Rivista Anarchica Online
I pioppi che alti
e schietti...
a cura della Redazione
Perché "A"
non viene stampata su carta riciclata? - ci domandavamo noi
stessi nell'Ai lettori sul numero dello scorso marzo - Perché
rinunciare a dare un segno concreto di rispetto per la natura,
evitando che altri alberi vengano abbattuti? Come si fa a sorvolare
sulla contraddizione rappresentata da una rivista, che da una parte
si impegna a fondo nella diffusione di una cultura libertaria che
vede in un nuovo rapporto tra natura ed esseri animali (uomo
compreso) uno dei suoi cardini, e dall'altra non fa il possibile per
esservi concretamente coerente? Dallo scorso
numero, questa contraddizione è almeno parzialmente risolta. Dopo
150 numeri stampati su carta normale, "A" viene stampata su
carta riciclata al 100% - eccezion fatta per la copertina, per la
quale abbiamo tuttora problemi di approvvigionamento di una carta
riciclata adeguata. In un prossimo futuro speriamo di poter risolvere
anche questi problemi, così da passare all'utilizzo esclusivo di
carta di recupero. Lo stesso dicasi per le buste a sacchetto
(utilizzate per la spedizione agli abbonati, per la carta da lettere
con relative buste, ecc. ecc.): a mano a mano che andremo esaurendo le
scorte in carta "normale" passeremo alla riciclata.
Una quarantina
di pioppi
Per stampare le
8.600/8.700 copie corrispondenti alla tiratura di un numero di "A",
si utilizza un quantitativo di carta pari, all'incirca, a quella
ottenuta dall'abbattimento di oltre 4 pioppi dell'età di 4 anni. In
tutto, una quarantina di alberi all'anno. Dallo scorso
numero, il nostro (oggettivo) contributo a questa pratica
antiecologica è venuto a cessare. La caratteristica primaria della
carta riciclata, infatti, è appunto quella di utilizzare come
"materia prima" non la cellulosa estratta dalle piante,
bensì carta già utilizzata (per la stampa o per altri usi). È necessario
sapere che questa cellulosa del legno è "fabbricata" in
natura per fotosintesi, partendo dall'energia solare. Ma le regole
dello sfruttamento della natura (su cui si basa la nostra ,"civiltà")
impongono di estrarre la materia prima, che pure è una risorsa
rinnovabile, con un ritmo molto più rapido rispetto alla velocità
di ricostituzione dei boschi attraverso la fotosintesi. Nelle zone
"economicamente" convenienti, quindi, i boschi si
impoveriscono come se si trattasse del minerale di una miniera,
lasciando alle spalle zone impoverite di vegetazione ed esposte
all'erosione. Da questo punto di
vista, l'utilizzo della carta riciclata si configura come un
contributo attivo al mantenimento (o meglio, al ristabilimento)
dell'equilibrio ecologico. Ma la produzione e l'utilizzo della carta
provocano anche altri problemi, sui quali non vogliamo chiudere gli
occhi.
Chiare, dolci,
fresche acque..
Durante la
fabbricazione della carta si generano rifiuti, la cui natura e
quantità dipende dal ciclo produttivo. Ciò interessa sia la carta
"normale" sia quella riciclata. Nel trattamento di
quest'ultima, infatti, si utilizzano prodotti chimici che gravano
sugli impianti di depurazione e inquinano l'acqua. I fanghi tossici,
che risultano dal processo di deinchiostrazione, vanno a finire nelle
discariche. Né si può trascurare il fabbisogno di acqua (e, in
genere, di energia) necessario per la produzione della carta.
Rispetto ai 50/150 litri d'acqua impiegati nella produzione della
carta raffinata, con i sistemi più ecologici (caratterizzati da un
circuito d'acqua completamente chiuso, senza scarichi all'esterno) si
scende a poco più di 1 litro di acqua per chilogrammo di carta
riciclata. Il succo di questi
dati è il seguente: l'utilizzo della carta riciclata è certamente
un passo in avanti, innanzitutto per il rispetto delle piante. Ma
dire "riciclata" non è sufficiente per ritenere che tutti i
problemi connessi con l'equilibrio ecologico siano risolti. Oggi il riciclato
indubbiamente è di moda. Così come altre pratiche connesse con un
vero o presunto ritorno alla "natura". C'è chi su queste
mode ci marcia, sfruttando la credulità e la superficialità della
gente. Che, alla fin fine, spesso si accontenta di credere di
"rispettare la natura". Noi no. Cerchiamo
di vederci chiaro. E, chiediamo a chi ne sa più di noi di darci una
mano in questo senso. "Finalmente!".
"Meglio tardi che mai!". "È ancora più bella". "A
quando anche la copertina?". Anche se sullo
scorso numero non era specificato (siamo stati incerti fino
all'ultimo sulla possibilità di iniziare subito a stampare su carta
riciclata), molti lettori hanno notato la differenza: colore più
scuro, diversa consistenza, odore più marcato. E - a parte qualche
voce scettica - è stato un coro generale di soddisfazione. Per noi è stata
una conferma della validità della nostra scelta, il cui valore va
ben aldilà dei suoi aspetti concreti, materiali (i 40 pioppi
risparmiati ogni anno: per intenderci). In questo passaggio alla
carta riciclata (che, tra l'altro, costa anche un po' meno) è
indubbiamente racchiuso un valore simbolico, che indica il rifiuto
sempre più convinto ed esteso di una mentalità e della conseguente
organizzazione sociale basata sullo spreco, sulla non-attenzione per
gli equilibri ecologici, anzi sulla loro sistematica alterazione e
distruzione. Non mancheranno,
certo, aspetti superficiali e di moda - già prima accennati. Ma noi
siamo convinti che alla base di questa diffusa sensibilità ci siano
elementi positivi, che possono maturare a più cosciente sensibilità
libertaria ed antiautoritaria. Quando
l'anarchia verrà / tutto il mondo sarà trasformato (...) recitava
una vecchia canzone anarchica. Prima che sia l'attuale sistema
sociale a trasformare in peggio, e spesso - purtroppo -
definitivamente, l'ambiente stesso in cui ci troviamo a vivere, è
indispensabile che comportamenti concreti, quotidiani, apparentemente
modesti accompagnino i nostri grandi progetti, le nostre generose
utopie. Nelle sue
individualità più degne, nei suoi movimenti e periodi più
significativi, l'anarchismo ha saputo conciliare queste due
dimensioni, esprimendo una coerenza che sempre si è tradotta in
credibilità. Nel suo piccolo, il
passaggio alla carta riciclata può avere anche questo significato.
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