Rivista Anarchica Online
Polizia in Fabbrika
di Cristina Valenti
Venerdì 28 dicembre scorso a Bologna è stata
sgomberata la Fabbrika di via Serlio, il centro sociale occupato
18 mesi fa, che ha funzionato in questo tempo come luogo di
aggregazione alternativo per sperimentazioni artistiche, musicali
e teatrali, ma anche come sede di iniziative patrocinate
dall'Università, oltre che come ricovero di senzatetto,
dormitorio per extracomunitari, cuore pulsante della marginalità
creativa, extra istituzionale per vocazione ed alternativa per
necessità, che ancora si muove dietro la facciata opulenta
del capoluogo emiliano. Della Fabbrika ci eravamo occupati a
proposito del "Dialogo teatrale" che vi si era svolto il
14 luglio scorso: interlocutori gli attori e danzatori dell'ISTA
(lnternational School of Theater Anthropology) e gli artisti che
avevano nel centro sociale un punto di riferimento non
occasionale, (Si veda "A" 175, agosto-settembre 1990,
pp. 36-39). A chiudere questa straordinaria stagione di
sperimentazione artistica e sociale e anche, bisogna dirlo, a
cancellare questi grandi spazi dove la bellezza dell'archeologia
industriale si stava rapidamente arredando e arricchendo dei segni e
degli oggetti depositati dai suoi nuovi, creativi abitanti (una
specie di museo di arte povera fatto di cose e materiali riciclati:
le sculture e i totem, i graffiti colorati e gli assemblaggi
ready-made), a porre la parola fine su tutto questo,
in sostanza, sono stati, all'alba di quel venerdì festivo,
dieci furgoni blindati pieni di poliziotti e carabinieri,
quindici ruspe, un bulldozer e decine di operai e facchini promossi
per l'occasione a "teste di cuoio", con il volto
coperto da passamontagna e alla guida di automezzi utili con la
targa coperta: uno straordinario spiegamento di forze e di mezzi per
sgomberare il "covo" di pochi artisti, una dozzina di
senzatetto, undici cani, un gatto e un cavallo. Giusto il tempo
perché gli occupanti potessero raccogliere le loro cose, e
alle 10 le ruspe erano già al lavoro per abbattere
i capannoni dell'ex fabbrica al posto dei quali sorgeranno
uffici, parcheggi e strutture commerciali della società
"Fiera 2000 srl". Eugenio Ravo, l'artista animatore
dello Spazio Teatro della Fabbrika, ha riempito per l'ultima
volta quei grandi spazi con la musica delle sue tube sonanti,
intonando una specie di lamento funebre (al secolare sonno della
ragione istituzionale?).
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