Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 152
febbraio 1988


Rivista Anarchica Online

I pioppi che alti e schietti...
a cura della Redazione

Perché "A" non viene stampata su carta riciclata? - ci domandavamo noi stessi nell'Ai lettori sul numero dello scorso marzo - Perché rinunciare a dare un segno concreto di rispetto per la natura, evitando che altri alberi vengano abbattuti? Come si fa a sorvolare sulla contraddizione rappresentata da una rivista, che da una parte si impegna a fondo nella diffusione di una cultura libertaria che vede in un nuovo rapporto tra natura ed esseri animali (uomo compreso) uno dei suoi cardini, e dall'altra non fa il possibile per esservi concretamente coerente?
Dallo scorso numero, questa contraddizione è almeno parzialmente risolta. Dopo 150 numeri stampati su carta normale, "A" viene stampata su carta riciclata al 100% - eccezion fatta per la copertina, per la quale abbiamo tuttora problemi di approvvigionamento di una carta riciclata adeguata. In un prossimo futuro speriamo di poter risolvere anche questi problemi, così da passare all'utilizzo esclusivo di carta di recupero. Lo stesso dicasi per le buste a sacchetto (utilizzate per la spedizione agli abbonati, per la carta da lettere con relative buste, ecc. ecc.): a mano a mano che andremo esaurendo le scorte in carta "normale" passeremo alla riciclata.

Una quarantina di pioppi
Per stampare le 8.600/8.700 copie corrispondenti alla tiratura di un numero di "A", si utilizza un quantitativo di carta pari, all'incirca, a quella ottenuta dall'abbattimento di oltre 4 pioppi dell'età di 4 anni. In tutto, una quarantina di alberi all'anno.
Dallo scorso numero, il nostro (oggettivo) contributo a questa pratica antiecologica è venuto a cessare. La caratteristica primaria della carta riciclata, infatti, è appunto quella di utilizzare come "materia prima" non la cellulosa estratta dalle piante, bensì carta già utilizzata (per la stampa o per altri usi).
È necessario sapere che questa cellulosa del legno è "fabbricata" in natura per fotosintesi, partendo dall'energia solare. Ma le regole dello sfruttamento della natura (su cui si basa la nostra ,"civiltà") impongono di estrarre la materia prima, che pure è una risorsa rinnovabile, con un ritmo molto più rapido rispetto alla velocità di ricostituzione dei boschi attraverso la fotosintesi. Nelle zone "economicamente" convenienti, quindi, i boschi si impoveriscono come se si trattasse del minerale di una miniera, lasciando alle spalle zone impoverite di vegetazione ed esposte all'erosione.
Da questo punto di vista, l'utilizzo della carta riciclata si configura come un contributo attivo al mantenimento (o meglio, al ristabilimento) dell'equilibrio ecologico. Ma la produzione e l'utilizzo della carta provocano anche altri problemi, sui quali non vogliamo chiudere gli occhi.

Chiare, dolci, fresche acque..
Durante la fabbricazione della carta si generano rifiuti, la cui natura e quantità dipende dal ciclo produttivo. Ciò interessa sia la carta "normale" sia quella riciclata. Nel trattamento di quest'ultima, infatti, si utilizzano prodotti chimici che gravano sugli impianti di depurazione e inquinano l'acqua. I fanghi tossici, che risultano dal processo di deinchiostrazione, vanno a finire nelle discariche. Né si può trascurare il fabbisogno di acqua (e, in genere, di energia) necessario per la produzione della carta. Rispetto ai 50/150 litri d'acqua impiegati nella produzione della carta raffinata, con i sistemi più ecologici (caratterizzati da un circuito d'acqua completamente chiuso, senza scarichi all'esterno) si scende a poco più di 1 litro di acqua per chilogrammo di carta riciclata.
Il succo di questi dati è il seguente: l'utilizzo della carta riciclata è certamente un passo in avanti, innanzitutto per il rispetto delle piante. Ma dire "riciclata" non è sufficiente per ritenere che tutti i problemi connessi con l'equilibrio ecologico siano risolti.
Oggi il riciclato indubbiamente è di moda. Così come altre pratiche connesse con un vero o presunto ritorno alla "natura". C'è chi su queste mode ci marcia, sfruttando la credulità e la superficialità della gente. Che, alla fin fine, spesso si accontenta di credere di "rispettare la natura".
Noi no. Cerchiamo di vederci chiaro. E, chiediamo a chi ne sa più di noi di darci una mano in questo senso.
"Finalmente!". "Meglio tardi che mai!". "È ancora più bella". "A quando anche la copertina?".
Anche se sullo scorso numero non era specificato (siamo stati incerti fino all'ultimo sulla possibilità di iniziare subito a stampare su carta riciclata), molti lettori hanno notato la differenza: colore più scuro, diversa consistenza, odore più marcato. E - a parte qualche voce scettica - è stato un coro generale di soddisfazione.
Per noi è stata una conferma della validità della nostra scelta, il cui valore va ben aldilà dei suoi aspetti concreti, materiali (i 40 pioppi risparmiati ogni anno: per intenderci). In questo passaggio alla carta riciclata (che, tra l'altro, costa anche un po' meno) è indubbiamente racchiuso un valore simbolico, che indica il rifiuto sempre più convinto ed esteso di una mentalità e della conseguente organizzazione sociale basata sullo spreco, sulla non-attenzione per gli equilibri ecologici, anzi sulla loro sistematica alterazione e distruzione.
Non mancheranno, certo, aspetti superficiali e di moda - già prima accennati. Ma noi siamo convinti che alla base di questa diffusa sensibilità ci siano elementi positivi, che possono maturare a più cosciente sensibilità libertaria ed antiautoritaria.
Quando l'anarchia verrà / tutto il mondo sarà trasformato (...) recitava una vecchia canzone anarchica. Prima che sia l'attuale sistema sociale a trasformare in peggio, e spesso - purtroppo - definitivamente, l'ambiente stesso in cui ci troviamo a vivere, è indispensabile che comportamenti concreti, quotidiani, apparentemente modesti accompagnino i nostri grandi progetti, le nostre generose utopie.
Nelle sue individualità più degne, nei suoi movimenti e periodi più significativi, l'anarchismo ha saputo conciliare queste due dimensioni, esprimendo una coerenza che sempre si è tradotta in credibilità.
Nel suo piccolo, il passaggio alla carta riciclata può avere anche questo significato.