Rivista Anarchica Online
PCI/PDS: una chiarificazione
Rispetto alla nota di redazione posta alla fine dell'articolo
"E' vera svolta?" pubblicato sul numero 178 della
rivista, ho sentito il bisogno di fare una brevissima
chiarificazione rispetto a un punto della nota stessa.
Tengo innanzitutto a ribadire che ciò che ho scritto in
quell'articolo corrisponde in toto al modo in cui vedo la svolta del
PCI. Ammetto che ne salta fuori una visione essenzialmente negativa.
Del resto non ho mai fatto mistero, né attraverso la parola
scritta, né più semplicemente a voce, del mio
antibolscevismo viscerale, come visceralmente sono antitetico, sia
come modo di pensare che di agire, ad ogni forma di totalitarismo,
qualunque sia l'ideologia che lo sorregge. Per questo non mi è
sembrato importante sottolineare ciò che è
all'evidenza di ognuno, cioè che il PCI sta cercando
seriamente e con tutte le sue forze di mettere in discussione se
stesso. Ciò però non vuol dire che si debba
condividere il modo e le affermazioni di questa revisione che, come
tutte le cose vissute profondamente e sinceramente, non può
che meritare rispetto. Ma il punto è un altro.
Respingo completamente che la mia critica possa essere
all'insegna dell'"avevamo detto", come viene sottolineato
nella nota. Non era nelle mie intenzioni né mi sembra, dopo
essermi attentamente riletto, scaturisce da ciò che ho
scritto. Sarebbe una posizione, e qui concordo pienamente con la
redazione, completamente fuorviante e di pessimo gusto.
Proprio dagli anarchici che, se effettivamente nella critica
avevano a suo tempo visto giusto, ora stiamo dando un pessimo
spettacolo di se stessi con il loro immobilismo mentale,
psicologico e politico.
Se qualcun altro ha avuto la stessa impressione, ma spero che ciò
non sia, anche se lo temo, me ne scuso profondamente, perché
era lungi da me e lo è tuttora esprimere una critica
all'insegna di un saccente e arrogante "l'avevamo
detto". Andrea Papi (Bertinoro)
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