Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 146
maggio 1987


Rivista Anarchica Online

I cavalieri dell'A.L.F.
di Robin Lane (traduzione di Michele Buzzi)

Da una quindicina d'anni l'Animal Liberation Front (A.L.F.) si batte contro le violenze imposte agli animali. Il metodo è quello dell'azione diretta, spesso al di fuori della legalità. Il suo leader, Ronnie Lee, sta scontando una pesante pena detentiva. A rappresentare l'A.L.F. al convegno di Firenze è intervenuto Robin Lane. Ecco il testo integrale del suo intervento. Seguito da una nostra presa di posizione critica.

Innanzitutto vorrei ringraziarvi per avermi invitato a questo convegno. Spiegherò quali sono gli obiettivi, le politiche e le strategie dell'Animal Liberation Front. Comincerò col tracciare una breve storia del gruppo.
Nel 1972 esisteva un gruppo denominato "Band of Mercy" (Banda della pietà), formato da una decina di persone la cui attività consisteva principalmente in azioni contro le proprietà dei cacciatori. Il gruppo compì varie azioni, ma la sua attività aveva carattere sporadico. Nel 1976 Ronnie Lee e alcuni altri sentirono l'esigenza di un gruppo che indirizzasse le proprie azioni non soltanto contro le proprietà dei cacciatori, ma anche contro quelle di tutti coloro che maltrattano gli animali, in particolare praticando la vivisezione, l'allevamento intensivo, il commercio di pelli e pellicce. Queste sono infatti le attività maggiormente responsabili dei maltrattamenti nei confronti degli animali, ma ci sono anche i circhi, gli zoo, le persone che maltrattano gli animali cosiddetti da compagnia.
L'Animal Liberation Front s'impegna a far tutto il possibile per salvare gli animali e dal 1976 a oggi le azioni dell'ALF hanno sottratto ai maltrattamenti decine di migliaia di soggetti. Animali imprigionati nei campi di concentramento dei laboratori di vivisezione sono stati restituiti a una vita priva delle sofferenze inflitte da esseri umani avidi, egoisti, insensibili. Animali rinchiusi in condizioni orribili nelle stalle in cui si pratica l'allevamento intensivo hanno potuto vivere finalmente all'aperto e respirare per la prima volta l'aria fresca. Infine, animali da pelliccia chiusi in gabbie anguste sono stati riportati nel loro ambiente naturale e liberati.

Violenti noi? Violento è chi...
I mezzi di informazione hanno diffuso molte menzogne per screditare l'Animal Liberation Front. I giornali hanno scritto che gli animali liberati dai laboratori di vivisezione non riescono a sopravvivere, perché le malattie che sono state loro inflitte devono essere tenute sotto controllo. Hanno scritto anche che questi animali sono portatori di malattie pericolose, che potrebbero diffondersi tra la popolazione umana. Nulla di tutto ciò è stato mai dimostrato.
Al contrario, gli animali - dopo essere stati affidati a veterinari simpatizzanti - sopravvivono felicemente. Gli animali sottratti alle fattorie non vengono semplicemente liberati e abbandonati alla loro sorte, vengono affidati a persone simpatizzanti che dispongono di vasti spazi aperti in cui gli animali liberati possono vivere in libertà. E per quanto riguarda gli animali liberati dagli allevamenti, non è stato mai dimostrato che abbiano arrecato danno alla fauna dell'ambiente in cui sono stati reinseriti. Gli animali che vengono liberati dalle case di persone che li maltrattano vengono ospitati in case di persone che se ne prendono cura con amore.
I membri dell'ALF nutrono rispetto per tutte le forme di vita; in nessun caso, perciò, vorrebbero fare del male a un'altra creatura, umana o di altra natura. I media accusano l'ALF di essere un gruppo violento. Vorrei controbattere osservando che, quando si distrugge uno strumento designato per la tortura, si contribuisce a eliminare la violenza, non la si crea. Nei dieci anni di attività dell'ALF sono state condotte circa 10.000 azioni individuali, senza che una sola persona sia stata ferita. I veri terroristi fautori di violenza sono le industrie responsabili dei maltrattamenti inflitti agli animali. Queste industrie incassano profitti di miliardi di sterline e di dollari, e di migliaia di miliardi di lire.
Nella sola Gran Bretagna l'industria della carne incassa profitti per oltre 120 milioni di sterline al giorno e massacra inutilmente ogni anno oltre 500 milioni di animali. Pensate quanti devono essere, di conseguenza, gli animali uccisi in tutto il mondo! È ormai dimostrato che cibarsi di carne nuoce alla salute umana. Anche l'Associazione medica britannica ha riconosciuto che la dieta vegetariana è la più sana. Fortunatamente per gli animali, la dieta vegetariana si sta diffondendo sempre di più ed è già praticata da oltre tre milioni di persone nella sola Gran Bretagna.
Purtroppo gli esseri umani non riconoscono altrettanto facilmente la natura fraudolenta dell'industria farmaceutica, che causa sofferenza e morte a miliardi di animali e a milioni di esseri umani, e da ciò ricava enormi profitti. L'industria farmaceutica alimenta nella gente il terrore del cancro e di altre malattie, perché così facendo - pensa - si garantisce un mercato sempre attivo. Il libro Slaughter of Innocent (Il massacro degli innocenti), di Hans Ruesch, sarà l'opera più importante e rivelatrice sull'industria farmaceutica truffaldina fondata sulla vivisezione. Le prove di carattere scientifico raccolte da Hans Ruesch e le azioni condotte dall'ALF contro l'immoralità della ricerca effettuata sugli animali potrebbero veramente segnare la condanna definitiva dell'industria farmaceutica.
Dobbiamo fare tutto il possibile per denunciare le orribili torture inflitte agli animali nei laboratori di vivisezione. Dopo aver visionato il film Hidden Crimes (Crimini nascosti), le autorità dell'Irlanda del Sud hanno proibito la pratica della vivisezione. Dobbiamo diffondere il più possibile la conoscenza di questo problema, in modo che un numero sempre maggiore di persone provi orrore per la realtà della vivisezione.

Contro il commercio delle pellicce
L'Animal Liberation Front ha ottenuto risultati considerevoli nella lotta contro il commercio delle pellicce. In Gran Bretagna un ordigno relativamente nuovo è stato usato nei grandi magazzini che vendono pellicce. L'ordigno, che la stampa ha definito "bomba incendiaria", in realtà ha semplicemente la funzione di attivare l'impianto antincendio con spruzzatori d'acqua al soffitto, di cui tutti i magazzini devono essere dotati per legge. L'ordigno viene collocato nel punto di vendita durante il giorno ed entra in funzione nelle ore notturne. Il risultato è l'allagamento del negozio. In un caso questa tattica ha provocato danni per 200.000 sterline. Una sorte analoga è toccata a un grande magazzino di Croydon, nel sud dell'Inghilterra, dove l'allagamento ha causato danni per 75.000 sterline. Poco tempo dopo, 27 vetrine e 6 porte di vetro del grande magazzino sono state danneggiate con un liquido corrosivo. Un mese dopo, quattro camion per le consegne sono stati incendiati, e questo ha causato un ulteriore danno per 6.000 sterline. Poi un furgone di proprietà del grande magazzino è stato danneggiato con un acido corrosivo. Alla fine la direzione dell'esercizio ha deciso che le perdite stavano diventando eccessive e ha chiuso il reparto pellicceria. Le azioni di sabotaggio hanno indotto altri grandi magazzini a seguire l'esempio di quello di Croydon e il risultato è stata la chiusura di una decina di reparti di pellicceria. Anche alcune aziende di capi di pellicceria sono state costrette a chiudere i battenti.
Secondo alcuni la beffa organizzata ai danni dell'azienda dolciaria MARS, nel novembre del 1984, fu il peggior errore che l'ALF abbia mai commesso. Non sono d'accordo perché l'azione fu coronata da successo. Proprio per questo la stampa, sostenuta dal governo e dall'industria, scatenò una campagna sensazionalistica. L'azione non mise mai a repentaglio la sicurezza di bambini o di adulti, perché non fu usato veleno. I giornali pubblicarono un sacco di menzogne sull'episodio, ma ormai era troppo tardi per la MARS, che subì una perdita di tre milioni di sterline in termini di profitto. L'opinione pubblica venne a conoscenza del fatto che le scimmie venivano alimentate forzatamente con le barre di cioccolato MARS e - cosa più importante - l'industria dolciaria rinunciò a questo tipo di esperimenti. L'azione fu un completo successo.
Ci sono principalmente due modi per far cessare la vendita delle pellicce. Uno consiste nel sensibilizzare l'opinione pubblica rendendola cosciente dell'immoralità di un simile commercio. Questo scopo si ottiene distribuendo volantini e raccogliendo petizioni, boicottando i negozi e organizzando sit-in di protesta. È quello che fanno le organizzazioni legali. L'altro modo consiste nel far sì che il commercio risulti insostenibile dal punto di vista finanziario per i proprietari dei negozi.
Ma l'obiettivo principale contro cui l'ALF indirizza le sue azioni è il commercio della carne, anche perché questo è il settore più facilmente attaccabile. Le vetrine delle macellerie e delle pescherie vengono continuamente infrante con mattoni, sassi e biglie di ferro lanciate con fionde. Ogni vetrina rotta equivale a un danno di 300 sterline, e quando il fatto si verifica più volte, le compagnie di assicurazione non indennizzano più il proprietario del negozio, che è costretto a chiudere. Un'altra tecnica che L'ALF usa per danneggiare i negozi consiste nel bloccare con una potente colla le serrature e nel dipingere slogan sulle vetrine. Queste tattiche hanno portato alla chiusura di molti negozi. Lo scorso ottobre sono stati danneggiati quattro camion (una perdita di 100.000 sterline) appartenenti a un'azienda produttrice di mangimi per polli allevati in batteria. In altri casi è stato versato un liquido sverniciante su camion appartenenti ad aziende per il commercio all'ingrosso di carne. L'anno scorso, l'Associazione dei commercianti di carne ha chiesto al governo di dichiarare l'ALF fuorilegge, a causa degli ingenti danni che questa organizzazione provoca all'industria della carne. Ma come può il governo dichiarare L'ALF fuorilegge, dal momento che l'ALF stessa si pone volutamente al di fuori della legge con tutte le azioni che compie?
L'ultima azione ha avuto luogo il mese scorso, quando 15 gatti solo stati salvati dai laboratori dell'Università di Bristol. L'incursione ha avuto una vasta eco in tutto il paese.

Una nuova arma: il videotape
L'ALF è stato il primo dei movimenti per l'azione diretta a usare una strumentazione video e oggi riesce a utilizzarla con buoni risultati. Attualmente L'ALF si sta interessando soprattutto delle condizioni dell'allevamento intensivo, sulle quali raccoglie documentazione filmata su videotape. Ci siamo organizzati in modo che la CALL effettui riprese all'interno dei laboratori di vivisezione, l'ALF filmi all'interno degli allevamenti di animali da carne e un nuovo gruppo denominato Midland Animal Liberation Group filmi all'interno degli allevamenti di animali da pelliccia. A quanto pare, dunque, il movimento per l'azione diretta è efficiente come non era mai stato. A mano a mano che i centri di tortura degli animali rendono più sofisticati i loro impianti di sicurezza, i gruppi per l'azione diretta affinano le loro capacità di intervento.
Sono convinto che se il movimento per il benessere e i diritti degli animali fosse veramente unito, la liberazione definitiva degli animali dallo sfruttamento che sono costretti a subire si tradurrebbe presto in realtà. In Gran Bretagna, alcune grandi organizzazioni che affermano di lottare per la liberazione degli animali hanno deciso di condannare le azioni dell'ALF. Io credo che le organizzazioni legali dovrebbero sostenere l'ALF, aiutandolo a far conoscere le sue iniziative tramite volantini, manifesti, libri, distintivi, ecc...
Poiché ciò non avviene, il gruppo dei sostenitori dell'ALF, fondato nel 1982, l'anno scorso ha acquistato un impianto per la stampa e ha cominciato a produrre in proprio il materiale propagandistico necessario: schede informative relative a 9 diverse forme di maltrattamento degli animali, materiale commerciale da vendere per raccogliere fondi, volantini, un nuovo libro intitolato "The Road to Victory" (La strada verso la vittoria), notiziari e resoconti relativi alle azioni intraprese. Tutto il materiale viene stampato su carta riciclata. È una vergogna che il gruppo dei sostenitori, del tutto indipendente dagli attivisti, sia stato costretto a questo dalle altre organizzazioni, che dispongono di cospicui depositi bancari. Perché allora non dovremmo credere a Hans Ruesch, il quale afferma che in Gran Bretagna il movimento per i diritti e il benessere degli animali pullula di infiltrati? Vi dico queste cose affinché sappiate che può accadere lo stesso in qualsiasi altro paese.
Gli scopi dell'ALF sono: causare perdite finanziarie ai responsabili di maltrattamenti nei confronti degli animali; ottenere pubblicità tramite gli organi di stampa, cercare di far sì che i maltrattatori di animali si rendano conto di quello che fanno e capiscano che è sbagliato. Purtroppo i mezzi d'informazione tendono a schierarsi dalla parte dei maltrattatori, non dei salvatori degli animali, perciò descrivono le nostre azioni come atti terroristici, senza spiegarne i motivi. Ciò dipende dal fatto che i giornali hanno interessi in comune con chi maltratta gli animali, ma anche dal fatto che i giornalisti stessi sono beneficiari di un sistema fondato sullo sfruttamento e sul massacro degli animali. L'ALF non si lascerà mai scoraggiare da questa mistificazione dell'informazione, perché sa che ogni azione costituisce un passo avanti verso la liberazione di tutti gli animali.
Altri gruppi che praticano l'azione diretta sono le "Animal Liberation Leagues" (Leghe per la liberazione degli animali). La "Northern Animal Liberation League" fu fondata alla fine degli anni '70 per organizzare occupazioni dei laboratori di vivisezione e per sensibilizzare l'opinione pubblica. Poi, nel 1983, fu fondata la "Southern Animal Liberation League", che non solo organizzò occupazioni in massa, con la partecipazione di centinaia di persone, ma realizzò anche videocassette che documentavano le crudeltà inflitte agli animali prigionieri nei laboratori. L'organizzazione riuscì anche a raccogliere nei laboratori stessi prove documentarie su cui basare denunce. Nel caso del Royal College of Surgeons, nel 1984, le prove risultarono schiaccianti, e il College fu processato e condannato per aver causato inutili sofferenze a una scimmia. Purtroppo il RCS riuscì a ottenere il proscioglimento in appello.
La Lega ha organizzato anche altre incursioni su larga scala, l'ultima delle quali ha avuto come obiettivo gli infami laboratori Wickham, dove hanno avuto luogo simultaneamente tre azioni consecutive. L'iniziativa ha destato molto scalpore presso l'opinione pubblica, ma si è conclusa con l'arresto di dieci persone. Questo ha significato di fatto la fine della Southern Animal Liberation League, che tuttavia è riuscita a suscitare un vivace dibattito sulla vivisezione. Contemporaneamente operavano anche altre leghe, tra cui la "Eastern Animal Liberation League", che ha condotto la ben nota incursione nei laboratori della Unilever, nel Bedfordshire. Purtroppo in conseguenza di ciò sono state arrestate molte persone, alcune delle quali sono state condannate a 2 anni e anche a 2 anni e mezzo di reclusione.
Attualmente esiste la "Central Animal Liberation League", la quale sta dimostrando che il tipo di azione più efficace è costituito da una combinazione delle tecniche dell'ALF e di quelle delle Animal Liberation League. La CALL opera in piccoli gruppi e usa mezzi ad alta tecnologia per entrare nei laboratori, salvare gli animali e raccogliere documentazione fotografica, che poi viene mostrata in televisione.
Sapete certamente che Ronnie Lee, co-fondatore ed ex addetto stampa dell'ALF, è stato recentemente processato per cospirazione e condannato a 10 anni di carcere. Anche 8 suoi compagni sono stati condannati, ma per la maggior parte a 4 anni, in un caso a 2 anni e mezzo e in un altro caso a un anno soltanto. È curioso che a Ronnie sia stata inflitta una condanna così pesante (anzi, è addirittura strano che non sia stato assolto), visto che il suo intento principale era quello di far cessare i maltrattamenti e le uccisioni di animali da parte dell'uomo.
Ronnie è stato condannato perché rappresenta, al pari di tutti i membri dell'ALF, un pericolo immediato e grave per gli ingenti profitti ricavati dalle torture e dall'uccisione degli animali. I membri dell'ALF sono disposti a finire in carcere per le cose in cui credono, perciò non potranno mai essere sconfitti.
In Gran Bretagna l'ALF conta un migliaio di membri, ma altri gruppi stanno sorgendo anche in molti altri paesi, tra cui la Francia, la Germania Ovest, la Svezia, la Danimarca, l'Olanda, il Canada, la Nuova Zelanda, la Spagna, gli U.S.A. e l'Australia. L'ALF sta crescendo e continuerà a lottare finché le orribili torture inflitte agli animali saranno cessate. Il movimento per i diritti degli animali ha un carattere singolare, che lo rende unico tra tutti gli altri gruppi libertari: il suo scopo è quello di liberare gli animali dai tormenti inflitti loro in nome della scienza e a beneficio della specie umana, costi quel che costi.

Non lasciamoci intimidire
Spero che la liberazione di tutti gli animali possa essere ottenuta senza ricorrere alla violenza fisica nei confronti degli esseri umani. Ciò sarà possibile soltanto a condizione che un numero sufficientemente grande di persone anteponga il benessere degli animali al proprio. Uno dei rischi possibili è che le persone sensibili al problema si lascino intimidire dalle potenti industrie e dai governi che controllano la vita degli altri.
L'ALF ha un carattere unico, perché i suoi membri sono disposti anche a finire in prigione (e in questi ultimi dieci anni questa sorte è toccata a molti), pur di salvare gli animali, ma anche perché l'organizzazione è rigorosamente non-violenta. Una volta Ronnie Lee ha detto che, per quanto tempo dovessimo trascorrere in prigione, e per quanto dure dovessero essere le condizioni del carcere, sarebbe sempre un'esperienza da nulla in confronto alle sofferenze patite dagli animali imprigionati e torturati. Perciò continueremo a lottare, e vinceremo.

Superando forti perplessità, pubblichiamo integralmente l'intervento che il rappresentante dell'Animal Liberation Front ha fatto al Convegno di Firenze.
A non piacerci è innanzitutto lo spirito che lo anima, così pervaso da certezze assolute. La concezione del mondo che lo sottende è delle più manichee. Da una parte i buoni - loro. Dall'altra i cattivi - gli altri: dai vivisettori e torturatori di animali fino a chi vende e mangia carne e pesce, ecc... Domande, dubbi, vie di mezzo: nessuna. O con noi, o contro di noi. Già sentita.
Un esempio: la questione del vegetarianesimo. Nessuno di noi in redazione lo è, ma abbiamo il massimo rispetto per chi quella scelta ha deciso di compiere. Può darsi che effettivamente si tratti di una scelta positiva, dal punto di vista della salute, dell'etica. Siamo pronti a discuterne. Ma non sulle basi dell'intolleranza che sembrano caratterizzare i militanti dell'ALF.
Il vegetarianesimo, come qualsiasi altra modificazione del comportamento e della cultura - del singolo e della società - non deve, non può essere imposto. Nemmeno in nome dei più nobili ideali. In nome dei quali, sarà bene ricordarlo, sono stati compiuti anche molti delitti. Contro l'umanità, ma prima ancora contro il buon senso. Nonostante queste nostre perplessità, ci pare utile dare spazio - nell'ambito di questo dossier - anche a chi, pur con mentalità ed a volte metodi ed obiettivi da noi non condivisi, porta avanti in prima persona una battaglia in difesa di chi non può difendersi. E in questa battaglia ha scelto la via dell'azione diretta, scontrandosi con l'establishment, i mass-media, la grande industria.