Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 164
maggio 1989


Rivista Anarchica Online

Progettare secondo natura
di Nancy Jack Todd / John Todd

Con questo titolo sta per uscire, per i tipi dell'Eléuthera, un libro scritto da due ecologisti americani - Nancy Jack Todd e John Todd - impegnati nella realizzazione di soluzioni concrete ed "ecologiche" di una vasta serie di problemi. In queste pagine pubblichiamo la loro premessa all'edizione italiana.

Nei quattro anni trascorsi dalla prima edizione americana, alcuni avvenimenti sensazionali hanno dato una drammatica attualità al genere di lavoro che descriviamo in questo libro ed al pensiero che vi è sotteso. Quelli che, ancora pochi anni fa, erano termini un po' generici utilizzati per indicare il deterioramento ambientale - come inquinamento atmosferico, contaminazione radioattiva, rifiuti tossici - sono stati attualizzati da ben noti eventi chiamati Bhopal, Chernobyl, "buco nello strato d'ozono" ed "effetto serra". È sempre più palese che la tematica ecologica non può ancora per molto essere considerata marginale dai governi e dall'intera società: ben presto essa sarà percepita come centrale e urgente.
Nel complesso la situazione globale è peggiorata.
La popolazione umana ha passato la soglia dei cinque miliardi e molti di essi vivono una vita drammaticamente segnata dalla fame, dal dolore, dalla lotta incessante per assicurarsi la soddisfazione dei bisogni più elementari. Il continuo deterioramento dei sistemi di supporto biologico dell'umanità minaccia il destino delle future generazioni. Nella sua relazione per il 1988 (1), il Worldwatch Institute di Washington, ha stimato quelli che definisce come "segni vitali della Terra", vale a dire fattori quali l'erosione del suolo, le piogge acide, la degradazione del territorio, l'inquinamento idrico ed atmosferico, la riduzione dell'habitat naturale e della diversità delle specie viventi... ebbene, tutti questi fattori sono vieppiù minacciati o minacciosi.

Temi ecologici e processi sociali
A controbilanciare, seppure parzialmente, questi trend negativi, ci sono stati tuttavia sviluppi incoraggianti che nell'insieme segnano forse l'inizio di una nuova direzione, di un nuovo paradigma per le attività umane - come s'è cominciato a chiamarlo - e che un giorno sarà visto come il punto di svolta verso un futuro più sostenibile (2). L'autunno del 1987 ha visto tre avvenimenti promettenti: l'Accordo di Montreal che, firmato da ventiquattro nazioni e dalla Comunità Europea, riguarda la difesa dello strato d'ozono; il trattato sulle Forze Nucleari Intermedie, cioè il primo accordo tra Stati Uniti e Unione Sovietica inteso non solo alla limitazione ma alla riduzione degli arsenali nucleari; il Rapporto Brundtland alle Nazioni Unite, che riconosce l'esigenza di conservare l'ambiente come solo mezzo per soddisfare i bisogni delle popolazioni attuali senza compromettere la soddisfazione dei bisogni delle generazioni future. Un altro fenomeno, meno conclamato ma altrettanto se non più importante, è l'emergere di gruppi di base, di organizzazioni spontanee di cittadini finalizzate alla difesa di specifici tratti dell'ambiente locale dallo sfruttamento e dalla distruzione. Ne è risultato un numero crescente di militanti ben informati che riconoscono e comprendono le interconnessioni tra temi ecologici e processi sociali.
Per quanto riguarda i progetti descritti in questo volume, essi sono tutti ancora in pieno sviluppo, hanno acquisito maggiore influenza esterna e ad essi si sono aggiunte varie nuove organizzazioni. Il New Alchemy Institute di Cape Cod ha mantenuto un alto livello di ricerca nell'ambito dell'agricoltura ecologica, con particolare riferimento al controllo dei parassiti ed alla produzione "quattro-stagioni" in serre solari, ed ha notevolmente ampliato l'ambito e l'efficacia dei suoi programmi di divulgazione. Il lavoro di Wes e Dana Jackson al Land Institute di Salinas (Texas) è arrivato sulla prima pagina del "New York Times" che nello scorso agosto ha parlato dell'esigenza di sviluppare colture resistenti alla siccità, nelle prospettiva che il tendenziale aumento della temperatura indotto dall'effetto serra continui. Gli sforzi dei Jackson, diretti a creare un'agricoltura a modello della prateria, viene definito dal "Times" come "una nuova forma d'agricoltura, basata non sulla coltivazione di singole specie annuali in appezzamenti specializzati, ma sulla coltivazione di una varietà di erbe perenni, insieme a legumi, girasoli e cereali. L'idea è - prosegue il "Times" - di imitare il comportamento della prateria, che prospera con clima sia umido sia secco, caldo o freddo".
L'idea non è nuova per gli ecologisti, ma è tuttavia significativo che sia considerata dai redattori del "Times" meritevole della prima pagina.
Il lavoro di Amory e Hunter Lovins, citato a proposito dell'energia rinnovabile, s'è consolidato e ampliato con la costituzione del Rocky Mountain Institute di Snowmass nel Colorado. L'Institute effettua consulenze e pubblicazioni in tutto il mondo su argomenti quali l'energia, la sicurezza internazionale, i problemi idrici, il rinnovamento dell'agricoltura e dell'economia. I Lovins si sono guadagnati l'attenzione non solo di alti funzionari governativi, ma anche di molte organizzazioni private e di molti individui ed hanno giocato un ruolo di rilievo nel rendere comprensibile ed operativa l'idea di società sostenibile.
Quanto alla nostra Ocean Arks International, l'organizzazione fondata nel 1982 per disseminare in tutto il mondo le idee e le pratiche della sostenibilità ecologica, ci siamo allargati dal nostro obiettivo originario - l'Ocean Pickup (3), cioè un veloce trimarano a vela progettato come imbarcazione da lavoro e da pesca - a vari progetti in altri campi. L'Ocean Pickup , battezzato "Edith Muma", è ora proprietà dell'Università del Costarica e viene usato dalla sua stazione di ricerche marine nel Golfo di Nicoya per studiare la popolazione ittica e più in generale l'ecologia del Golfo ed anche per migliorare l'efficienza e l'economicità delle locali tecnologie di pesca. La più ampia tematica della sostenibilità ecologica viene da noi affrontata in diversi modi. Ocean Arks e la Lindisfarne Association coeditano un periodico "Annals of Earth", che esce tre volte all'anno. Gli "Annals" sono una miscela eclettica di scritti scientifici e pratici, teorici e filosofici che indagano, spiegano e sperimentano le connessioni tra la natura e la cultura, tra l'umanità e la sua dimora planetaria.

Che cos'è l'acquatica solare
Il compito più impegnativo e stimolante che si è assunto l'Ocean Arks recentemente è stato senz'altro la creazione di un nuovo metodo di purificazione dell'acqua che impiega varie tecnologie definite collettivamente come l'"Acquatica Solare". È sempre più diffusa la constatazione che in tutto il mondo l'acqua - sia dolce, sia marina - va costantemente inquinandosi e deteriorandosi. Benché sia ancora in fase sperimentale, l'Acquatica Solare, progettata ad imitazione dei processi di riciclaggio naturale di una palude, già si dimostra come il mezzo più efficiente ed economico per purificare l'acqua dolce.
L'Acquatica Solare è un metodo basato sull'energia solare, per trattare le acque luride utilizzando il potere purificante e riciclante di ecosistemi acquatici aerati, costituiti da batteri, alghe, piante ed animali microscopici, chiocciole, pesci, piante superiori. Il nostro primo progetto, allo Sugarbush Sky Resort di Warren, nel Vermont, era messo a dura prova dal fatto di dover processare il risultato dell'improvvisa esplosione demografica stagionale degli sciatori, in un periodo dell'anno in cui il sole scivola dietro le montagne alle due del pomeriggio, facendo scendere la temperatura attorno ai 18 gradi centigradi sotto zero. Le condizioni non erano certo ideali per fornire agli organismi viventi di un ecosistema l'energia di cui hanno bisogno! Nonostante le difficoltà o forse grazie ad esse - perché come disse James Lovelock, padre dell'ipotesi Gea (4), "la natura è un po' come una nonna vittoriana... più ostinatamente tenace di quanto si sarebbe pensato" - l'impianto di Sugarbush ce l'ha fatta ed ha funzionato ben oltre le aspettative. Il governatore dello Stato ha visitato l'impianto ed è ormai diffusa l'opinione che esso sia solo il primo di una serie di simili progetti d'Acquatica Solare nel Vermont.
Il nostro secondo esperimento d'Acquatica Solare ha avuto luogo più vicino a casa nostra, qui a Cape Cod, nello Stato del Massachusetts. A Cape Cod non c'è un vero e proprio sistema fognario. Tutte le abitazioni e gli edifici pubblici e commerciali scaricano le acque luride in pozzi neri che devono essere periodicamente svuotati. Lo svuotamento viene fatto pompando fanghi luridi, che possono essere perfino cento volte più concentrati delle acque luride, in autocisterne che li trasportano in una delle varie aree a ciò devolute. Qui i fanghi vengono scaricati in bacini all'aperto, noti come "lagune dei fanghi da pozzo nero". Col tempo il fango filtra dalla laguna, attraverso il suolo sabbioso, fino alla falda acquifera che costituisce l'unica risorsa idrica di Cape Cod.
A causa di ciò, sono andate comprensibilmente crescendo le preoccupazioni sullo stato di salute dell'acqua del Capo. Recentemente, a seguito di un'agitazione di cittadini e grazie alla chiaroveggenza dell'Ufficio d'Igiene (formato in maggioranza da donne), il Comune di Harwich ha deciso di appurare se l'Acquatica Solare era in grado di depurare i fanghi del pozzo nero. Così, a partire dalla scorsa estate '88, l'area di smaltimento del Comune di Harwich si differenzia dalle altre di Cape Cod. La differenza non è immediatamente percepibile all'ingresso, dove ci sono le solite montagnole di ghiaia di riporto, spazzatura e cartacce svolazzanti, gabbiani voraci. Più avanti, però, all'estremità opposta di quelle fetide pozze che sono le "lagune da pozzo nero", c'è un'imponente fila di venticinque cilindri alti e traslucidi: sono le vasche solari per alghe già utilizzate nel New Alchemy Institute. Questi serbatoi sono aerati ed interconnessi con tubazioni di plastica. Ognuno contiene una "zattera" di piante galleggianti sulla superficie dell'acqua. I fanghi luridi fluiscono attraverso i serbatoi, l'uno dopo l'altro, finché vengono deviati, a mezza strada, e fatti defluire in un canale di legno alto più di un metro che corre lungo tutta la fila dei serbatoi. Il canale è foderato in plastica e contiene un "acquitrino", cioè un ecosistema di piante e animali acquatici che svolge un ruolo vitale nel processo depurativo. Dopo questo giro per l'acquitrino, l'acqua riprende il suo viaggio attraverso i serbatoi e ne esce, dall'ultimo, cristallina.

La natura come modello
Come quello di Sugarbush anche l'impianto di Harwich s'è dimostrato un clamoroso successo. Esso elimina il novantanove per cento dell'azoto ammoniacale ed il novantanove per cento del fosforo contenuto nei fanghi di partenza. Ed il livello dei nitrati residui è un decimo della soglia di sicurezza indicata per le acque sorgive. Nel complesso l'acqua purificata dal nostro impianto è stata dichiarata ufficialmente acqua di alta qualità. In pochi mesi l'esperimento di Harwich ha dato risultati che costituiscono una notevole scoperta nel campo del trattamento delle acque reflue, in termini sia di convenienza economica sia di sicurezza ambientale.
L'impianto è stato visitato da molta gente, tra cui importanti ed influenti personaggi dell'amministrazione e dell'industria. Pare probabile che varianti delle tecnologie solar-acquatiche messe alla prova a Sugarbush e ad Harwich siano replicate su scala molto più ampia. È un momento per noi entusiasmante: un numero crescente di persone, che non erano mai state prima coinvolte nelle tematiche ambientali, assimilano le implicazioni dei grafici illustrativi dell'impianto di Harwich e reagiscono sia di fronte all'orrenda realtà della nostra capacità inquinante, ampliamente esibita dalle lagune di fanghi luridi, sia alla quasi miracolosa capacità riciclante e purificante degli ecosistemi naturali. Qui, come durante i primi anni al New Alchemy, la natura appare palesemente come un modello per la cultura umana. Si tratta di un esperimento riuscito, promettente e, ci auguriamo, autorevole che dimostra molto chiaramente quello che Gregory Bateson chiamò molti anni fa, parlando del lavoro del New Alchemy, "un paradigma che ha un futuro". Forse è uno dei primi segni che la specie umana sta nuovamente predisponendosi a co-evolvere in cosciente armonia con il pianeta che la ospita.

1) Edizione italiana: Lester R. Brown e altri, State of the World 1988. Rapporto sul nostro pianeta. ISEDI, Torino, 1988.
2) "Sustainable" in inglese. Nella letteratura ecologica nord-americana l'aggettivo "sustainable" (e il corrispondente sostantivo "sustainability") è di largo e consolidato uso nella nuova e specifica accezione di "in grado di conservarsi in equilibrio nel tempo", detto di un sistema, o compatibile con l'equilibrio di un sistema o concorrente a tale equilibrio, detto di azioni o processi. Esso è ormai comunemente tradotto in italiano - o meglio trasferito letteralmente all'italiano - con "sostenibile" (e "sostenibilità"). [N.d.T.]
3 ) Letteralmente "furgone oceanico" : si chiamano, com'è noto, pickup quegli autoveicoli a trasporto promiscuo - merci e persone - con la parte posteriore scoperta.[N.d.T.]
4) "Gaia Hypotesis" tradotto correttamente nella letteratura italiana anche come Ipotesi Gaja.
Gea (Gaia in greco antico ed in inglese) era la divinità greca della Terra-madre.[N. d. T.]

Creatività umana e creatività naturale

Progettare secondo natura (edizioni El`uthera, Milano 1989, 260 pag.. lire 24.000) presenta un originale approccio alla progettazione che si basa su quindici anni di ricerca e sperimentazione ecologica. Ne sono autori Nancy Jack Todd e John Todd, co-fondatori del New Alchemy Institute e dell'Ocean Ark International, due enti senza fine di lucro che operano nel campo della ricerca applicata allo sviluppo di tecnologie ecologiche appropriate. I Tod, che vivono a Cape Cod (Massachusetts, USA) con i loro tre figli, sono autori di vari saggi (tra cui Un ordine economico ecologico, pubblicato nella recente antologia Ecologia e autonomia a cura di M. Ceruti, Feltrinelli, 1988) e del volume Tomorrow is our permanent address ("Domani è il nostro indirizzo permanente") edito nell'80 da Harper & Row.
Sviluppando concretamente i temi connessi all'uso di energie rinnovabili e di sistemi basati sui cicli naturali in agricoltura e in acquacoltura, gli autori sono arrivati a concezioni progettuali più vaste che, partendo dalle idee pionieristiche di Buckminster Fuller (inventore delle cupole geodetiche) e di Gregory Bateson, coprono l'intero spazio che va da singoli progetti specifici a complessive proposte per un diverso, possibile futuro del pianeta: dalla ristrutturazione di un interno abitativo ad un intero quartiere, dalla costruzione d'una barca al recupero di un'area desertica...integrando sofisticate tecniche costruttive e informatiche con l'interazione tra elementi biologici e non-biologici dell'ambiente.
Quello che ci prospetta questo libro, con un grande numero di esempi pratici, non è un ritorno a tecnologie primitive ma, al contrario, la necessità d'una nuova consapevole "collaborazione" tra l'inesauribile creatività umana e l'altrettanto inesauribile creatività naturale.