Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 161
febbraio 1989


Rivista Anarchica Online

Mercante in fiera
di Paolo Finzi

Con questo titolo si terrà a Milano, dal 18 al 19 marzo, un convegno sul lavoro "alternativo". È la prima chiamata a raccolta di quel vasto e differenziato arcipelago di imprese, cooperative, botteghe, ecc. che nell'ultimo decennio si è andato sempre più estendendo. Ne parliamo con Pino De Sario, della rivista "AAM-Terra Nuova" promotrice del convegno. E pubblichiamo il programma completo dei lavori.

Questo convegno l'abbiamo pensato innanzitutto per andare oltre un luogo comune, quello dell'alternativo: un termine, questo, che ormai è in voga da una ventina d'anni e va quindi aggiornato e riempito di significato.
Con Pino De Sario, uno degli animatori dell'Associazione AAM-Terra Nuova (e dell'omonima rivista), parliamo un po' del convegno Mercante in fiera (sottotitolo: Il mercato alternativo tra marginalità e affare, tra gioco e realtà) che si terrà a Milano a metà marzo. L'agenda dei lavori e le informazioni di carattere generale sono riprodotti al termine di questa intervista.
Come associazione e come giornale - spiega Pino - noi operiamo in un ambito in cui iniziative anche di tipo economico e commerciale sono più che diffuse (pensiamo, per esempio, al fenomeno delle erboristerie o dei centri naturali) e ci siamo interrogati su questo aspetto: è sufficiente aprire un centro naturale e vendere riso integrale per definirsi alternativi? È questa un po' la domanda-tipo che sta a monte del convegno ed alla quale cercheremo di dare risposta (o meglio, risposte) nell'ambito delle diverse sessioni in cui è articolato il convegno.
Approfondendo il discorso, la domanda-tipo indicata da Pino si scompone inevitabilmente in molte altre domande, che vanno ad evidenziare dubbi - e spesso anche a sottolineare contraddizioni - propri del mondo "alternativo". Per esempio, cosa può voler dire - alla luce degli anni' '80 ormai maturi e degli anni '90 che stan per arrivare - avviare, strutturare e gestire un'impresa di tipo "alternativo"? Alla luce di quale strategia politica ed economica ci si pone in un mercato anche di merci ecologiche, "diverse"? E con quali presupposti? Con quali elementi concreti di gestione? A questo tipo di problematica è dedicata la sessione della mattinata di sabato 18 marzo.
Nel pomeriggio di sabato, oltre a presentare le caratteristiche ed i bilanci concreti di alcune di queste imprese, si dovranno affrontare anche le ipotesi di lavoro interno. Quali sono le strutture? Quali sono i momenti associativi, quelli di scambio, quelli decisionali? Come avviene la gestione delle finanze?
Ecc., ecc...
Pino ci tiene a sottolineare che questo convegno rappresenta, nella storia del movimento "alternativo" in Italia, la prima chiamata a raccolta delle varie realtà sotto l'aspetto del lavoro in generale, non sotto quello del settore (agricolo, artigiano, commerciale, professionale, ecc.). E, sempre rifacendosi all'impostazione concreta di questa iniziativa, preannuncia la presentazione di una "Carta dei diritti del lavoratore" ("alternativo", s'intende).
L'obiettivo - spiega - è quello di presentare a noi stessi innanzitutto, quindi ai nostri interlocutori ed alla società nel suo insieme, questa nuova fascia di lavoro. Senza alcuna remora, si tratta di fotografare questa realtà crescente, con tutti i suoi limiti, i suoi disservizi e le contraddizioni che essa esprime. Certo, il convegno non sarà una passerella per autocompiacersi ed autogratificarsi. Tutt'altro.
Tra i problemi che affliggono le imprese "alternative", Pino indica quelli relativi alla qualificazione (difficoltà nell'aggiornamento professionale e nel reperimento di operatori), anche per quanto concerne le merci (si pensi al mercato agro-alimentare dei prodotti biologici, tuttora privo di una regolamentazione, anche se oggetto per tutto l'88 di un dibattito vivacissimo).

Senza gerarchia costituita
Ma l'argomento che più appassiona Pino - ed anche me - è quello relativo all'organizzazione interna di queste imprese, associazioni, gruppi, ecc... Chi ha vissuto dall'interno, concretamente, giorno dopo giorno, esperienze di questo tipo, tanto più se animato da propositi antiautoritari (non solo per il "risultato" finale, ma soprattutto per il metodo di associazione e di lavoro), sa bene che in pochi terreni come in questo vale la massima secondo cui tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare.
Dal momento che non c'è lo sposare una gerarchia precostituita, con una centralità data ad una persona o ad un ristretto gruppo di persone, sono molte le realtà associative (soprattutto cooperative) che si barcamenano nel sostituire a questo tipo di dinamica accentrante una dinamica diffusa e molto più orizzontale. Tutto ciò - sostiene Pino - è un vagare in una forma di purgatorio, dal momento che gli elementi pratici, le esperienze da cui attingere ed a cui accostarsi, sono estremamente labili. Ed anche quando ci sono, si scontrano con necessità ed esigenze che, quando vanno a stringere il quotidiano, mal si sposano con la teorizzazione pura.
Le numerosissime realtà "alternative", che il convegno Mercante in fiera vuole appunto chiamare a raccolta anche per distillarne, in qualche modo, l'esperienza, forniscono secondo Pino - e non c'è motivo di dubitarne - una miriade di spunti di discriminazione, di non-comunione e non-convivialità, di ipotesi diverse in merito al futuro dell'iniziativa, ecc... Problemi non piccoli nascono anche quando ci si trova a decidere in merito alla differenziazione (o meno) dello stipendio, e in caso positivo sulla base di quali principi. E poi, la responsabilità è un elemento sufficiente, oppure tutti - da chi fa le pulizie a chi decide in merito all'intervento sul mercato - devono avere lo stesso trattamento?
Insomma conclude Pino - ci troviamo di fronte ad un vero e proprio vespaio, tanto più che, se è vero che mancano riferimenti precisi per simili scelte (i modelli "tradizionali" sono troppo distanti dal nostro diverso modo di voler essere ed operare, e quelli "alternativi" sono in gran parte tutti da costruire), va altresì considerato che ormai abbiamo un decennio di gestazione alle spalle: molte imprese si sono assestate, c'è un mercato florido che si sta sviluppando in vari settori, ci sono insomma condizioni piuttosto positive. Ma, per quanto riguarda i lavoratori, siamo all'anno zero.

Economia ed etica
Sull'approccio concreto, orientato alla pratica, direi quasi empirico del convegno, non ci sono dubbi. È questa, d'altra parte, una delle caratteristiche di AAM-Terra Nuova in generale, e non poteva non rispecchiarsi in questa iniziativa.
Non in contrasto con questo approccio, c'è al contempo la volontà - come spiega Pino - di ripristinare un filo progettuale, teorico, ideale, tenendo conto di quelli che sono i filoni di pensiero presenti nel nostro ambito: da quello libertario a quello ecologista, dall'antroposofia a tutte quelle altre correnti che - pur nella loro estrema varietà e diversità - sono accomunate dal tentativo di coniugare l'economia con l'etica, o comunque il valore materiale con quello più ideale, spirituale. Anche con il convegno di metà marzo, noi ci proponiamo di attingere da questi diversi filoni di pensiero un nuovo quadro, che naturalmente va aggiornato, rispolverato ed attualizzato. Senza per questo dimenticare - e il pendolo di Pino si risposta sul versante pragmatico - che nella pratica queste imprese si scontrano anche con i problemi dell'IVA, delle Camere di commercio, del commercialista, ecc...
Il convegno Mercante in fiera si prospetta dunque anche come un'occasione stimolante per fare se non il punto, almeno alcuni punti sulla situazione, sulla percezione di sé, sulle aspettative, le soddisfazioni e le frustrazioni, i successi ed i problemi di una parte almeno (e certo la meno "disimpegnata") di quel vasto mondo/mercato "alternativo" di cui gli amici di AAM Terra Nuova rappresentano un'espressione, un pungolo, a volte addirittura la spina dorsale.