Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Kahil El'zabar
Ho trovato "Another kind of
groove" di KAHIL EL'ZABAR in un negozio di dischi di
seconda mano. Attratto dall'oggetto che emanava ottime vibrazioni, ho
fatto doppiamente un buon affare: il prezzo, ovviamente ridotto, per
della musica davvero coinvolgente e di eccellente qualità.
Accanto a El'Zabar, percussionista, polistrumentista e fondatore
dell'Ethnic Heritage Ensemble, troviamo il violinista Billy Bang e
Malachi Favors, contrabbassista del l'Art Ensemble of Chicago: è
proprio alle atmosfere e al suono di questa storica formazione che
talvolta ci si ritrova a pensare ascoltando "Another kind of
groove".
Il violino, le percussioni e il
contrabbasso si intrecciano in evoluzioni spericolate e, mi ripeto,
sorprendentemente frizzanti ed attraenti.
Un disco da cercare, da sentire.
L'etichetta è la piccola indie
tedesca Sound Aspects, che ha un catalogo breve ma interessantissimo,
completamente fatto di musiche improvvisate e "diverse".
La distribuzione in Italia è a
cura della ditta milanese IRD, pertanto il disco si dovrebbe trovare
con una relativa facilità nei negozi che trattano jazz ed
avanguardia.
Per maggiori informazioni rivolgetevi
a: Sound Aspects, Im Blutengarten 14, D-7150 Backnang, West Germany.
Musiche
Da La Spezia arriva una rivista
trimestrale assolutamente unica nel suo genere, poiché tratta
con serietà, impegno e passione, esclusivamente di musicisti e
situazioni artistiche sperimentali e d'avanguardia, tutti argomenti
che nessun'altra pubblicazione affronta nel nostro paese (ma
all'estero ci sono gli esempi della tedesca Bad Alchemy, della
francese Intra-Musiques e dell'inglese Recommended Records Quarterly,
tutt'e tre indipendenti, e, per ciò che riguarda la stampa
ufficiale, la rivista mensile statunitense Down Beat, che dedica
sempre più spazio alle nuove forme musicali, pur restando
strettamente legata al jazz).
Non potevo dare definizione più
imprecisa per MUSICHE, una sessantina di pagine
interessantissime, ma forse potrà aiutare di più una
breve lista di qualcuno dei temi in sommario in questo primo numero:
interviste/conversazioni con Robert Wyatt, Bruniferd, Penguin Cafe
Orchestra, le traduzioni dei testi dei sudafricani bianchi
anti-apartheid Kalahari Surfers, cronache dettagliate del Festival
Musical de Chantenay e del MIMI Festival 1987 (il ritardo non conta:
ad eccezione di A/Rivista Anarchica nessun altro giornale di qui si
era accorto di quell'evento), recensioni di dischi nuovi e meno
nuovi, tutti poco o per niente segnalati dai giornali musicali
tradizionali e dalle fanzine. Il tutto è corredato da una
serie di riferimenti ed indirizzi preziosi.
MUSICHE è davvero ottima anche
sotto il punto di vista grafico, ed è per massima parte
realizzata da Alessandro Achilli, Paolo Chang e Riccardo Pioli,
direttamente coinvolti nella situazione anche perché da lungo
tempo musicisti e ricercatori. Generalmente tutti gli articoli e le
recensioni sono ben fatte e con cognizione di causa: il tono è
serio ed impegnato, sottilmente accademico (in senso DAMS...), il
tutto confezionato con un grande senso d'amore per queste forme
d'arte e di ammirazione sconfinata (ma non per questo acritica) per i
musicisti e per le loro avventure. Impossibile del resto imbarcarsi
altrimenti in un progetto simile, totalmente autofinanziato ed
autodistribuito.
Un suggerimento: vista la scarsa
diffusione di queste specie musicali, trovo sarebbe un'ottima idea
allegare un documento sonoro a ciascuno dei prossimi numeri della
rivista. Il prezzo di questo primo numero è di 4.500 lire più
spese postali (l'abbonamento a quattro numeri è di 18.000
lire) da indirizzare all'Associazione Mongezi Feza, Piazza Brin13,
19100 La Spezia.
Negazione
I torinesi NEGAZIONE mi hanno
spedito un paio di settimane fa una copia del loro album "Little
dreamer" fresco di stampa (a proposito, grazie). Mi sembra
doveroso affermare, innanzitutto, che si tratta di un prodotto
complessivamente molto valido e riuscito sotto l'aspetto tecnico
della sua realizzazione. Per le registrazioni e la produzione il
gruppo si è avvalso della collaborazione di Theo Van
Eenbergen, professionista eclettico e di grande talento, ottimo
tecnico del suono e, tra l'altro, responsabile del live-sound dei
favolosi Sonic Youth (quelli con più memoria, comunque,
ricorderanno il suo nome accanto a quello delle pure olandesi Two
Tone in "F/Ear this!").
L'etichetta che pubblica "Little
dreamer" è tedesca, si tratta della We Bite Records di
Tubingen: viste le tendenze dell'editoria discografica indipendente
italiana, immagino nessuno sia disposto a concedere una chance ai
Negazione...
Per pubblicizzare l'uscita di questo
nuovo album, infatti, il gruppo è attualmente impegnato in una
nutrita serie di concerti negli Stati Uniti (dove ha ottenuto
parecchie soddisfazioni) e in qualche paese europeo: non saprei dirvi
di eventuali date italiane, ma suppongo che i Negazione non riescano
a suonare spesso qui in Italia.
Rispetto al buon successo riscosso
all'estero, purtroppo al di qua delle Alpi i Negazione non li
considera quasi nessuno. A parte qualche rarissima eccezione nessun
giornale o fanzine parla mai di loro e il circuito hardcore nazionale
è per sua natura dedito agli allenamenti di velocità
più che alle strategie di espansione...Viste le difficoltà,
quindi, mi sembra logico che il gruppo si sia dato particolarmente da
fare altrove, ed è significativo il fatto che sia
costantemente migliorato e maturato.
La musica, oltre ad essere ben
strutturata e prodotta, mi sembra anche ben eseguita: rispetto alle
registrazioni precedenti (ad esempio l'ep "Tutti pazzi" ed
il precedente album "Lo spirito continua", pure fatto
all'estero) c'è un enorme salto di qualità.
I testi di "Little dreamer"
sono quasi tutti in lingua inglese, comunque, quelli in italiano sono
poco comprensibili, tranne nel caso di "Serenità di un
attimo", unico episodio acustico tranquillo in mezz'ora di
ostilità chitarristiche dal gusto metallico.
Gli argomenti dei testi sono per lo più
proteste tiepide, ricche di luoghi comuni tanto cari all'ambiente
punk-alternativo tricolore, e controbilanciano in maniera piuttosto
curiosa la grinta e l'estremismo del supporto musicale.
Indipendentemente dal genere, che si
può apprezzare o meno a seconda del gusto personale, trovo che
"Little dreamer" abbia un pregio da non sottovalutare: è
una delle rare realizzazioni italiane (nonostante tutto) finalmente
oneste.
Il disco è distribuito da
"T.V.O.R. On Vinyl", c/o Stefano Valli, casella postale
804, 22100 Como 5.
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