Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 161
febbraio 1989


Rivista Anarchica Online

Il '68 a Palermo
di Salvo Vaccaro

Chi pensava, come me, che l'anno appena finito avrebbe fatto registrare un boom di commemorazioni del '68, è rimasto deluso sia per la ritrosia dei protagonisti, noti e meno noti, di allora di parlarne in termini di riflessione seria e non retorica, sia per la sovrana indifferenza delle generazioni più giovani, impermeabili a simile attrazione storica.
Quanto dico è venuto emergendo dal convegno palermitano "Il sessantotto della periferia", tenutosi presso la locale Biblioteca comunale nelle giornate del 28, 29 e 30 novembre scorso, sotto il patrocinio dell'assessorato comunale alle attività culturali ed organizzato dalla cattedra di storia della filosofia del Magistero di Palermo (in soldoni, da Franco Riccio e dal sottoscritto).
Il taglio che intendevamo dare era ampio: una riflessione a tutto campo su più temi, considerando che il '68 locale fu anche eredità delle lotte degli anni '60, fu il Belice, oltre ai movimenti studenteschi e operai. Avevamo pertanto allestito una mostra fotografica con 160 foto d'epoca (curata dal Centro Nuova Espressione Fotografica), un mini stand librario con testi di allora e di studio, una rassegna documentativa abbastanza ricca di volantini, riviste, ciclostilati, giornalini, ecc; infine, abbiamo predisposto un opuscolo di "assaggio" con foto, materiali, una cronologia storica, in maniera da dare una prima idea del '68 locale.
Che, ecco la prima sorpresa, è veramente esistito, con tratti magari di riporto, ma con quel ventaglio di eventi, azioni, idee e immagini presenti in qualsiasi '68 in ogni parte del globo. Una periferia viva, dunque, nonostante il contesto fosse per certi versi più arretrato di quello odierno (quando il caso Palermo è sulle prime pagine di tutti i giornali) ed i problemi sociali fossero uguali a quelli che ci ritroviamo oggi (impressionante la continuità nei vent'anni: penuria d'acqua e di alloggi popolari, speculazione edilizia, caos cittadino, insufficienza dei servizi pubblici, criminalità mafiosa, ecc. ecc.).
I relatori intervenuti dopo il saluto delle autorità ed i saggi introduttivi di Franco Riccio e Carlo Donolo, hanno messo l'accento sulle varie sfaccettature in cui si articolò il '68, dal mondo della cultura (Violante, Perriera) a quello della politica istituzionale (Jannazzo, Pintacuda), dalla sfera dei movimenti (Santino) a quella della differenza femminile (Mafai), dal Belice vissuto dal di dentro (Barbera), dal Belice visto da chi allora vi trascorse un periodo venuto dalle metropoli settentrionali (Ramundo).
Nessun bilancio finale, comunque (con la pubblicazione degli atti, ognuno potrà tirare le proprie conclusioni in merito), anche perché la discussione finale ha trovato discordanze più che convergenze: se il '68 ha fallito, sconfitto proprio in ciò che viveva come tensione non ancora progettata, e cioè la rottura dei rapporti di forza e la rivoluzione antiautoritaria dal basso (Manconi), molto di quella cultura è filtrata sino ad oggi (Brigaglia), magari istituzionalizzatasi fisiologicamente come generazione al potere (Zanca), talvolta distorta e piegata alle esigenze di recupero riformista (Orlando, La Loggia).
È anche vero, però, che è impossibile interpretare il '68 come evento unitario sotto un significante dominante, come ha sostenuto Franco Riccio, bensì si tratta di cogliere quegli elementi singolari che abbiano operato delle interruzioni visibili le quali, oggi, possono ancora darci qualcosa del presente.