Rivista Anarchica Online
Assolti gli anarchici
di Andrea Pirondini
Il 18 dicembre si è concluso il processo che vedeva
imputati Maurizio Tonelli e me, come anarchici, per aver
distribuito un volantino in cui si riaffermava la verità
storica dell'assassinio di Giuseppe Pinelli. La sentenza è
stata di assoluzione perché il fatto non sussiste. Per chi
non ha seguito la vicenda sulla stampa di movimento, ricordiamo
brevemente il fatto. Il 15-12-'89 un gruppo di compagni dei
centri sociali autogestiti, la Scintilla di Modena e il Lambicco
di Vignola, scendono in piazza a Modena, con una rappresentazione
teatrale per ricordare Pinelli. Durante la manifestazione viene
distribuito il volantino che fra l'altro riporta la frase:
"Pinelli... veniva ucciso innocente e scaraventato dal quarto
piano della Questura di Milano"" frase che verrà
incriminata. Nel giugno del '90 ci viene notificata la denuncia
in base all'art.342 C.P., per oltraggio al prestigio del corpo della
polizia di stato. Ci sarebbe da ridere per l'assurdità della
denuncia, se non fosse per la drammatica serietà della
cosa. Già a distanza di 20 anni ricordare l'assassinio di
Pinelli può significare prendersi una denuncia. Lo stato,
il potere, è sempre pronto a riprendersi con gli interessi
quello che è stato costretto a concedere alle lotte di
libertà, di emancipazione, di piazza. Gli anni '80 e
questi primi '90, un triste decennio in cui la tensione sociale si è
assopita, in cui sembra che l'unica cosa che conta sia il vil
denaro, anni di menefreghismo e razzismo strisciante, un momento
ideale per rifare il look alle istituzioni, per riscrivere la
storia, per affermare la verità del potere, e perché
no, per mettere un pietrone definitivo anche sul "caso"
Pinelli. Ed ora questa assoluzione, che in parte ci ha colto di
sorpresa, non credevamo di vincere così facilmente, e
soprattutto non ci aspettavamo che proprio il Pubblico Ministero si
rimangiasse tutto e chiedesse l'assoluzione, dal momento che
proprio dagli apparati dello stato, dalla procura della repubblica
partì il nostro rinvio a giudizio. Noi abbiamo fatto di
questo processo un processo politico. La difesa ha presentato al
pretore una memoria difensiva frutto di un lungo lavoro di
ricerca che raccoglie tutta la carta stampata pubblicata da
giornali, riviste, libri, documenti, ecc... sulla vicenda e
sull'archiviazione dell'assassinio di Pinelli. Un piccolo volume
pieno di dubbi, perplessità, lati oscuri, menzogne
della polizia, contraddizioni, denunce, su una storia, quella di
Pinelli, mai chiarita da un tribunale, e fin troppo chiara per
l'opinione pubblica, per la gente. Questa raccolta di scritti,
pressoché completa dal '69 ad oggi la mettiamo a disposizione
del movimento. Non conosciamo i giochi di palazzo che hanno
fatto fare marcia indietro sul nostro processo, che presentava
per lor signori risvolti politici interessanti, come precedente
giuridico. Ciò che sicuramente è stato determinante
per questa sentenza è stata la tenace mobilitazione e la
solidarietà concreta dimostrata dai compagni. Dalla
notifica della denuncia è partita una campagna di solidarietà
organizzata dagli anarchici e libertari di Vignola, dalla Scintilla,
e dal circolo l'Onagro di Bologna, che ci ha sostenuto per tutti
questi mesi. Una mobilitazione incalzante, che ha letteralmente
sconvolto la bigotta cittadina di Modena. Un continuo di presidi,
concerti, raccolta di firme, conferenze, interventi radiofonici,
comizi, volantinaggi, spettacoli teatrali, scioperi di studenti e
cortei. Siamo arrivati quasi a 100.000 fra volantoni, cartoline,
manifesti, volantini, adesivi, stampati e distribuiti per
sostenere la lotta. Un lavoro da marciapiede, di contatto diretto
con le persone, su Pinelli, sullo stragismo di stato, sulla
nostra assurda denuncia; lavoro che in nessun caso nessun verdetto
di tribunale, per positivo o negativo che sia, avrebbe potuto
cancellare. Troppo rumore per questa denuncia in questo periodo
"difficile" per il potere, con la spada di Gladio
ancora sospesa, meglio fare marcia indietro e chiudere questo
piccolo caso locale, visto che la solidarietà si stava
allargando bene anche in provincia, a Bologna, in diverse altre
parti d'Italia, con il coinvolgimento di collettivi e organizzazioni
anarchiche, e con la presa di posizione crescente di diversi
personaggi politici, della cultura. dello spettacolo. Sicuramente
altro esito avrebbe avuto il processo se fossimo rimasti isolati,
soli, senza la forza dei compagni.
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