Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 161
febbraio 1989


Rivista Anarchica Online

Travolta da un insolito libro

Carissima redazione,
approfitto di questa mia richiesta di informazioni per farvi sapere alcune cose che avrei voluto dirvi da tempo.
È da due anni che leggo "A", avevo cominciato senza avere ancora le idee chiare sulle mie convinzioni politiche, c'era solo una aperta insopportabile insofferenza di base per le istituzioni, per la rigidità dello stato, per le enormi ingiustizie ed oppressioni di cui esso si faceva portatore, ma, lo ripeto, ancora non avevo strutturato un discorso preciso, tramite una mia etica interna del tutto personale che non voleva in alcun modo riconoscersi in alcuno dei partiti e che, come sempre, veniva derisa come un'utopia assurda.
Lo ammetto, in quel momento la parola anarchia mi incuteva un certo timore, sembrava troppo "forte" anche solo prenderla in considerazione; e per questo, me ne accorgo ora, è chiaro che risentissi del peso delle assurde censure e ipocrisie della cultura imperante.
Poi cominciai ad interessarmi alla cosa dal punto di vista culturale, senza implicazioni personali, con il saggio di George Woodcock sull'anarchia.
Travolta è forse il termine più appropriato per spiegare come mi sentissi dopo averlo letto, travolta in modo totale, anche a livello emozionale, fu come un'ondata di energia positiva, di entusiasmo davvero totalizzante.
Ma la cosa che più mi sorprese è che ciò che vi era scritto mi appariva come del tutto naturale, come se il tipo di società di cui si parlava fosse il più auspicabile proprio a livello di istinto.
Continuai la mia ricerca attraverso l'ideologia dei maggiori pensatori e poi cercai di informarmi sull'esistenza di riviste sull'argomento, per avere una dimensione più vasta del fenomeno nella sua forma attuale.
Diciamo che è da allora che vi seguo in modo appassionato, o meglio, è una "passione" che si è consolidata nel tempo, di pari passo, credo, a una mia maturazione interiore (ho 20 anni).
Mi avete aperto molte strade, sono cresciuta tantissimo grazie a voi, ho sentito che potevo fare qualcosa, che gli ideali non erano solo astrazione, che l'Utopia poteva essere davvero realtà, e mi sono resa conto che l'orrendo "oscurantismo" (che esiste tuttora) aveva travisato, nel modo più bigotto e conservatore, l'ideale di libertà anarchico, diffondendolo come sinonimo di menefreghismo, caos e, peggio ancora, distruzione e terrorismo (dava troppo fastidio; è lampante).
È bello sentire che si può fare ancora qualcosa al di fuori del sistema, è bello poter lottare ancora per quello che la massa considera Utopia, senza abbassarsi alla logica meschina del sistema.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma credo che il più l'abbia fatto, e con le lodi c'è sempre il rischio di cadere nell'odiosa retorica. Vi ho scritto questo per ringraziarvi e farvi sapere che anch'io sono dei vostri.
Anche da parte mia un caldissimo invito a continuare così.

Valentina C. (Prato)