Rivista Anarchica Online
Chi ha paura
dell'ateismo?
"…
qualunque persona ragionevole non può credere né agli
dei, né agli spiriti, né ai diavoli, né
all'inferno. Si tratta in tutti questi casi di spauracchi inventati
per impressionare o per intimidire la gente semplice..." (da "I tre
impostori" attribuito a P. H. d'Holbach)
La lettera di Gianni
Ferrara ("A" 145) meriterebbe un ben lungo discorso ma io,
non avendo la conoscenza adeguata né la capacità, mi
limiterò a queste brevissime considerazioni. Davvero certe
"cose" - idee, identità, posizioni
ideologico-politiche, ecc. ecc. - più sono semplici e più
le si considera difficili da comprendersi. A meno che non si faccia
"finta" di non capire, come pare stia diventando di
moda nei comportamenti di molte persone. E non solo nei riguardi
dell'anarchismo e dell'ateismo! Pare vada diffondendosi una certa
assuefazione alle "parole" dei vari poteri che i
mass-media ripetono ossessivamente per seminare sensazione
d'impotenza tra la gente. D'altra parte tutte
le "cose" - idee, comportamenti, manifestazioni, ecc. - che
escono dall'ordinario, dalla mentalità e dalla morale corrente
(imposte!), e che comportano assunzione di piccole e (figuriamoci!)
grosse responsabilità in prima persona, vengono
tranquillamente, con cento milioni di motivi o pretesti, rimosse,
rifiutate o "delegate". Non voglio nemmeno attardarmi ai
"modi passivi", "indifferenti" di tantissime
persone di fronte alle basi missilistiche, all'industria militare,
agli eserciti, al nucleare, al fisco, al Potere (e, quindi, davanti
agli obiettori di coscienza, totali, fiscali, ecc.), alle elezioni,
alla religione. Non sarà - lo spero molto - il caso di Gianni
Ferrara. Ma mi ha fatto un
certo effettaccio leggere che è rimasto "molto
amareggiato" nell'aver visto stampato lo slogan "né
dio né stato", e che a questa indicazione di massima lui
- ma anche tanti altri - preferirebbe "né Chiesa né
Stato". E si/ci domanda: "per essere anarchici è
obbligatorio essere atei?". NO, caro Ferrara, non è in
nessun caso "obbligatorio" essere atei in casa anarchica;
al contrario è, in moltissimi casi e situazioni, OBBLIGATORIO
"credere in dio" (proprio in qualunque dio!). Ne va della
tranquillità, del posto di lavoro, della locazione
dell'appartamento, del frequentare la scuola, ecc. E non è che
bisogna andare in... Cile per avere conferma di situazioni di questa
natura! IO, ateo militante, che sono profondamente convinto che una
persona per essere, sentirsi, veramente, intimamente libera
dovrà "liberarsi di dio", di questo fantasma che
viene accomunato automaticamente alle terribili punizioni
dell'inferno, io - dicevo - sarei tra e coi primi a ribellarmi contro
chi volesse imporre "l'obbligo di essere atei". Può darsi
che anch'io qualche volta abbia dato dei "forti pugni sul
tavolo" ma il pericolo vero, le minacce che si concretizzano in
vie di fatto è pur sempre dall'altra parte che occorre
temerle. E mi pare che cada a proposito il ricordo di quel lontano
filosofo che ebbe a scrivere: "la fede negli dei onniveggenti e
onniscienti, i quali puniscono gli uomini per i loro misfatti, è
stata inventata da un sapiente e inculcata agli uomini per mantenerli
nel terrore", mentre ci sono stati altri che hanno
sottolineato che "l'apparizione e lo sviluppo dell'ateismo sono
collegati con lo sviluppo della lotta di classe e con quello della
conoscenza scientifica delle leggi della natura e della società!". Ordunque, perché
avere paura dell'ateismo?
Franco Leggio (Ragusa)
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