Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 154
aprile 1988


Rivista Anarchica Online

Ecologia domestica?

Anche in Italia l'ambientalismo in crescita comincia ad avere un suo mercato ufficiale ed interessi economici stimolanti. Tanto più che i prodotti ecologici hanno ed avranno tanta pubblicità del tutto gratuita offerta da un'attualità vieppiù allarmante.
Forse questa maggiore attenzione ha spinto alcune case editrici a pubblicare guide pratiche per una "migliore qualità della vita" e per "salvare l'ambiente di casa nostra". Niente di nuovo; esistono da tempo pubblicazioni su questi argomenti distribuite in circuiti non ufficiali, cito ad esempio le guide di AAM Terranuova, ma per queste novità editoriali non avrei dubbi, la "confezione" punta al grande pubblico.
Ho scelto Ecologia domestica di Nika Hartmann, verde di Francoforte (Ed. Franco Muzzio, Padova 1987, pagg, 190, lire 22.000) e Il pericolo abita con noi di Egmont Koch (Ed. Elvetica, Chiasso 1987; pagg. 251, lire 27.000).
Si presentano come guide pratiche per il consumatore ambientalista che, senza rinunciare alle tecnologie, le vuole associare ad adeguate garanzie per sé e per l'ambiente e sottolineano l'importanza di un cambiamento delle nostre abitudini domestiche per un miglioramento delle condizioni ambientali e quindi della qualità della vita. Perciò offrono una moltitudine di suggerimenti strettamente legati al quotidiano, ben supportati (soprattutto "Ecologia domestica") tecnicamente e scientificamente, per non essere immobili e passivi mentre il mondo va in rovina.
Dando per scontato l'assetto consumistico della nostra società, il consumatore dovrebbe diventare soggetto attivo delle proprie scelte appropriandosi di quei principi di paternità kennedyana (diritti alla sicurezza, informazione, scelta, ascolto, risarcimento, educazione, ambiente) che hanno accompagnato il potente movimento dei consumatori americani negli anni '70.
Inoltre le stesse leggi di mercato impongono un cambiamento dei prodotti quando le vendite calano di almeno il 5%, di qui secondo gli autori le grandi possibilità di un movimento dei consumatori più attento e critico.
Lasciando a parte il problema ecologico che è altro, l'unico lato positivo rispetto alla diffusione di questi manuali è che un numero sempre più alto di persone sia informato e si sensibilizzi; solo attraverso la conoscenza corretta dei problemi da parte di molta gente potrà formarsi una consapevolezza ecologica e una reale e profonda inversione dell'attuale logica, mentre la lettura dei manuali e i consigli relativi intesi nel solo aspetto pratico del tipo: l'uomo qualunque con i suoi gesti quotidiani può cambiare le cose - non possono che indurre senso di frustrazione, smarrimento e come effetto collaterale e indesiderato un trasgressivo bagno nel consumismo più sfrenato.
Oppure, il che è lo stesso, per un lettore più indottrinabile, un moralistico abbattimento di qualsivoglia desiderio che la nostra malata civiltà possa soddisfare.
Infatti si è assaliti da una quantità di domande che non possono avere risposte sensate.
È forse possibile eliminare fitofarmaci, fosfati, cadmio, piombo, paradiclorobenzolo, formaldeide, esaclorofenolo, perborato, coloranti, conservanti, antiossidanti, emulgatori, ecc., ovvero tutte le sostanze messe al bando da questi manuali perché dannose per il nostro organismo? Forse in parte, per chi è abbastanza ricco da potersi permettere tempo e denaro per discernere tra i prodotti biologici quelli sicuri (ormai il mercato tira e non esistono controlli né regolamentazioni) oppure per cercare propri produttori che garantiscano carni, verdure, vini dei quali si controlli periodicamente la qualità, osservando personalmente i volatili ruspanti nell'aia e i bei filari di lattuga concimata d.o.c.
O alternativamente sciamando nelle belle campagne italiche improvvisandosi novelli contadini con tanta buona volontà. In realtà una risposta, nella società così com'è oggi, non può esistere.
Per questi motivi mi chiedo se questi manuali potranno dispensare informazioni corrette ad un grande pubblico visto che probabilmente spunteranno come funghi e diventeranno veri best-seller dell'ecologia.
A questo proposito c'è un rischio, indotto proprio dalle connessioni che il problema ecologico riveste per gli uomini in termini di salute, di sofferenza, di futuro. È molto facile in effetti, soprattutto se si pensa all'uomo qualunque lasciar passare una logica tipo "rifugio antiatomico" ovvero lasciare intendere che esiste il modo di salvarsi dal disastro ecologico chiudendosi nel proprio nido, logica falsa, ma indubbiamente redditizia per la vendita dei libri.
Non parlo a caso, questa osservazione mi è stata suggerita soprattutto dalla seconda guida: "Il pericolo abita con noi", dunque com'è possibile mangiare, dormire, lavarsi, vestirsi, per stare meglio, "noi" dentro la nostra casa? O come è scritto in sovra copertina: "per fermare l'inquinamento che ci circonda e penetra fin nella nostra casa ecco un libro rivelatore: ci informa e ci spiega, ci avverte e ci consiglia, ci protegge e ci salva".
Ma chissà, forse esagero: terremo in cucina, accanto ai vecchi ricettari una fiammante guida all'ecologia domestica e una tantum ci permetteremo il lusso di mangiare come si deve. Intanto i centri storici li chiudiamo al traffico, potenziamo la viabilità in periferia, l'industria chimica e pesante la regaliamo tutta al terzo mondo.
Insomma spostiamo di qua, mettiamo di là, peccato, peccato davvero, quei maledetti principi della termodinamica ci sballano sempre i conti.

Massimo Panizza