Rivista Anarchica Online
Un contributo significativo
di Aurelio Chessa
Un telegramma mi è stato inviato a Pistoia dalla compagna
Sara Berenguer Guillen da Montady-Capestang informandomi della
perdita del compagno-amico Germinal Gracia (Victor Garcia), morto il
10 maggio; non conosco ancora se nella sua casa di Montady o
all'ospedale di Montpellier dove frequentemente veniva ospedalizzato
per cure mediche. E' una perdita grossa per la sua famiglia
anarchica - e per tutto il Movimento Anarchico Iberico e
Internazionale. Un male che non consente ripresa di salute
(leucemia), che si è manifestato in questi ultimi anni, ci ha
privato del suo apporto intellettuale nella divulgazione delle
nostre idee tramite la nostra stampa alla quale collaborava in tutte
le parti del mondo dove era possibile l'esistenza dei nostri
movimenti locali sparsi nel mondo. Aveva pensato di costituire
nel Meridione della Francia - in Montady-Capestang, - un
archivio anarchico raccogliendo materiale ovunque fosse
possibile, in tutte le lingue -; lingue che conosceva bene -
chiamando in casa sua per il riordino delle carte, dei libri, dei
periodici, del materiale divulgativo pubblicato soprattutto dal
Movimento Anarchico spagnolo, il compagno José Peirats e la
compagna Grazietta - ospitandoli nella sua casa che si era costruita
in un villaggio costruito dai rifugiati politici spagnoli con
molto sacrificio e lavoro manuale di essi. Villa Canaima,
poi, divenne luogo dove affluivano in continuità, compagni
spagnoli e di altre nazionalità per rivedere Germinal e la
sua compagna Mari Sol e la mamma di lei, oltre i due
Peirats. Germinal Gracia fu un combattente antifranchista, il
regime del quale lo aveva condannato alla "garrote" per
le sue azioni anti-Franco. Naturalmente lottò contro il
regime di Franco durante tutto il periodo della rivoluzione spagnola
dal 1936/1939. Uscito dalla Francia cominciò la vita degli
esiliati e si adattò a fare tutti i mestieri manuali che
gli capitarono. Durante cinque anni viaggiò dal Giappone alla
Cina, seguendo il periplo del suo viaggio che interrompeva per
trovarsi un lavoro che gli permettesse di comprarsi il biglietto
di viaggio da uno stato all'altro raggiungendo la Birmania, l'India
per poi risalire il Mar Rosso e entrare in Israele dove si fermò
a lavorare e a studiare le forme cooperative delle collettività
agricole ed industriali che in quegli anni '50 erano rinascenti e
libere dalla tutela statale. Viaggiò negli stati americani
stabilendosi per anni a Caracas - nel Venezuela insieme alla
sua compagna Mari Sol che fu sua collaboratrice capace. Editarono
a Caracas la rivista pregiata "Ruta" che mandavano in
tutto il mondo dove Germinal Gracia si era fatto amici e
compagni; pubblicarono libri ed opuscoli in larga misura (io
stesso gli ho pubblicato il libro "Storia del Movimento
Anarchico giapponese" che ancora ho in vendita. Tante altre
opere, anche di grossa mole, furono scritte da Germinal e
pubblicate). Negli ultimissimi anni si era ritirato nella sua
casa di Montady, forse con la speranza di dedicarsi al suo
archivio e utilizzare quanto nei suoi viaggi per il mondo in notizie
e conoscenze. Fu in Italia tante volte e anche qui da noi lascia
amici e conoscenti che sicuramente lo ricorderanno come me con
moltissimo rimpianto e affetto. Alle due figlie, alla sua e nostra
compagna Mari Sol e alla suocera Teresina - pur quest'ultima
compagna di idee, oltre alle condoglianze le più sentite,
mando un abbraccio nel ricordo del loro caro Germinal. Sicuramente
i compagni spagnoli e di altrove lo ricorderanno meglio e più
degnamente di me (...).
La redazione della nostra rivista, sulle cui colonne più
volte sono stati pubblicati - con lo pseudonimo di Victor Garcia -
articoli di Germinal Gracia, ne ricorda la figura di militante
anarchico, di intellettuale curioso e stimolante, di concreto
internazionalista. In particolare, Germinal seguì sempre con
particolare interesse e partecipazione le vicende del movimento
anarchico di lingua italiana, intessendo durature amicizie con tanti
compagni, tra i quali alcuni di noi della redazione, che lo
ricorderemo con immutato affetto.
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