Rivista Anarchica Online
Perché no
È
da parecchio tempo che penso di buttare giù ciò che
penso in materia di fede e/o religione, fin da quando la lettera di
Nik su "A" 145 rispose con i giusti toni a un Lamendola
dalle idee fin troppo confuse. Secondo me è opportuno fare
chiarezza su due concetti. 1) IL SENTIMENT0 RELIGIOSO. Il sentimento religioso viene tirato
in ballo spesso e volentieri per giustificare un atteggiamento di
adorazione non rivolto ad un dio personificato ma, per esempio, alla
natura, alle leggi che regolano la vita ed il perfetto funzionamento
dell'universo, ecc... Ebbene, io credo che l'oggetto della
nostra attenzione non debba essere tanto il chi o che cosa si adora,
bensì il sentimento religioso in quanto tale, come antitesi
dell'atteggiamento scientifico. Chi, come noi, crede nella liberazione
dell'uomo da ogni forma di oppressione deve avvicinarsi ai fenomeni
naturali, ed in generale a tutto ciò che ci si presenta
dinanzi, con l'atteggiamento scientifico di chi vuole studiare e
conoscere per non dover più temere. Solo con la conoscenza ci
si può liberare dal timore di ciò che ci spaventa ed
opprime perché oscuro e sconosciuto. Il sentimento religioso è
sempre stato un abominevole strumento per tener sottomesso il popolo
nelle mani di chi invece le cose le conosceva fin troppo bene. Finché
non avremo capito tutto dell'universo che ci circonda non saremo
liberi dalla paura dell'ignoto, e coloro che nutrono sentimenti
religiosi nei confronti delle cose, rinunciando a razionalizzarle e
sviscerarle per conoscerle, non ci sono di grande aiuto nel
percorrere la strada per la libertà. 2) IL CRISTIANESIMO ANARCHICO. Eugen Galasso ("A" 147) e
Alice Donato ("A" 148). Ecco due esempi di come persone,
senz'altro in buona fede, tentano di coniugare anarchismo e
cristianesimo. Tentano, perché chi conosce bene il
cristianesimo sa che non si può essere cristiani se non si
accetta il fatto che Jahvè abbia punito il mondo per la
disobbedienza di Adamo (Gen. 3, 11 19); che abbia distrutto intere
città perché gli abitanti vivevano la propria
sessualità in modo difforme dalla sua volontà (Gen. 18,
20-21) (Gen. 19, 28-29); che abbia misurato la devozione di Abramo
portandolo ad accettare di uccidere suo figlio per mostrare la
propria fede (Gen. 22, 1-2); che Cristo continui a dominare col
terrore dell'ades (la morte eterna) i suoi fedeli, minacciando coloro
che al suo ritorno non saranno trovati a fare la volontà del
padre suo (Matteo 24, 37-51); che non vi sia salvezza per chi è
ingiusto, fornicatore, idolatra, adultero, omosessuale, ladro,
sessualmente perverso, avido, ubriacone od oltraggiatore (I° Cor.
6, 9-10); ecc... Insomma, o si accetta l'aberrante
teocrazia di un dio dispotico e vendicativo, oppure si ha la libertà
(i cristiani lo chiamano libero arbitrio) di scegliersi la
distruzione eterna (o l'inferno per coloro che ci credessero ancora). Ebbene amici miei, tutto questo non
solo non può convivere con un anarchismo sincero e maturo, ma
ne è la negazione ed il nemico principale. Bene disse Bakunin
"se ci fosse un dio bisognerebbe distruggerlo", e bene
recita quello slogan "né dio né stato, né
servi né padroni". Caro Paolo Finzi (cfr. lettera su "A"
145) qui non si tratta di rispettare le idee altrui (perché
ognuno ha il diritto di avere in testa tutto il casino che vuole) ma
di combattere senza sosta filosofie e ideologie liberticide nonché
coloro che le zuccherano nel tentativo di farcele accettare. Fraternamente
Corrado Olivotto (Aosta)
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