qualche
territorio.Antonio Pasquale del C.d.a di Padova
P.S. Niente di dogmatico in questo scritto, solo una
provocazione-appello a tutti i compagni e le compagne per
costruire un dibattito su queste situazioni sociali per noi
tutt'altro che secondarie.
Centro di documentazione anarchica Padova
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