Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 177
novembre 1990


Rivista Anarchica Online

3 ottobre: io c'ero

Berlino, 3 ottobre 1990.
Le strade berlinesi si riempiono lentamente per essere quasi completamente impraticabili nelle ore tarde della serata del tanto atteso 2 ottobre, specialmente le arterie che portano al grande viale "17 giugno" e "Sotto i Tigli". Con un paio di amici seguo la folla. Non sento nessun entusiasmo, non quello del 9 novembre, ma è più la curiosità che mi spinge fino a Berlino Est verso la "Humbolt Universitàt", dove il cantautore Wolfgang Biermann, originario della Germania orientale ma rifugiatosi nella RFT per via delle sue canzoni contrarie alla linea politica dominante, tiene un concerto gratuito.
Il viaggio con il metro fino alla Friederichstrasse, da tempo liberata dalle cabine dei Vopos per il controllo dei passaggi all'est, è del tipo sardine in scatola. Incomincio a guardarmi intorno per cogliere i sentimenti pro e contro l'unione delle due Germanie. Nel viale "Sotto i Tigli" si snoda una lunga coda di gente di tutte le età che senza eufemismo sventola bandiere nerorossogialle e porta al petto spille con la data "Berlino 3 ottobre 1990". Seguono la manifestazione gruppi sparsi di non-allineati di diverse tendenze che si limitano a qualche show o a gridare qualche slogan del tipo "morte all'imperialismo tedesco", "Germania, chiudi il becco". TV e stampa hanno messo in agguato i visitatori della festa contro possibili attacchi di gruppi estremisti organizzati per l'occasione (che si faranno sentire in 15.000 l'indomani in Alexanderplatz).
Per il momento la sensazione è quella di una grande festa della birra con interminabili file di stand e innumerevoli altoparlanti che sputano canzonette da fiera paesana. Niente a che vedere con la spontaneità: la gioia del 9 novembre. Non so se questa maniera sobria di festeggiare sia dovuta ai sentimenti confusi che la celerità di questa unificazione ha causato o se si tratta semplicemente dell"incapacità" (scusate) dei tedeschi di festeggiare. La gente sembra seguire diligentemente i passi di un copione che non lascia spazio ad improvvisazioni. Se questa gente è così contenta non capisco come possa così bene controllare ogni emozione e non lasciar sfogo a una qualsiasi... tonteria...
Ma forse è questa la visione di una persona di temperamento focoso che inevitabilmente cozza con l'indole melanconico-introversa di questo popolo.
Il concerto di Biermann si svolge con la stessa tranquillità. Le sale sono strapiene ma nessuno canta con lui. Tra una canzone e l'altra si sentono gli elicotteri sorvolare Berlino: servizi di supersicureza instaurano un clima da guerra insopportabile.
Ci dirigiamo verso altri punti strategici. Andiamo controcorrente verso Alexanderplatz mentre la folla si dirige verso la porta di Brandeburgo. Alle 20.45 illuminano il cielo modesti fuochi d'artificio. Alexanderplatz è poco affollata. Alcune bande pop-rock cercano con poco successo di richiamare l'attenzione del pubblico. Due tedeschi ubriachi ci sventolano sotto il naso la bottiglia di champagne e dicono "Maledetti! Ce l'abbiamo fatta, finalmente una Germania. Quegli stronzi di destra e di sinistra...ma noi stiamo al centro e rimarremo sempre al centro". Non diamo risposta a queste parole fredde e alcolizzate. Passiamo per la prima volta sotto la porta di Brandeburgo, restaurata e ormai completamente sgombra da muri e staccionate. Per molti questo sarà stato un grande giorno, per tutti coloro che oltre quarant'anni fa si sono sentiti tagliati in due. Questi forse sono i soli che possono veramente sentire gioia profonda al di là di tutte le paure. Si temono le difficoltà socio-politico-economiche che la riunificazione comporta: l'espansionismo economico tedesco e la conseguente dipendenza degli altri stati dalla RFT, le altre possibili rivendicazioni territoriali di quest'ultima (confini Oder-Neisse con la Polonia) in seguito alla crescita di sentimenti nazionalisti.
A Berlino, intanto, non convincono le mosse politiche: i comandanti delle truppe alleate lasciano la città però le rispettive truppe rimarranno stazionate fino al '94 ed ancora, si teme che le forze armate, in seguito all'unificazione si facciano vive invitando tutti i cittadini berlinesi di sesso maschile dell'età compresa tra i 18 e 32 anni a presentarsi al comando militare, dal momento che in seguito alla unione lo statuto speciale di Berlino cessa di esistere e con esso entra in vigore anche per i berlinesi l'obbligo di prestare il servizio militare.
La sensazione al momento è che più che della fine di uno stato si tratti dell'annessione di uno stato ad un altro, del trionfo di istituzioni occidentali su istituzioni orientali.

Federica Peraro (Berlino)