Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 152
febbraio 1988


Rivista Anarchica Online

Storia di naia

Io ho 21 anni e per questo "bel" militare mi ritrovo per l'ennesima volta al punto di partenza. La mia vita fino al 9/7/'87 è stata un'esperienza bellissima, della quale ho dei ricordi stupendi.
Tutto è cominciato quando a casa mi è arrivata quella stupida cartolina dove c'era scritto che mi dovevo trovare a Falconara M. per "donare" un anno della mia vita. Io, a parte la mia fede politica, non ho mai voluto accettare questa storia inutile e così decisi di non partire, ma i miei genitori e la mia ragazza mi dissero che se io non ci fossi andato, per loro non sarei più esistito. Allora, come penso avrebbero fatto tutti coloro che tengono alle persone che amano, decisi con grande sforzo di partire. Negli ultimi venti giorni dl libertà prima di andarmene, cercai di convincermi che poi non era neanche un grande sforzo e che essendo uno studente universitario sarei andato sicuramente in ufficio.
Il mese del CAR passò tranquillamente anche perché io me ne fregavo altamente e quindi nessuno mi dava fastidio, a parte le cose insensate che vedevo come il marciare sotto 30° per ore e ore o a fare l'adunata alle 13.00 per un'ora vedendo persone e persone svenire, però io pensavo a casa, all'affetto della mia ragazza, la cosa più importante che avevo, e allora restavo immobile e in silenzio. Poi arrivò il giorno del giuramento, una frase terribile, 1.000 ragazzi che marciavano insieme con fucili del '40 e che sembravano dei burattini agli ordini di un povero scemo e che gridavano "lo giuro" di essere fedele alla patria.
Ecco da quel periodo cambiai, mi resi conto che questa non è libertà come vogliono far credere, questa è una delle tante buffonate che ci sono. Arrivò anche il giorno che mi dissero che sarei andato a Palmanova a finire i "miei giorni" e così partii per quell'orribile posto dove non avrei mai pensato di impazzire. Arrivai al Corpo e come pensavo entrai in ufficio e, sicuramente, fu quella la mia rovina. Entrai in ufficio per tenere la contabilità, per vedere gli sporchi imbrogli che ci sono, ma io restavo sempre in silenzio con la mente che pensava a casa e alle belle cose che avevo.
Mi sentivo umiliato tre o quattro volte al giorno da una persona che riusciva a malapena a scrivere il suo nome, e io ingoiavo e tenevo dentro senza reagire, perché se l'avessi fatto, e lo feci una volta pagandolo con due giorni di corvée, io non avrei più visto casa per due mesi come minimo.
Incominciarono i problemi, perché io sono sempre stato uno che diceva sempre tutto in faccia a tutti e se volevo andare a casa dovevo stare zitto senza reagire. Come logico cambiai e le cose, quando tornai a casa, non erano più quelle di prima. Con la mia ragazza erano più le volte che litigavamo che le volte che stavamo bene e a casa non parlavo mai. Ora, con solo sei mesi di naia, mi trovo a casa in convalescenza per crisi depressiva, senza la mia ragazza (che avevo da più di due anni) che per me ormai era un pilastro della mia vita e l'ho visto crollare sotto i miei piedi, e senza la voglia di reagire per paura di non riuscire a costruire nessun ideale.
A questo punto non so più cosa fare, l'unica cosa che so è che per tutto questo devo solo dire: grazie naia!

Sergio Daglia (Rivanazzano)