Rivista Anarchica Online
Schegge di libertà
di Claudio Neri
A prima vista, forse, può
apparire semplice, quasi scontato, il rapporto tra anarchia e
libertà. Invece, sostiene l'autore di questi appunti, non è
così. Soprattutto, non è vero che anarchia e libertà
siano due facce della stessa medaglia
La società prefigurata dagli
anarchici è il regno della Libertà. Un Regno quindi
senza Re, dominii, imposizioni: un regno in cui ognuno agisce nella
più completa libertà, individuale e collettiva, con
l'unico limite di non ledere l'uguale libertà altrui.
Per giungere a tale società lo
strumento di ingegneria sociale diviene pressoché
obbligatorio: esso è dato dalla Libertà. L'anarchismo,
il continuo tendere all'anarchia e vivere l'anarchia, vive della
Libertà. L'anarchia non è una società data,
fissa, immobile ma ha comunque un suo perno fondamentale: la Libertà.
Anarchia e Libertà sembrerebbero
sinonimi, identici, sovrapponibili. Ma se fossero uguali perché
due nomi per designare uno stesso oggetto? Abbiamo detto che
l'anarchia è il regno della Libertà: ma non solo.
L'anarchia è pure un desiderio, un'aspirazione, un sentimento
teso a costruire un mondo migliore di quello in cui viviamo oggi,
tanto migliore che lo consideriamo "altro". L'anarchia è
una visione futura, specifica della società umana basata
sull'amore reciproco, sull'antiautoritarismo, sulla solidarietà,
sull'autodecisionalità. In una certa misura, come idea
utopica, ha in sé una componente totalizzante nel senso che
viene prefigurato l'universo umano all'interno dell'idea anarchica;
un universo in cui gli uomini, tutti, da un certo momento in poi si
basano su certi valori "buoni", "positivi" e
partecipano di questo mondo.
L'anarchia vuole l'uomo "libero":
ma... se questo non vuole esserlo? Bisogna attendere "l'evoluzione"
da noi desiderata o costruirsi un mondo proprio, anarchico non come
fuga in avanti, né come rifiuto o allontanamento ma come
esperienza personale e collettiva?
Il problema è insito
nell'anarchismo, cioè nel suo divenire in una realtà
non anarchica.
Noi, i diversi, "gli altri"
Se è vero che l'anarchismo
spinge al massimo grado la libertà si devono, in attesa di
veder realizzato il mondo utopico sperato, accettare le più
disparate diversità; accettare come dato oggettivo non come
condivisione; convivere per evidenza fisica; mediare per i possibili
contatti anche con strutture che anarchiche non siano senza per
questo perdere le nostre specificità. Gli anarchici hanno
sempre considerato la diversità come un elemento positivo
nello svolgersi della società. Noi, i diversi, gli "altri"
per definizione, abbiamo presentato la nostra diversità come
propositiva, attiva stimolante. Quando noi proiettiamo nel futuro il
nostro ideale parliamo di diversità con un grado di attrito
fra loro relativamente accettabile, debole. La diversità si
estrinseca nella società usufruendo della libertà, ma
la libertà non solo necessita di diversità, ma è
tale quando accetta, riesca ad assicurare realtà anche
contrastanti.
Mi pare che a volte ciò che
definiamo diversità siano in effetti variabili anarchiche più
o meno ortodosse, più o meno accettabili.
Bisogna considerare invece Libertà
ed Anarchia come cose differenti anche se quest'ultima non può
essere senza la prima.
L'anarchismo può sin da ora
creare, dove possibile, isole libertarie senza paura di demolire il
proprio nocciolo duro di pensiero, di fatti, di esperienze, di
uomini. Sentirsi "altro", "diverso" e nel
contempo "nella" società . La libertà
dobbiamo cercarla imponendola per noi a chi vuol negarla. Essendo
impossibile identificare in un solo obiettivo la nostra azione ma
necessitando estenderla alla società tutta, si impone un modo
di essere che si diffonda nei vari settori sociali. È
impossibile dire come si avrà l'anarchia: ogni mezzo
eticamente corretto (in termini umani e politici) è adatto al
raggiungimento del nostro scopo. Un anarchismo quindi propositivo
oggi nella società come operatività pratica (per
esempio comuni, bioregionalismo, agricoltura biologica,
municipalismo). Proporre, creandola ove possibile, l'alternativa
rivendicando il diritto alle proprie sperimentazioni.
Autonomia e solidarietà
L'anarchismo può vivere di
proprie "isole" anche all'interno dell'attuale ordinamento
sociale. Libertà per tutti significa esperimentazione libera
per tutti. Chi vuol costruirsi un mondo anarchico lo possa, chi
masochisticamente vuol vivere in un ordinamento autoritario lo possa,
senza volerlo imporre ad altri. L'alterità, vissuta a contatto
di gomito, può essere esplosiva, dura ma ricca di esperienze e
propositività e, perché no, gratificante.
Essendo molteplici le forze in gioco in
una società, molteplici le possibili sperimentazioni, ognuna
portatrice di una propria peculiare verità e incompletezza,
queste realtà potrebbero sin dal loro sorgere riaggregarsi in
una sorta di federalismo (autonomia e solidarietà). Tutto ciò
senza aver paura di sporcarsi le mani nel contatto con gli altri e
senza sentirsi frustrati se tutto ciò che tocchiamo non si
trasforma in oro. Non è questa una passiva
accettazione o rassegnazione dell'esistente intorno a noi ma una
comprensione dei vari livelli di desiderio di libertà che
ognuno porta con sé. Si presuppone qui che anche strutture che
non siano anarchiche tollerino esperienze diverse, almeno sino ad un
certo grado: se questo non dovesse accadere il problema che nasce
sarebbe quello della difesa personale e collettiva. Altra questione
tanto importante quanto drammatica. L'anarchismo vive della/nella
Libertà, nella non-gerarchia solidaristica: chi anarchico non
è e vuole sottomettersi (o comandare) in una struttura
gerarchica può usare della propria Libertà in questo
senso.
Non per niente Hobbes considerava
l'atto contrattualistico un atto significante di Libertà.
Se l'anarchismo senza Libertà
non può sussistere è però vero il contrario se
consideriamo la Libertà a vari livelli da uno Stato
dittatoriale ad uno democratico per quanto concerne la storia
contemporanea.
Non solo libertà
L'anarchismo non è Libertà
in una equivalenza rigida ma è un certo tipo di Libertà,
una Libertà con un suo proprio senso, indirizzo, scopo in
termini qualitativi; una Libertà enorme, la più ampia
in termini quantitativi. L'accettazione della Libertà come
mezzo impone di accettare le diversità. Una società
aperta deve necessariamente vivere nella Libertà non solo
nelle idee ma soprattutto nei fatti e nelle loro conseguenze. Non
solo diritto di parola, pensiero ma anche di azione.
L'anarchismo non è solo Libertà.
Si potrebbe ipotizzare un accordo fra persone per istituire la
"libertà" del più forte: ciò non è
anarchismo, logicamente. L'anarchismo è un certo uso
della Libertà, indirizzata ad un continuo permanere ed agire
affinché ognuno trovi, stabilisca da sé il proprio
scopo, la propria felicità partecipando, se vuole, dei
vantaggi del vivere in comune agli altri. La felicità di
crescere senza oppressione implica una lotta serrata contro coloro
che vogliono imporre sia a proprio favore che nell'interesse
collettivo determinati modi di vita. L'anarchismo, non avendo un
principio di Verità imponibile, quello di Libertà per
sua natura non si può imporre, crea una situazione di prova
continua, di novità e dubbio in azione. La Verità
divina (unica) non è per gli anarchici che amano verità
umane cioè molteplici, non assolute ma storiche, verificabili,
piene di esistenza e di desiderio.
È
certo che l'anarchismo è la teoria che spinge al massimo grado
di utilizzo la Libertà per un "bene" che si ritiene
tale universalmente.
Ma dato che non tutti paiono ritenere
la Libertà così importante da farne il fulcro su cui
diramare se stessi e i propri rapporti sociali (vuoi per mancanza di
pensiero, o per mancanza di conoscenze di ipotesi, sia per sfiducia
verso l'uomo, sia perché il Dominio pare spesso più
comodo) è necessario proporre culturalmente (in pensieri ed
azioni) un concetto legato al valore positivo della Libertà e
questo perché l'aspirazione alla Libertà va stimolata
verso chi non ce l'ha e mantenuta in coloro che l'hanno perché
ricercare una società libera è una decisione razionale
e sentimentale che va continuamente confermata perché può
perdersi come valore e quindi non si può ritenere di averla
acquisita una volta per tutte.
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