Rivista Anarchica Online
Vergognarsi di "A"?
Intendiamo partecipare al dibattito aperto dal giornale
relativamente alla guerra del Golfo per esporre alcune note
critiche in primo luogo verso l'atteggiamento di "A"
rivista e in secondo luogo alcuni di coloro che al dibattito
hanno partecipato.
Siamo naturalmente consci della necessità che all'interno
del movimento si sviluppi su ogni argomento un dibattito critico il
più possibile approfondito, e che questo non debba essere
sottoposto ad alcun tipo di censura. E' necessario però
chiarire che in questo caso alcune delle lettere (quelle firmate
Donno e Schwarz pubblicate su "A" 181) non appartengono a
questo tipo di dibattito riproducendo in realtà i contenuti
più beceri, guerrafondai, ottusi, se non disonesti, che i
giornali di regime ci hanno ammannito durante e dopo la guerra del
Golfo. "A" rivista ha scelto di darsi un'impostazione
(non solo in questo caso) di apertura a realtà anche esterne
al movimento anarchico (scelta comunque discutibile) con l'intento
(speriamo) di allargare il contributo per una azione sempre e
comunque di tipo antiautoritario e antimilitarista. Al momento
attuale ci pare che anche questo tipo di scelta venga tradita, dal
momento che viene utilizzato spazio prezioso per interventi che
non possono apportare nulla di costruttivo in questo senso.
Continuando così, vien da domandarci, quando leggeremo su
"A" gli interventi di La Malfa, Montanelli, Ferrara,
ecc... presentati come spunti di approfondimento? Inoltre ci
chiediamo che tipo di immagine possano ricavare i lettori che non
fanno parte del movimento (lettori che "A" si picca di
avere) riguardo alla chiarezza tra gli anarchici su argomenti
tanto fondamentali? Non obbligateci a vergognarci di "A"
rivista. Riguardo poi alla lettera di Schwarz vorremmo invitarlo
a evitare di autonominarsi anarchico, non perché ci
sentiamo in grado di dare o levare patenti, ma perché abbiamo
ben chiari i postulati fondamentali dell'anarchismo
(l'antimilitarismo appunto tra gli altri) e inoltre non subiamo
nessuna attrazione da parte delle mode, nemmeno da quelle di
"rifondazione".
In merito alla lettera di Donno riteniamo importante dissuaderlo dal
lanciare una campagna contro la stupidità poiché non
potrebbe che finire per esserne vittima. Fuori dagli insulti (si
ricordi comunque che non siamo soliti porgere l'altra guancia)
vorremmo ricordargli che l'idea anarchica si è sempre battuta
contro ogni forma di potere, mai ha inteso dare rispettabilità
ai dittatori del terzo mondo in funzione antiamericana ma allo
stesso tempo non vuole concedere alcun tipo di legittimazione ai
poteri assassini dell'occidente.Gruppo anarchico "Emma
Goldman" (Imperia)
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