Rivista Anarchica Online
Progettare secondo natura
di Nancy Jack Todd / John Todd
Con questo titolo sta per uscire,
per i tipi dell'Eléuthera, un libro scritto da due ecologisti
americani - Nancy Jack Todd e John Todd - impegnati nella
realizzazione di soluzioni concrete ed "ecologiche" di una
vasta serie di problemi. In queste pagine pubblichiamo la
loro premessa all'edizione italiana.
Nei quattro anni trascorsi dalla prima
edizione americana, alcuni avvenimenti sensazionali hanno dato una
drammatica attualità al genere di lavoro che descriviamo in
questo libro ed al pensiero che vi è sotteso. Quelli che,
ancora pochi anni fa, erano termini un po' generici utilizzati per
indicare il deterioramento ambientale - come inquinamento
atmosferico, contaminazione radioattiva, rifiuti tossici - sono stati
attualizzati da ben noti eventi chiamati Bhopal, Chernobyl, "buco
nello strato d'ozono" ed "effetto serra". È
sempre più palese che la tematica ecologica non può
ancora per molto essere considerata marginale dai governi e
dall'intera società: ben presto essa sarà percepita
come centrale e urgente.
Nel complesso la situazione globale è
peggiorata.
La popolazione umana ha passato la
soglia dei cinque miliardi e molti di essi vivono una vita
drammaticamente segnata dalla fame, dal dolore, dalla lotta
incessante per assicurarsi la soddisfazione dei bisogni più
elementari. Il continuo deterioramento dei sistemi di supporto
biologico dell'umanità minaccia il destino delle future
generazioni. Nella sua relazione per il 1988 (1), il Worldwatch
Institute di Washington, ha stimato quelli che definisce come "segni
vitali della Terra", vale a dire fattori quali l'erosione del
suolo, le piogge acide, la degradazione del territorio,
l'inquinamento idrico ed atmosferico, la riduzione dell'habitat
naturale e della diversità delle specie viventi... ebbene,
tutti questi fattori sono vieppiù minacciati o minacciosi.
Temi ecologici e processi sociali
A controbilanciare, seppure
parzialmente, questi trend negativi, ci sono stati tuttavia sviluppi
incoraggianti che nell'insieme segnano forse l'inizio di una nuova
direzione, di un nuovo paradigma per le attività umane - come
s'è cominciato a chiamarlo - e che un giorno sarà visto
come il punto di svolta verso un futuro più sostenibile (2).
L'autunno del 1987 ha visto tre avvenimenti promettenti: l'Accordo di
Montreal che, firmato da ventiquattro nazioni e dalla Comunità
Europea, riguarda la difesa dello strato d'ozono; il trattato sulle
Forze Nucleari Intermedie, cioè il primo accordo tra Stati
Uniti e Unione Sovietica inteso non solo alla limitazione ma alla
riduzione degli arsenali nucleari; il Rapporto Brundtland alle
Nazioni Unite, che riconosce l'esigenza di conservare l'ambiente come
solo mezzo per soddisfare i bisogni delle popolazioni attuali senza
compromettere la soddisfazione dei bisogni delle generazioni future.
Un altro fenomeno, meno conclamato ma altrettanto se non più
importante, è l'emergere di gruppi di base, di organizzazioni
spontanee di cittadini finalizzate alla difesa di specifici tratti
dell'ambiente locale dallo sfruttamento e dalla distruzione. Ne è
risultato un numero crescente di militanti ben informati che
riconoscono e comprendono le interconnessioni tra temi ecologici e
processi sociali.
Per quanto riguarda i progetti
descritti in questo volume, essi sono tutti ancora in pieno sviluppo,
hanno acquisito maggiore influenza esterna e ad essi si sono aggiunte
varie nuove organizzazioni. Il New Alchemy Institute di Cape Cod ha
mantenuto un alto livello di ricerca nell'ambito dell'agricoltura
ecologica, con particolare riferimento al controllo dei parassiti ed
alla produzione "quattro-stagioni" in serre solari, ed ha
notevolmente ampliato l'ambito e l'efficacia dei suoi programmi di
divulgazione. Il lavoro di Wes e Dana Jackson al Land Institute di
Salinas (Texas) è arrivato sulla prima pagina del "New
York Times" che nello scorso agosto ha parlato dell'esigenza di
sviluppare colture resistenti alla siccità, nelle prospettiva
che il tendenziale aumento della temperatura indotto dall'effetto
serra continui. Gli sforzi dei Jackson, diretti a creare
un'agricoltura a modello della prateria, viene definito dal "Times"
come "una nuova forma d'agricoltura, basata non sulla
coltivazione di singole specie annuali in appezzamenti specializzati,
ma sulla coltivazione di una varietà di erbe perenni, insieme
a legumi, girasoli e cereali. L'idea è - prosegue il "Times"
- di imitare il comportamento della prateria, che prospera con clima
sia umido sia secco, caldo o freddo".
L'idea non è nuova per gli
ecologisti, ma è tuttavia significativo che sia considerata
dai redattori del "Times" meritevole della prima pagina.
Il lavoro di Amory e Hunter Lovins,
citato a proposito dell'energia rinnovabile, s'è consolidato e
ampliato con la costituzione del Rocky Mountain Institute di Snowmass
nel Colorado. L'Institute effettua consulenze e pubblicazioni in
tutto il mondo su argomenti quali l'energia, la sicurezza
internazionale, i problemi idrici, il rinnovamento dell'agricoltura e
dell'economia. I Lovins si sono guadagnati l'attenzione non solo di
alti funzionari governativi, ma anche di molte organizzazioni private
e di molti individui ed hanno giocato un ruolo di rilievo nel rendere
comprensibile ed operativa l'idea di società sostenibile.
Quanto alla nostra Ocean Arks
International, l'organizzazione fondata nel 1982 per disseminare in
tutto il mondo le idee e le pratiche della sostenibilità
ecologica, ci siamo allargati dal nostro obiettivo originario -
l'Ocean Pickup (3), cioè un veloce trimarano a vela progettato
come imbarcazione da lavoro e da pesca - a vari progetti in altri
campi. L'Ocean Pickup , battezzato "Edith Muma", è
ora proprietà dell'Università del Costarica e viene
usato dalla sua stazione di ricerche marine nel Golfo di Nicoya per
studiare la popolazione ittica e più in generale l'ecologia
del Golfo ed anche per migliorare l'efficienza e l'economicità
delle locali tecnologie di pesca. La più ampia tematica della
sostenibilità ecologica viene da noi affrontata in diversi
modi. Ocean Arks e la Lindisfarne Association coeditano un periodico
"Annals of Earth", che esce tre volte all'anno. Gli
"Annals" sono una miscela eclettica di scritti scientifici
e pratici, teorici e filosofici che indagano, spiegano e sperimentano
le connessioni tra la natura e la cultura, tra l'umanità e la
sua dimora planetaria.
Che cos'è l'acquatica solare
Il compito più impegnativo e
stimolante che si è assunto l'Ocean Arks recentemente è
stato senz'altro la creazione di un nuovo metodo di purificazione
dell'acqua che impiega varie tecnologie definite collettivamente come
l'"Acquatica Solare". È
sempre più diffusa la constatazione che in tutto il mondo
l'acqua - sia dolce, sia marina - va costantemente inquinandosi e
deteriorandosi. Benché sia ancora in fase sperimentale,
l'Acquatica Solare, progettata ad imitazione dei processi di
riciclaggio naturale di una palude, già si dimostra come il
mezzo più efficiente ed economico per purificare l'acqua
dolce.
L'Acquatica Solare è un metodo
basato sull'energia solare, per trattare le acque luride utilizzando
il potere purificante e riciclante di ecosistemi acquatici aerati,
costituiti da batteri, alghe, piante ed animali microscopici,
chiocciole, pesci, piante superiori. Il nostro primo progetto, allo
Sugarbush Sky Resort di Warren, nel Vermont, era messo a dura prova
dal fatto di dover processare il risultato dell'improvvisa esplosione
demografica stagionale degli sciatori, in un periodo dell'anno in cui
il sole scivola dietro le montagne alle due del pomeriggio, facendo
scendere la temperatura attorno ai 18 gradi centigradi sotto zero. Le
condizioni non erano certo ideali per fornire agli organismi viventi
di un ecosistema l'energia di cui hanno bisogno! Nonostante le
difficoltà o forse grazie ad esse - perché come disse
James Lovelock, padre dell'ipotesi Gea (4), "la natura è
un po' come una nonna vittoriana... più ostinatamente tenace
di quanto si sarebbe pensato" - l'impianto di Sugarbush ce l'ha
fatta ed ha funzionato ben oltre le aspettative. Il governatore dello
Stato ha visitato l'impianto ed è ormai diffusa l'opinione che
esso sia solo il primo di una serie di simili progetti
d'Acquatica Solare nel Vermont.
Il nostro secondo esperimento
d'Acquatica Solare ha avuto luogo più vicino a casa nostra,
qui a Cape Cod, nello Stato del Massachusetts. A Cape Cod non c'è
un vero e proprio sistema fognario. Tutte le abitazioni e gli edifici
pubblici e commerciali scaricano le acque luride in pozzi neri che
devono essere periodicamente svuotati. Lo svuotamento viene fatto
pompando fanghi luridi, che possono essere perfino cento volte più
concentrati delle acque luride, in autocisterne che li trasportano in
una delle varie aree a ciò devolute. Qui i fanghi vengono
scaricati in bacini all'aperto, noti come "lagune dei fanghi da
pozzo nero". Col tempo il fango filtra dalla laguna, attraverso
il suolo sabbioso, fino alla falda acquifera che costituisce l'unica
risorsa idrica di Cape Cod.
A causa di ciò, sono andate
comprensibilmente crescendo le preoccupazioni sullo stato di salute
dell'acqua del Capo. Recentemente, a seguito di un'agitazione di
cittadini e grazie alla chiaroveggenza dell'Ufficio d'Igiene (formato
in maggioranza da donne), il Comune di Harwich ha deciso di appurare
se l'Acquatica Solare era in grado di depurare i fanghi del pozzo
nero. Così, a partire dalla scorsa estate '88, l'area di
smaltimento del Comune di Harwich si differenzia dalle altre di Cape
Cod. La differenza non è immediatamente percepibile
all'ingresso, dove ci sono le solite montagnole di ghiaia di riporto,
spazzatura e cartacce svolazzanti, gabbiani voraci. Più
avanti, però, all'estremità opposta di quelle fetide
pozze che sono le "lagune da pozzo nero", c'è
un'imponente fila di venticinque cilindri alti e traslucidi: sono le
vasche solari per alghe già utilizzate nel New Alchemy
Institute. Questi serbatoi sono aerati ed interconnessi con tubazioni
di plastica. Ognuno contiene una "zattera" di piante
galleggianti sulla superficie dell'acqua. I fanghi luridi fluiscono
attraverso i serbatoi, l'uno dopo l'altro, finché vengono
deviati, a mezza strada, e fatti defluire in un canale di legno alto
più di un metro che corre lungo tutta la fila dei serbatoi. Il
canale è foderato in plastica e contiene un "acquitrino",
cioè un ecosistema di piante e animali acquatici che svolge un
ruolo vitale nel processo depurativo. Dopo questo giro per
l'acquitrino, l'acqua riprende il suo viaggio attraverso i serbatoi e
ne esce, dall'ultimo, cristallina.
La natura come modello
Come quello di Sugarbush anche
l'impianto di Harwich s'è dimostrato un clamoroso successo.
Esso elimina il novantanove per cento dell'azoto ammoniacale ed il
novantanove per cento del fosforo contenuto nei fanghi di partenza.
Ed il livello dei nitrati residui è un decimo della soglia di
sicurezza indicata per le acque sorgive. Nel complesso l'acqua
purificata dal nostro impianto è stata dichiarata
ufficialmente acqua di alta qualità. In pochi mesi
l'esperimento di Harwich ha dato risultati che costituiscono una
notevole scoperta nel campo del trattamento delle acque reflue, in
termini sia di convenienza economica sia di sicurezza ambientale.
L'impianto è stato visitato da
molta gente, tra cui importanti ed influenti personaggi
dell'amministrazione e dell'industria. Pare probabile che varianti
delle tecnologie solar-acquatiche messe alla prova a Sugarbush e ad
Harwich siano replicate su scala molto più ampia. È un
momento per noi entusiasmante: un numero crescente di persone, che
non erano mai state prima coinvolte nelle tematiche ambientali,
assimilano le implicazioni dei grafici illustrativi dell'impianto di
Harwich e reagiscono sia di fronte all'orrenda realtà della
nostra capacità inquinante, ampliamente esibita dalle lagune
di fanghi luridi, sia alla quasi miracolosa capacità
riciclante e purificante degli ecosistemi naturali. Qui, come durante
i primi anni al New Alchemy, la natura appare palesemente come un
modello per la cultura umana. Si tratta di un esperimento riuscito,
promettente e, ci auguriamo, autorevole che dimostra molto
chiaramente quello che Gregory Bateson chiamò molti anni fa,
parlando del lavoro del New Alchemy, "un paradigma che ha un
futuro". Forse è uno dei primi segni che la specie umana
sta nuovamente predisponendosi a co-evolvere in cosciente armonia con
il pianeta che la ospita.
1) Edizione italiana: Lester R.
Brown e altri, State of the World 1988. Rapporto sul nostro
pianeta. ISEDI, Torino, 1988.
2) "Sustainable"
in inglese. Nella letteratura ecologica nord-americana l'aggettivo
"sustainable" (e il corrispondente sostantivo
"sustainability") è di
largo e consolidato uso nella nuova e specifica accezione di "in
grado di conservarsi in equilibrio nel tempo", detto di un
sistema, o compatibile con l'equilibrio di un sistema o concorrente a
tale equilibrio, detto di azioni o processi. Esso è ormai
comunemente tradotto in italiano - o meglio trasferito letteralmente
all'italiano - con "sostenibile" (e "sostenibilità"). [N.d.T.]
3 ) Letteralmente "furgone
oceanico" : si chiamano, com'è noto, pickup
quegli autoveicoli a trasporto promiscuo - merci e persone - con la
parte posteriore scoperta.[N.d.T.]
4) "Gaia
Hypotesis" tradotto correttamente nella letteratura italiana
anche come Ipotesi Gaja. Gea (Gaia in greco antico ed in
inglese) era la divinità greca della Terra-madre.[N.
d. T.]
Creatività umana e creatività naturale
Progettare secondo natura (edizioni El`uthera, Milano 1989, 260 pag.. lire 24.000) presenta un originale approccio alla progettazione che si basa su quindici anni di ricerca e sperimentazione ecologica. Ne sono autori Nancy Jack Todd e John Todd, co-fondatori del New Alchemy Institute e dell'Ocean Ark International, due enti senza fine di lucro che operano nel campo della ricerca applicata allo sviluppo di tecnologie ecologiche appropriate. I Tod, che vivono a Cape Cod (Massachusetts, USA) con i loro tre figli, sono autori di vari saggi (tra cui Un ordine economico ecologico, pubblicato nella recente antologia Ecologia e autonomia a cura di M. Ceruti, Feltrinelli, 1988) e del volume Tomorrow is our permanent address ("Domani è il nostro indirizzo permanente") edito nell'80 da Harper & Row.
Sviluppando concretamente i temi connessi all'uso di energie rinnovabili e di sistemi basati sui cicli naturali in agricoltura e in acquacoltura, gli autori sono arrivati a concezioni progettuali più vaste che, partendo dalle idee pionieristiche di Buckminster Fuller (inventore delle cupole geodetiche) e di Gregory Bateson, coprono l'intero spazio che va da singoli progetti specifici a complessive proposte per un diverso, possibile futuro del pianeta: dalla ristrutturazione di un interno abitativo ad un intero quartiere, dalla costruzione d'una barca al recupero di un'area desertica...integrando sofisticate tecniche costruttive e informatiche con l'interazione tra elementi biologici e non-biologici dell'ambiente. Quello che ci prospetta questo libro, con un grande numero di esempi pratici, non è un ritorno a tecnologie primitive ma, al contrario, la necessità d'una nuova consapevole "collaborazione" tra l'inesauribile creatività umana e l'altrettanto inesauribile creatività naturale.
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