Rivista Anarchica Online
Le falle dell'art. 1
Tra le fonti legislative vigenti nel "Paese del Bengodi"
chiamato Italia, la costituzione assume il ruolo di pilastro, di
struttura portante sulla quale si fonda tutta la "legalità"
(e... "l'imbavaglità") del Paese e il 1°
articolo della carta costituzionale deve, proprio perché è
il primo, essere il cardine di tale base. Per questo, ci
accingiamo al suo commento conseguenzialmente al quale potremo dire
se tutto ciò è stato inventato per dare una
concretezza legislativa ad un paese che vuole assurgere al rango di
Nazione, ha una validità di fondo oppure è solo astrazione
per mezzo della quale si vuole soggiogare la ragione di un
popolo. L'articolo in questione dice, per iniziare: "L'Italia
è.....". Certo, l'Italia è......una
penisola, geograficamente parlando, circondata dal Mediterraneo
con una propria identità orografica e fluviale, ricca (o
meglio, lo era) di flora (la tipica Macchia Mediterranea soppiantata
dalle colture intensive umane, dal cemento e dall'asfalto) e di
fauna (in prevalenza molto caratteristico è l'animale uomo
conosciuto "abroad" come HOMO ITALICUS!!!). A parte i
contorni puramente geografici, non riusciamo ad individuare altre
Italie. "......... una Repubblica Democratica............"
continua l'art. 1. No, non lo è. Questo abbozzo di Paese
non è una Repubblica, cioè non è una "cosa
pubblica". Esso è un giocattolo privato di poca gente
senza scrupoli, meschina, ricattatrice, assetata di potere e di
laido tornaconto economico. Questa gente ha formato e consolidato
una sorta di neo-oligarchia feudale parassita, nepotistica e
truffaldina che escogita leggi, che fa regolamenti, che agisce solo
per garantirsi la permanenza sulla poltrona del potere. Quindi
non è neanche Democratica perché, il Popolo che
dovrebbe governare attraverso lo strumento del voto, non è
libero di esprimerlo, è condizionato fino al parossismo da
questi professionisti del potere tanto da ridurlo ad un mero
fantoccio attraverso il ricatto della politica del favore e non
quella del diritto. Inoltre, dovrebbe essere, il nostro paese,
una "......Repubblica Democratica fondata sul lavoro".
Ma le fondamenta di esso sono formate da tutto tranne che dal
lavoro. La disoccupazione è diffusissima e preoccupante
specialmente quella giovanile e sudista ed è proprio grazie a
questa che la partitocrazia riesce a resistere ed a perseverare
nella sua ignobile esistenza. Vi è gente che, pure con
famiglia, ha l'insano vizio di non essere occupata oppure è
in procinto di aggregarsi alla categoria dei Cassa Integrati.
Vi sono, inoltre: operai che vivono costantemente sotto l'incubo del
licenziamento, lavoratori che operano in condizioni insalubri,
pericolose e dannose per la loro integrità fisica e, alcune
volte, anche morale; molti sono i casi in cui l'assunzione è
clientelare o strettamente connessa al voto per questo o quel
partito o, addirittura, per una "corrente" di una medesima
compagine politica. Non vi sono possibilità per la
mobilità del lavoro, vi è sfruttamento, c'è il
lavoro nero malpagato e non assicurato che non ha nessuna dignità
di occupazione. Tutto considerato, anche il secondo comma
dell'art. 1 in analisi, è privo di fondamento in quanto il
popolo non è sovrano e non esercita alcuna funzione se non
quella di sottomettersi con stoica rassegnazione alla sovranità
di pochi altri alla stessa stregua di un esercito di 100.000 unità
armato di tutto punto che si lascia decimare da un pugno di
scellerati armati di scope e di palette maldestramente camuffate da
disintegratori atomici! Concludendo, possiamo dire che l'articolo 1
della Costituzione Italiana presenta delle falle molto gravi e
trasmette perplessità di validità anche sul resto
della Carta Costituzionale che, a sua volta, ci deve far riflettere
sulla dubbia validità delle altre fonti legislative
inflazionate e non molto rispettate. L'inesistenza di fondo e di
fatto di una certezza legislativa, comunque, non deve affatto
preoccupare. Anzi, deve essere da stimolo per tutti per scuoterci,
per farci rendere conto che, se la gente vuole assurgere al ruolo di
popolo e questo ad una dimensione di Nazione, non vi è
proprio la necessità d'imbrattare fogli con fandonie di alcun
genere e di creare delle regole per giocare a vivere dignitosamente
quando per vivere e per essere è necessaria solo la volontà
di vivere ed essere, INSIEME!Lanfranco Schiraldi
(Sannicandro di Bari)
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