Rivista Anarchica Online
Lettera aperta al presidente della repubblica
Signor Presidente, mi rivolgo a lei
come Capo delle forze armate italiane per restituire il congedo
militare che mi è stato recapitato, aderendo all'opportuna
iniziativa del Movimento Nonviolento italiano.
Già nella mia dichiarazione di
obiezione di coscienza del 1985 espressi il rifiuto non solo del
servizio militare obbligatorio ma dell'esistenza stessa degli
eserciti, convinzione che ho poi ribadito in tutti gli anni seguenti
nella dichiarazione di obiezione alle spese militari. Eppure dopo 20
mesi di tribolato e faticoso servizio civile presso la Croce Rossa mi
è arrivato questo "Foglio di congedo illimitato" che sul
retro riporta i "doveri del militare in congedo" in cui si
favoleggia che io continuerei ad appartenere alle forze armate (a cui
non sono mai "appartenuto": negli stessi distretti militari
gli obiettori sono considerati "forza assente") e dovrei
obbedienza a qualunque ordine mi pervenisse dalle autorità
militari, e che dovrei tenermi pronto "in caso di richiamo alle
armi". Siamo al ridicolo. Possibile che non si
possano stampare congedi diversi per i militari e per gli obiettori?
Si può spiegare solo con la battuta del delizioso film "Good
morning Vietnam" dove un ufficiale afferma: "Sono 15 anni
che comando nelle forze armate, e ho sempre seguito la logica
militare", e un suo superiore replica: "Logica militare?
Non trova che queste due parole si contraddicano?".
Signor presidente, a me sembra che i
tempi siano più che maturi per smetterla di considerare quella
militare una casta separata dalla società, che senso hanno
ormai il segreto militare, le servitù militari, i tribunali
militari, gli ospedali militari, i cappellani militari? Perché
il ministero della cosiddetta "Difesa" deve essere l'unico
a non subire tagli sostanziosi ed avere molti più soldi
(almeno 25.000 miliardi nel 1990) di quello della Sanità,
obbligando la povera gente a pagare i ticket sulla salute? Già
da anni il Nobel per l'economia W. Leontief ("La spesa militare"
Mondadori, 1984) ha dimostrato gli effetti totalmente negativi per la
società delle spese militari, e recentemente analoghi
risultati sono emersi in uno studio pubblicato dalla rivista
statunitense "Businness week". E come sopportare ancora la
presenza di basi straniere con armi nucleari in territorio italiano,
anticostituzionale limitazione della sovranità nazionale come
lei certo sa?
Da lungo tempo i movimenti pacifisti
evidenziano questi argomenti con tutti i mezzi possibili:
manifestazioni, appelli, petizioni popolari, progetti di legge,
contestazioni, azioni dirette nonviolente (referendum no: non sono
permessi sulle questioni militari), ma senza alcun risultato in
questa pseudo-democrazia che permette alla gente di esprimersi solo
con il voto a un partito ogni 4-5 anni.
Ma continueremo a lavorare per il
disarmo e la smilitarizzazione perché la volontà
popolare non può che essere rispettata prima o poi, come
dimostrano anche gli enormi cambiamenti sociali in corso nei paesi
dell'Europa orientale dopo decenni di dittature militari, splendidi
esempi di vera democrazia per tutti noi.
In attesa di una eventuale risposta, la
saluto.
Paolo Maurizio (Bologna)
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