Rivista Anarchica Online
Storia di naia
Io ho 21 anni e per
questo "bel" militare mi ritrovo per l'ennesima volta al punto di
partenza. La mia vita fino al 9/7/'87 è stata un'esperienza
bellissima, della quale ho dei ricordi stupendi. Tutto è cominciato
quando a casa mi è arrivata quella stupida cartolina dove c'era
scritto che mi dovevo trovare a Falconara M. per "donare" un anno
della mia vita. Io, a parte la mia
fede politica, non ho mai voluto accettare questa storia inutile e
così decisi di non partire, ma i miei genitori e la mia ragazza mi
dissero che se io non ci fossi andato, per loro non sarei più
esistito. Allora, come penso avrebbero fatto tutti coloro che tengono
alle persone che amano, decisi con grande sforzo di partire. Negli
ultimi venti giorni dl libertà prima di andarmene, cercai di
convincermi che poi non era neanche un grande sforzo e che essendo
uno studente universitario sarei andato sicuramente in ufficio.
Il mese del CAR
passò tranquillamente anche perché io me ne fregavo altamente e
quindi nessuno mi dava fastidio, a parte le cose insensate che vedevo
come il marciare sotto 30° per ore e ore o a fare l'adunata alle
13.00 per un'ora vedendo persone e persone svenire, però io pensavo
a casa, all'affetto della mia ragazza, la cosa più importante che
avevo, e allora restavo immobile e in
silenzio. Poi arrivò il giorno del giuramento, una frase terribile,
1.000 ragazzi che marciavano insieme con fucili del '40 e che
sembravano dei burattini agli ordini di un povero scemo e che
gridavano "lo giuro" di essere fedele alla patria.
Ecco da quel
periodo cambiai, mi resi conto che questa non è libertà come
vogliono far credere, questa è una delle tante buffonate che ci
sono. Arrivò anche il giorno che mi dissero che sarei andato a
Palmanova a finire i "miei giorni" e così partii per
quell'orribile posto dove non avrei mai pensato di impazzire. Arrivai al Corpo e
come pensavo entrai in ufficio e, sicuramente, fu quella la mia rovina.
Entrai in ufficio per tenere la contabilità, per vedere gli sporchi
imbrogli che ci sono, ma io restavo sempre in silenzio con la mente
che pensava a casa e alle belle cose che avevo.
Mi sentivo umiliato
tre o quattro volte al giorno da una persona che riusciva a malapena
a scrivere il suo nome, e io ingoiavo e tenevo dentro senza reagire,
perché se l'avessi fatto, e lo feci una volta pagandolo con due
giorni di corvée, io non avrei più visto casa per due mesi come
minimo.
Incominciarono i
problemi, perché io sono sempre stato uno che diceva sempre tutto in
faccia a tutti e se volevo andare a casa dovevo stare zitto senza
reagire. Come logico cambiai e le cose, quando tornai a casa, non
erano più quelle di prima. Con la mia ragazza erano più le volte
che litigavamo che le volte che stavamo bene e a casa non parlavo
mai. Ora, con solo sei mesi di naia, mi trovo a casa in convalescenza
per crisi depressiva, senza la mia ragazza (che avevo da più di due
anni) che per me ormai era un pilastro della mia vita e l'ho visto
crollare sotto i miei piedi, e senza la voglia di reagire per paura
di non riuscire a costruire nessun ideale.
A questo punto non
so più cosa fare, l'unica cosa che so è che per tutto questo devo
solo dire: grazie naia!
Sergio Daglia (Rivanazzano)
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