Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 153
marzo 1988


Rivista Anarchica Online

Quel humour discreto
di Alessandra Calanchi

Figlia di ebrei ucraini perseguitati dal regime zarista ed emigrati a New York nei primi anni del '900, Grace Paley non è solo un'importante scrittrice americana: è anche e soprattutto una donna sinceramente femminista e antimilitarista, il cui attivismo, iniziato negli anni '60 contro la guerra in Vietnam (con volantinaggi, marce, missioni di pace, ecc.) continua tutt'oggi contro il nucleare, contro il maschilismo, contro il razzismo.
Autrice di due raccolte di racconti (Piccoli contrattempi del vivere, edizioni Giunti Martello, ed Enormi cambiamenti all'ultimo momento, La Tartaruga), Grace Paley ha pubblicato ora Più tardi nel pomeriggio, uscito da pochi mesi in Italia sempre per le edizioni La Tartaruga.
Molti dei personaggi che vi si trovano (per lo più femminili) sono gli stessi dei racconti precedenti, solo è passato un po' di tempo. Tra questi spicca Faith, "(forse l'alter-ego di Paley), (...) ora donna più matura che, pur tra i suoi problemi personali e familiari, continua ad essere animata da una forte sensibilità femminista e pacifista" (W. Bevilacqua, "L'indice", gennaio 1988).
La scrittura di Grace Paley è raffinata e sperimentale, eppure autentica e realistica, molto vicina alla spontaneità della conversazione quotidiana. I dialoghi sono scritti senza virgolette, pieni d'intercalati, come a sottolinearne la non letterarietà; i fatti sono quelli quotidiani - il rapporto con i figli, gli incontri con le amiche, le conversazioni - in un mondo che è "un immenso immondezzaio" , dove i bambini diventano grandi e scoprono la droga e la morte, dove i vecchi cercano una ragione di vita, dove le battaglie politiche si mescolano alle lotte di tutti i giorni "contro la disperazione". Ma insieme alla sofferenza c'è la gioia di vivere, l'entusiasmo di un impegno costruttivo, e un humour discreto e sereno che colora tutte le pagine.
I suoi racconti non hanno un intreccio: "per quanto riguarda ciò che scrivo, in realtà io non so come si svilupperà" ha detto la Paley nel racconto-intervista del 17 novembre scorso a Milano. Qualcosa è sempre lasciato in sospeso, perché il lettore supplisca, perché il lettore deve contribuire alla creazione del senso.
Questo è proprio quanto succede nei racconti di Grace Paley. I fatti sono quasi secondari, sono caselle di un mosaico che non potrebbe essere completato senza la trama invisibile che li collega, da un racconto all'altro, fra loro - i nomi dei personaggi, i discorsi politici, il movimento pacifista, l'associazione genitori-insegnanti, ecc...
Senza le virgolette la pagina perde la sua dimensione unicamente letteraria e diventa pluridimensionale, si espande nel tempo e nello spazio acquistando uno spessore psicologico e sonoro. I dialoghi si mescolano ai monologhi, le conversazioni ai pensieri ad alta voce, in un armonico fluire di cose dette e non dette, in un confondersi magico di parole e suoni.
Faith e le sue amiche (appunto le "tenaci anime dolcemente parlanti dell'anarchia") sono un gruppo di donne americane d'oggi, genericamente di sinistra, divorziate con figli grandi, sensibili e sempre pronte a definire la propria posizione nei confronti delle ingiustizie, e mai frivole o superficiali.
Come e più delle sue creazioni letterarie, Grace Paley parla alla nostra coscienza come donna ancor prima che come scrittrice; come ci ricorda N. Aspesi (La Repubblica, 19/11/87), essa è "una donna di grande talento letterario che è rimasta ferma nelle sue idee, che ha vissuto gli ultimi vent'anni senza mai distrarsi dai propri impegni, senza mai abbandonare o rinnegare le sue lotte: è ancora femminista, è ancora antimilitarista, è più che mai antinucleare, pacifista, ecologista".
Ruth (un personaggio della raccolta) che festeggia i suoi 50 anni preparando per le amiche tante torte "così che il suo compleanno si potesse celebrare in cucina, senza troppo disagio, durante tutta la giornata", e che esprime con amarezza il desiderio "che questo mondo non finisca" traduce la volontà di queste donne di restare unite per continuare, fosse anche nella piccola sfera della vita domestica, "con paura, coraggio e rabbia a salvare il mondo".