Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 164
maggio 1989


Rivista Anarchica Online

Un film sul Nicaragua
di Pino Bertelli

"Il Nicaragua costituisce un pericoloso esempio.
Non lo si attacca perché non c'è la democrazia, ma per fare in modo che non ci sia".
Tribunale dei popoli

La rivoluzione sociale nicaraguegna non è solo nei vecchi "kalashnikov" in mano ai giovani "cachorros" ma è quel groviglio di idee, culture, utopie che portano un popolo a combattere per la propria libertà e divenire un esempio per tutti gli oppressi della terra.
"CONTRA-DICTION" (1988) di Giuseppe Ferrara, racconta il Nicaragua.
Senza la retorica della propaganda o l'apologia dell'"apostolato socialista" nel mondo. Anche la santa romana chiesa non c'entra nulla. I gesuiti che si sono schierati apertamente con la rivoluzione sandinista (Alvaro Arguello, Ernesto Cardenal, Fernando Cardenal, Maryknoll Miguel D'Escoto Brockman, Edgar Parrales...) sono i portavoce della "nuova chiesa", la "chiesa del popolo".
In America Latina i soldati di Cristo hanno cessato di credere all'infallibilità papale, hanno buttato alle ortiche dogmi e gerarchie del "popolo di Dio", si sono avventurati nella pratica di liberazione radicale della vita offesa.
L'Utopia centro-americana da conquistare, che scivola addosso alle contraddizioni della civiltà affluente, l'ha descritta "Padre Lupe" (James Francis Carney): "Né comunista capitalista, una fratellanza di tutta l'umanità...una società senza classi". "Padre Lupe" aveva sostituito il fucile al crocefisso. La guerriglia al confessionale. È morto nel 1983 insieme a 90 uomini per la libertà dell'Honduras e dell'intero arcipelago Latinoamericano.
La cristianità nicaraguense è di quelle senza comici da baraccone (papa Wojtyla); la sovranità del popolo viene prima di ogni fede o programma e la sola teologia della iberazione che il Nicaragua riconosce è quella dell'autodeterminazione, la riconquista delle proprie radici culturali e storiche, la volontà di esistere fuori da ogni forma di imperialismo.
"CONTRA-DICTION" è qualcosa di più del documentario sociologico o inchiesta di tipo giornalistico; vuole essere la testimonianza diretta di una rivoluzione sociale. Il linguaggio del film di Ferrara è quello del cinema politico che Joris lvens, Chris Marker, Jean-Luc Godard, Nagisa Oshima e altri film-maker latinoamericani hanno disseminato sugli schermi del mondo.
Brani di repertorio, interviste, feste folcloristiche, sabotatori Contras, assemblee popolari, ecc., sono intrecciati, accostati a schegge di quotidianità del popolo nicaraguegno.
La voce "fuori campo" è limitata a poche battute, l'uso stringato delle didascalie alleggerisce la visione e il nastro sonoro è lasciato ai protagonisti, al Nicaragua.
Sono escluse le domande dell'intervistatore e il filo portante del discorso si allarga e cresce di emozioni, per le poesie di Ernesto Cardenal, Rosario Murillo, Julio Valle, Gioconda Belli (lette da Lina Sastri e Mattia Sbragia). Gli speaker sono Adalberto Maria Merli e Marika Ferri. I testi e le interviste a cura di Luigi Troiani. La colonna sonora composta da Maurizio e Luciano Francisci si fonde a motivi popolari. La fotografia è di Giacomo Testa. Fonico in presa diretta Gianni Sardo. Montaggio e regia Giuseppe Ferrara.
"CONTRA-DICTION" ripercorre la storia del Nicaragua. Il primo sbarco dei marine del 1933, le imprese di Sandino, il generale degli "uomini liberi", la dinastia dittatoriale dei Somoza, il regalo di Mussolini (un carro armato) ad Anastasio Somoza, l'interesse dei vari presidenti americani a colonizzare quel pugno di terra ribelle, la crescita della lotta di liberazione, l'insurrezione popolare, la vittoria della rivoluzione sandinista.
Culture differenti e modi diversi di interpretare il mondo e di cambiarlo si riconoscono in una praxis della liberazione che è fucina di idee nuove dove l'autodeterminazione e la sovranità del popolo è il sale della vita. Il film si chiude in armonia con lo spirito "nica": la "alegria," che è voglia di pace, di libertà e di fratellanza per l'intero arcipelago Latinoamericano. Così padre D'Escoto, passeggiando in un patio: "Molti si sorprendono che in Nicaragua, a cominciare dai membri del nostro governo, ci siano tanti poeti: ma la nostra rivoluzione cos'altro è se non il concretizzarsi di una poesia?".
Il film di Ferrara contiene anche diversi "buchi". A tratti il sonoro è eccessivamente "sporco", sovente il montaggio è occasionale, la fotografia irrisolta, molte sequenze sono estremamente grezze e sul finire il testo fuori campo si accoda su venature ottimistiche ai committenti del lavoro (CGIL). Questa organizzazione sindacale, che sul versante internazionalista sembra aperta a molte comprensioni e si adatta a stare sul grande arcobaleno terzomondista, in politica interna mostra tutta l'arroganza, la burocrazia, l'oligarchia del sindacato/ istituzione manovrato dal braccio lungo del PCI,.
"CONTRA-DICTION" è una fotografia del sottosviluppo in cui versa il Nicaragua.
Però è anche un contenitore di segni, di situazioni collettive che accendono nelle coscienze di molti, i fuochi (mai spenti) della solidarietà internazionale, della conquista di una quotidianità a misura d'uomo, della possibilità di vivere oltre le barriere ideologiche e mercantili. Dunque una guerra di pace dove i sassi della rivolta arrivano lontano e scuotono alle fondamenta i palazzi d'inverno e le bastiglie delle democrazie armate. I 50.000 morti della rivoluzione sandinista sono lì a dimostrare la volontà di un popolo a lottare per la liberazione integrale dell'individuo di fronte al mondo e tenere nel cuore il grido: no venderse ni rindirse (non vendersi né arrendersi).
Un'idea può fare scoppiare un amore o accendere un fuoco che nessun bastone potrà mai spegnere: quella di allargare a un numero sempre più grande di uomini il godimento e il frutto delle proprie Utopie realizzate.