Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 152
febbraio 1988


Rivista Anarchica Online

Occhio alle colombe!
di Claudia Santi / Stefano Fabbri d'Errico

Mentre Governo e Sindacati si apprestano a definire il quadro generale dell'intervento teso a regolamentare il diritto di sciopero, i CdB della scuola, che primi si sono mossi contro ogni limitazione delle libertà sindacali, sembrano attraversare al momento attuale una fase molto delicata.
Proprio sulle diverse proposte di mobilitazione in difesa del diritto di sciopero, si è infatti verificata prima a Roma e poi all'Assemblea Nazionale di Napoli una scissione tra la cosiddetta "ala dura" e "l'ala morbida", o se si preferisce, tra i "falchi" e le "colombe", metafora che, se pur prediletta dai mass-media, non risulta illuminante. Se così non fosse, non sarebbero esistiti gli inviti ad un confronto e ad un'eventuale mediazione lanciati dai cosiddetti falchi ed ostinatamente rifiutati da colombe munite di artigli troppo affilati per poter essere realmente definite tali.
La spaccatura è avvenuta prendendo a pretesto l'eventuale partecipazione alla manifestazione nazionale del 12 dicembre a Roma contro la Finanziaria e in difesa del diritto di sciopero, manifestazione che, lanciata dall'Assemblea Intercategoriale del 15 novembre doveva dare una risposta al duro attacco portato ai diritti consolidati dei lavoratori. Ma dietro questo pretesto si nascondeva una realtà ben diversa, rimarcata da dichiarazioni compiaciute del sopravvenuto divieto per il corteo del 12 dalle quali anzi traspariva la richiesta di ulteriori e più marcati interventi repressivi. Di fatto è stata la constatazione della intrinseca debolezza della piattaforma dell'"ala morbida" - il cosiddetto "documento degli 11" di stampo neo-corporativo - che si vedeva già battuta a Roma dalla molto più credibile e praticabile piattaforma "per l'unità di base" dell'ITIS Volta, a consigliare di accelerare i tempi della scissione, costringendo ad un'uscita nettamente minoritaria, sia a livello romano che nazionale.
Mentre il "documento degli 11" punta unicamente sulla funzione docente, introducendo nuove sperequazioni all'interno degli stessi ordini di scuola in base al titolo di studio e/o alla collocazione o meno in ruolo, la piattaforma "per l'unita di base" raccoglie in sé, tramite la rivalutazione delle tre componenti del salario, una prospettiva contrattuale molto più ampia. Lancia, con la rivalutazione secca del salario di base, un ponte verso tutti i lavoratori del pubblico impiego, dal quale i neo-corporativi intendono invece "scorporarsi", scaricando persino il personale ausiliario e tecnico-amministrativo della scuola stessa. Esalta ugualmente la specificità della funzione docente, rivalutandola appieno tramite il salario professionale e il ripristino del salario d'anzianità, senza per questo dover ricorrere al nominalismo insulso di un improbabile quanto inutile "aggancio" ai professori universitari associati.
Il meccanismo che viene ipotizzato è lo slittamento di livello, per tutto il comparto scuola, con riferimento alle uguali mansioni professionali svolte dai lavoratori del pubblico impiego. Appena consumata la scissione, in un convegno nazionale che vede la partecipazione di circa 150 persone fra insegnanti e curiosi concepito come contraltare dell'Assemblea Nazionale dei CdB dalla quale sono usciti sconfitti pur avendo convogliato da diverse provincie "fedelissimi" che nei mesi precedenti si erano distinti per la loro assenza, gli estensori del "documento degli 11" non rinunciano a costruire un'organizzazione di cui essere leader. A capo di tale struttura rigidamente piramidale, è posta la monade suprema "Gilda Nazionale" di 15 membri (11 +4), che rimane in carica per un triennio contrattuale. Nonostante il richiamo verbale all'esperienza della rivoluzione francese (Convenzione Nazionale), viene eliminata ogni parvenza di pratiche e metodi democratici ed orizzontali, mediante l'attribuzione di deleghe pressoché permanenti ed altre simili amenità.
L'obbligo di rotazione dei delegati, unico sistema per garantirsi dalla cristallizzazione del mandato e dall'involuzione burocratica, viene liquidato in base alla sua presunta totale "impraticabilità".
Per finire, quale preda abbiano adocchiato le "colombe" del Movimento non è difficile immaginare; occupare gli spazi lasciati liberi dal sindacalismo autonomo (più che confederale), cavalcando la tigre del malcontento di quei singoli docenti che si vedono negato il ruolo di yuppies, cui credono, in preda ad esaltazione, di poter meritatamente aspirare in base ad estrazione sociale, formazione culturale e qualifica professionale. Né mai questi insegnanti d.o.c., che guardano all'Università come ad un tempio della cultura scevro ed esente da tutte le miserie della Scuola, accetterebbero di confondersi e lasciarsi confondere (perdendo la loro identità) con i "nuovi poveri degli anni '80". Effimeri sogni di prestigio sociale, smentiti ogni mese da un salario che li colloca inesorabilmente nel "proletariato", sia pure "intellettuale".