Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 179
febbraio 1991


Rivista Anarchica Online

Terrore di stato
di Gianni Sartori

A due anni esatti dall'assassinio di Chico Mendes e a 100 dal massacro di Wounded Knee, altri tre nomi di indiani si aggiungono alla lista infinita del Genocidio. Un Genocidio iniziato proprio 500 anni or sono, insieme alla conquista delle Americhe di cui lo sterminio dei nativi fu la costante principale.
Tra il 10 e il 22 dicembre '90 sono stati sequestrati, mentre si recavano in autobus a Bogotà per assistere ad una riunione, tre indigeni Arhuacos (Ljcka) della Sierra Nevada di Santa Marta, in Colombia. Si tratta di tre leader riconosciuti delle lotte condotte dalle comunità indiane per la difesa dei loro diritti, della loro autodeterminazione, della loro stessa sopravvivenza.
Luis Napoleon Torres, 50 anni, governatore della comunità, Angel Maria Torres, 40 anni e Manuel Chepeno, 60 anni, dopo il sequestro sono stati orrendamente torturati dai membri della squadra della morte che ha compiuto l'azione terroristica. I loro corpi, straziati e squartati, sono stati fatti a pezzi e dispersi nella zona tra El Paso e Valledupar, nel dipartimento del Casar. Numerosi testimoni hanno raccontato che i tre sono stati fatti scendere a forza dall'autobus, dopo che questo era stato fermato ad un posto di blocco. Quindi trascinati via da un gruppo di uomini in borghese armati. I membri del commando terrorista sono stati comunque identificati come membri dell'esercito, già noti per precedenti operazioni di "guerra sporca".
Ciò che rende questo ennesimo eccidio particolarmente disgustoso è la nota e tradizionale indole pacifica della comunità a cui appartenevano le vittime. Indole pacifica che ha impregnato di autentica nonviolenza tutte le lotte di questa comunità. Come forse ricordano coloro che tre anni fa parteciparono al convegno di Milano (indetto fra l'altro dalla Lega per i diritti e la liberazione dei Popoli, da "Etnie", da "Quetzel" ecc.), a cui prese parte anche una delegazione di indiani Arhuacos di Santa Marta.
Sofia, una compagna colombiana, che ha vissuto per parecchio tempo ospite della comunità come medico, ci ha parlato, ancora shoccata per la tragica notizia, dei tre suoi amici assassinati.
"I tre si "integravano" a vicenda, scambievolmente. Il più anziano era in qualche modo il "depositario della tradizione". Si era sempre rifiutato d'imparare lo spagnolo e vestiva abitualmente il costume tradizionale. Il più giovane invece aveva anche frequentato l'università, a Bogotà e aveva adottato un abbigliamento all'"occidentale". Si occupava in qualche modo delle "pubbliche relazioni', sia con le organizzazioni di solidarietà che con la pubblica amministrazione. Il terzo fungeva da mediatore tra i due. Se il più giovane si lasciava portare a qualche "passo falso", fuori dal solco della Tradizione, interveniva con i suoi consigli l'anziano. D'altro canto l'esperienza del cosiddetto mondo "civile", i rapporti con la stampa ecc. erano indispensabili per non cadere nell'isolamento. Di questo si occupava Angel Maria. Quando ho appreso della loro morte orribile, ho urlato... non credevo che potessero arrivare a tanto...".
Ovviamente episodi del genere non sono casuali. Rappresentano l'ennesimo tentativo delle forze armate colombiane di ipotecare qualsiasi tentativo di "riconciliazione" tra governo e opposizione. Si è fatto un gran parlare del processo detto "di pacificazione" e della svolta apertamente socialdemocratica (e non più anticapitalista) di M-19 che, dopo aver deposto le armi, ha preso parte alle elezioni. I buoni risultati conseguiti dall'organizzazione di Antonio Navarro non possono comunque nascondere che il 70 (settanta) per cento dei potenziali votanti non si è nemmeno avvicinato alle urne elettorali; a conferma dell'estraneità tra istituzioni e popolo colombiano. E questa estraneità si ripercuote anche sulla "sinistra", sugli ex-guerriglieri.
Altre organizzazioni (come le FARC, l'Uc-Eln...), pur dichiarandosi favorevoli ad un negoziato globale, si sono rifiutate di riconsegnare le armi senza precise garanzie di potere continuare la loro lotta politicamente, democraticamente.
In pratica FARC (Fuerzas armadas revolucionarias colombianas) e Uc-Eln (Union Camilista-Ejercito de liberacion nacional) chiedono: La soppressione dei gruppi paramilitari (paravento dietro cui operano le squadre della morte parastatali); la fine dell'ingerenza nordamericana; la soluzione della questione del Debito non a spese dei diseredati (ossia dei contadini, degli operai e minatori, degli indiani..).
Chiedono soprattutto la convocazione di una Assemblea nazionale costituente, democratica e popolare. Da parte sua l'esercito con queste azioni terroristiche "manda a dire" che non intende rinunciare tanto facilmente al suo ruolo, alla sua egemonia. Con questi assassinii intende condizionare il processo in corso, svuotarlo di ogni possibilità autentica di cambiamento. Stroncare ogni reale opposizione con il terrore di stato; anche quella di cittadini inermi e completamente pacifici (oltre che pacifisti) come gli indigeni della Sierra Nevada.