Rivista Anarchica Online
Un film
sul Nicaragua
di Pino Bertelli
"Il
Nicaragua costituisce un pericoloso esempio. Non
lo si attacca perché non c'è la democrazia, ma per fare
in modo che non ci sia". Tribunale dei popoli
La rivoluzione sociale nicaraguegna non
è solo nei vecchi "kalashnikov" in mano ai giovani
"cachorros" ma è quel groviglio di idee, culture,
utopie che portano un popolo a combattere per la propria libertà
e divenire un esempio per tutti gli oppressi della terra.
"CONTRA-DICTION" (1988) di
Giuseppe Ferrara, racconta il Nicaragua.
Senza la retorica della propaganda o
l'apologia dell'"apostolato socialista" nel mondo. Anche la
santa romana chiesa non c'entra nulla. I gesuiti che si sono
schierati apertamente con la rivoluzione sandinista (Alvaro Arguello,
Ernesto Cardenal, Fernando Cardenal, Maryknoll Miguel D'Escoto
Brockman, Edgar Parrales...) sono i portavoce della "nuova
chiesa", la "chiesa del popolo".
In America Latina i soldati di Cristo
hanno cessato di credere all'infallibilità papale, hanno
buttato alle ortiche dogmi e gerarchie del "popolo di Dio",
si sono avventurati nella pratica di liberazione radicale della vita
offesa.
L'Utopia centro-americana da
conquistare, che scivola addosso alle contraddizioni della civiltà
affluente, l'ha descritta "Padre Lupe" (James
Francis Carney): "Né comunista
né capitalista, una fratellanza di tutta
l'umanità...una società senza classi". "Padre
Lupe" aveva sostituito il fucile al crocefisso. La
guerriglia al confessionale. È morto nel 1983 insieme a 90
uomini per la libertà dell'Honduras e dell'intero arcipelago
Latinoamericano.
La cristianità
nicaraguense è di quelle senza comici da baraccone (papa
Wojtyla); la sovranità del popolo viene prima di ogni fede o
programma e la sola teologia della iberazione che il
Nicaragua riconosce è quella dell'autodeterminazione, la
riconquista delle proprie radici culturali e storiche, la volontà
di esistere fuori da ogni forma di imperialismo. "CONTRA-DICTION" è
qualcosa di più del documentario sociologico o inchiesta di
tipo giornalistico; vuole essere la testimonianza diretta di una
rivoluzione sociale. Il linguaggio del film di Ferrara è
quello del cinema politico che Joris lvens, Chris Marker, Jean-Luc
Godard, Nagisa Oshima e altri film-maker latinoamericani hanno
disseminato sugli schermi del mondo.
Brani di repertorio, interviste, feste
folcloristiche, sabotatori Contras, assemblee popolari, ecc., sono
intrecciati, accostati a schegge di quotidianità del popolo
nicaraguegno.
La voce "fuori campo" è
limitata a poche battute, l'uso stringato delle didascalie
alleggerisce la visione e il nastro sonoro è lasciato ai
protagonisti, al Nicaragua.
Sono escluse le domande
dell'intervistatore e il filo portante del discorso si allarga e
cresce di emozioni, per le poesie di Ernesto Cardenal, Rosario
Murillo, Julio Valle, Gioconda Belli (lette da Lina Sastri e Mattia
Sbragia). Gli speaker sono Adalberto Maria Merli e Marika Ferri. I
testi e le interviste a cura di Luigi Troiani. La colonna sonora
composta da Maurizio e Luciano Francisci si fonde a motivi popolari.
La fotografia è di Giacomo Testa. Fonico in presa diretta
Gianni Sardo. Montaggio e regia Giuseppe Ferrara. "CONTRA-DICTION" ripercorre
la storia del Nicaragua. Il primo sbarco dei marine del 1933, le
imprese di Sandino, il generale degli "uomini
liberi", la dinastia dittatoriale dei Somoza, il regalo
di Mussolini (un carro armato) ad Anastasio Somoza, l'interesse dei
vari presidenti americani a colonizzare quel pugno di terra ribelle,
la crescita della lotta di liberazione, l'insurrezione popolare, la
vittoria della rivoluzione sandinista.
Culture differenti e modi diversi di
interpretare il mondo e di cambiarlo si riconoscono in una praxis
della liberazione che è fucina di idee nuove dove
l'autodeterminazione e la sovranità del popolo è il
sale della vita. Il film si chiude in armonia con lo spirito "nica":
la "alegria," che è voglia di pace, di libertà
e di fratellanza per l'intero arcipelago Latinoamericano. Così
padre D'Escoto, passeggiando in un patio: "Molti si
sorprendono che in Nicaragua, a cominciare dai membri del nostro
governo, ci siano tanti poeti: ma la
nostra rivoluzione cos'altro è se non il concretizzarsi di una
poesia?". Il film di Ferrara contiene anche
diversi "buchi". A tratti il sonoro è eccessivamente
"sporco", sovente il montaggio è occasionale, la
fotografia irrisolta, molte sequenze sono estremamente grezze e sul
finire il testo fuori campo si accoda su venature ottimistiche ai
committenti del lavoro (CGIL). Questa organizzazione sindacale, che
sul versante internazionalista sembra aperta a molte
comprensioni e si adatta a stare sul grande arcobaleno
terzomondista, in politica interna mostra tutta l'arroganza, la
burocrazia, l'oligarchia del sindacato/ istituzione manovrato dal
braccio lungo del PCI,. "CONTRA-DICTION" è una
fotografia del sottosviluppo in cui versa il Nicaragua.
Però è anche un
contenitore di segni, di situazioni collettive che accendono nelle
coscienze di molti, i fuochi (mai spenti) della solidarietà
internazionale, della conquista di una quotidianità a misura
d'uomo, della possibilità di vivere oltre le barriere
ideologiche e mercantili. Dunque una guerra di pace dove i
sassi della rivolta arrivano lontano e scuotono alle fondamenta i
palazzi d'inverno e le bastiglie delle
democrazie armate. I 50.000 morti della rivoluzione sandinista sono
lì a dimostrare la volontà di un popolo a lottare per
la liberazione integrale dell'individuo di fronte al mondo e
tenere nel cuore il grido: no venderse ni rindirse (non
vendersi né arrendersi).
Un'idea può fare scoppiare un
amore o accendere un fuoco che nessun bastone potrà mai
spegnere: quella di allargare a un numero sempre più grande di
uomini il godimento e il frutto delle proprie Utopie realizzate.
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