Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 156
giugno 1988


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Kahil El'zabar

Ho trovato "Another kind of groove" di KAHIL EL'ZABAR in un negozio di dischi di seconda mano. Attratto dall'oggetto che emanava ottime vibrazioni, ho fatto doppiamente un buon affare: il prezzo, ovviamente ridotto, per della musica davvero coinvolgente e di eccellente qualità. Accanto a El'Zabar, percussionista, polistrumentista e fondatore dell'Ethnic Heritage Ensemble, troviamo il violinista Billy Bang e Malachi Favors, contrabbassista del l'Art Ensemble of Chicago: è proprio alle atmosfere e al suono di questa storica formazione che talvolta ci si ritrova a pensare ascoltando "Another kind of groove".
Il violino, le percussioni e il contrabbasso si intrecciano in evoluzioni spericolate e, mi ripeto, sorprendentemente frizzanti ed attraenti.
Un disco da cercare, da sentire.
L'etichetta è la piccola indie tedesca Sound Aspects, che ha un catalogo breve ma interessantissimo, completamente fatto di musiche improvvisate e "diverse".
La distribuzione in Italia è a cura della ditta milanese IRD, pertanto il disco si dovrebbe trovare con una relativa facilità nei negozi che trattano jazz ed avanguardia.
Per maggiori informazioni rivolgetevi a: Sound Aspects, Im Blutengarten 14, D-7150 Backnang, West Germany.

Musiche

Da La Spezia arriva una rivista trimestrale assolutamente unica nel suo genere, poiché tratta con serietà, impegno e passione, esclusivamente di musicisti e situazioni artistiche sperimentali e d'avanguardia, tutti argomenti che nessun'altra pubblicazione affronta nel nostro paese (ma all'estero ci sono gli esempi della tedesca Bad Alchemy, della francese Intra-Musiques e dell'inglese Recommended Records Quarterly, tutt'e tre indipendenti, e, per ciò che riguarda la stampa ufficiale, la rivista mensile statunitense Down Beat, che dedica sempre più spazio alle nuove forme musicali, pur restando strettamente legata al jazz).
Non potevo dare definizione più imprecisa per MUSICHE, una sessantina di pagine interessantissime, ma forse potrà aiutare di più una breve lista di qualcuno dei temi in sommario in questo primo numero: interviste/conversazioni con Robert Wyatt, Bruniferd, Penguin Cafe Orchestra, le traduzioni dei testi dei sudafricani bianchi anti-apartheid Kalahari Surfers, cronache dettagliate del Festival Musical de Chantenay e del MIMI Festival 1987 (il ritardo non conta: ad eccezione di A/Rivista Anarchica nessun altro giornale di qui si era accorto di quell'evento), recensioni di dischi nuovi e meno nuovi, tutti poco o per niente segnalati dai giornali musicali tradizionali e dalle fanzine. Il tutto è corredato da una serie di riferimenti ed indirizzi preziosi.
MUSICHE è davvero ottima anche sotto il punto di vista grafico, ed è per massima parte realizzata da Alessandro Achilli, Paolo Chang e Riccardo Pioli, direttamente coinvolti nella situazione anche perché da lungo tempo musicisti e ricercatori. Generalmente tutti gli articoli e le recensioni sono ben fatte e con cognizione di causa: il tono è serio ed impegnato, sottilmente accademico (in senso DAMS...), il tutto confezionato con un grande senso d'amore per queste forme d'arte e di ammirazione sconfinata (ma non per questo acritica) per i musicisti e per le loro avventure. Impossibile del resto imbarcarsi altrimenti in un progetto simile, totalmente autofinanziato ed autodistribuito.
Un suggerimento: vista la scarsa diffusione di queste specie musicali, trovo sarebbe un'ottima idea allegare un documento sonoro a ciascuno dei prossimi numeri della rivista. Il prezzo di questo primo numero è di 4.500 lire più spese postali (l'abbonamento a quattro numeri è di 18.000 lire) da indirizzare all'Associazione Mongezi Feza, Piazza Brin13, 19100 La Spezia.

Negazione

I torinesi NEGAZIONE mi hanno spedito un paio di settimane fa una copia del loro album "Little dreamer" fresco di stampa (a proposito, grazie). Mi sembra doveroso affermare, innanzitutto, che si tratta di un prodotto complessivamente molto valido e riuscito sotto l'aspetto tecnico della sua realizzazione. Per le registrazioni e la produzione il gruppo si è avvalso della collaborazione di Theo Van Eenbergen, professionista eclettico e di grande talento, ottimo tecnico del suono e, tra l'altro, responsabile del live-sound dei favolosi Sonic Youth (quelli con più memoria, comunque, ricorderanno il suo nome accanto a quello delle pure olandesi Two Tone in "F/Ear this!").
L'etichetta che pubblica "Little dreamer" è tedesca, si tratta della We Bite Records di Tubingen: viste le tendenze dell'editoria discografica indipendente italiana, immagino nessuno sia disposto a concedere una chance ai Negazione...
Per pubblicizzare l'uscita di questo nuovo album, infatti, il gruppo è attualmente impegnato in una nutrita serie di concerti negli Stati Uniti (dove ha ottenuto parecchie soddisfazioni) e in qualche paese europeo: non saprei dirvi di eventuali date italiane, ma suppongo che i Negazione non riescano a suonare spesso qui in Italia.
Rispetto al buon successo riscosso all'estero, purtroppo al di qua delle Alpi i Negazione non li considera quasi nessuno. A parte qualche rarissima eccezione nessun giornale o fanzine parla mai di loro e il circuito hardcore nazionale è per sua natura dedito agli allenamenti di velocità più che alle strategie di espansione...Viste le difficoltà, quindi, mi sembra logico che il gruppo si sia dato particolarmente da fare altrove, ed è significativo il fatto che sia costantemente migliorato e maturato.
La musica, oltre ad essere ben strutturata e prodotta, mi sembra anche ben eseguita: rispetto alle registrazioni precedenti (ad esempio l'ep "Tutti pazzi" ed il precedente album "Lo spirito continua", pure fatto all'estero) c'è un enorme salto di qualità.
I testi di "Little dreamer" sono quasi tutti in lingua inglese, comunque, quelli in italiano sono poco comprensibili, tranne nel caso di "Serenità di un attimo", unico episodio acustico tranquillo in mezz'ora di ostilità chitarristiche dal gusto metallico.
Gli argomenti dei testi sono per lo più proteste tiepide, ricche di luoghi comuni tanto cari all'ambiente punk-alternativo tricolore, e controbilanciano in maniera piuttosto curiosa la grinta e l'estremismo del supporto musicale.
Indipendentemente dal genere, che si può apprezzare o meno a seconda del gusto personale, trovo che "Little dreamer" abbia un pregio da non sottovalutare: è una delle rare realizzazioni italiane (nonostante tutto) finalmente oneste.
Il disco è distribuito da "T.V.O.R. On Vinyl", c/o Stefano Valli, casella postale 804, 22100 Como 5.