Rivista Anarchica Online
I cavalieri
dell'A.L.F.
di Robin Lane (traduzione di Michele Buzzi)
Da una
quindicina d'anni l'Animal Liberation Front (A.L.F.) si batte contro
le violenze imposte agli animali. Il metodo è
quello dell'azione diretta, spesso al di fuori della legalità. Il suo leader,
Ronnie Lee, sta scontando una pesante pena detentiva. A rappresentare
l'A.L.F. al convegno di Firenze è intervenuto Robin Lane. Ecco il testo
integrale del suo intervento. Seguito da una
nostra presa di posizione critica.
Innanzitutto vorrei
ringraziarvi per avermi invitato a questo convegno. Spiegherò
quali sono gli obiettivi, le politiche e le strategie dell'Animal
Liberation Front. Comincerò col tracciare una breve storia del
gruppo. Nel 1972 esisteva
un gruppo denominato "Band of Mercy" (Banda della pietà),
formato da una decina di persone la cui attività consisteva
principalmente in azioni contro le proprietà dei cacciatori.
Il gruppo compì varie azioni, ma la sua attività aveva
carattere sporadico. Nel 1976 Ronnie Lee e alcuni altri sentirono
l'esigenza di un gruppo che indirizzasse le proprie azioni non
soltanto contro le proprietà dei cacciatori, ma anche contro
quelle di tutti coloro che maltrattano gli animali, in particolare
praticando la vivisezione, l'allevamento intensivo, il commercio di
pelli e pellicce. Queste sono infatti le attività maggiormente
responsabili dei maltrattamenti nei confronti degli animali, ma ci
sono anche i circhi, gli zoo, le persone che maltrattano gli animali
cosiddetti da compagnia. L'Animal Liberation
Front s'impegna a far tutto il possibile per salvare gli animali e
dal 1976 a oggi le azioni dell'ALF hanno sottratto ai maltrattamenti
decine di migliaia di soggetti. Animali imprigionati nei campi di
concentramento dei laboratori di vivisezione sono stati restituiti a
una vita priva delle sofferenze inflitte da esseri umani avidi,
egoisti, insensibili. Animali rinchiusi in condizioni orribili nelle
stalle in cui si pratica l'allevamento intensivo hanno potuto vivere
finalmente all'aperto e respirare per la prima volta l'aria fresca.
Infine, animali da pelliccia chiusi in gabbie anguste sono stati
riportati nel loro ambiente naturale e liberati.
Violenti noi?
Violento è chi...
I mezzi di
informazione hanno diffuso molte menzogne per screditare l'Animal
Liberation Front. I giornali hanno scritto che gli animali liberati
dai laboratori di vivisezione non riescono a sopravvivere, perché
le malattie che sono state loro inflitte devono essere tenute sotto
controllo. Hanno scritto anche che questi animali sono portatori di
malattie pericolose, che potrebbero diffondersi tra la popolazione
umana. Nulla di tutto ciò è stato mai dimostrato. Al contrario, gli
animali - dopo essere stati affidati a veterinari simpatizzanti -
sopravvivono felicemente. Gli animali sottratti alle fattorie non
vengono semplicemente liberati e abbandonati alla loro sorte, vengono
affidati a persone simpatizzanti che dispongono di vasti spazi aperti
in cui gli animali liberati possono vivere in libertà. E per
quanto riguarda gli animali liberati dagli allevamenti, non è
stato mai dimostrato che abbiano arrecato danno alla fauna
dell'ambiente in cui sono stati reinseriti. Gli animali che vengono
liberati dalle case di persone che li maltrattano vengono ospitati in
case di persone che se ne prendono cura con amore. I membri dell'ALF
nutrono rispetto per tutte le forme di vita; in nessun caso, perciò,
vorrebbero fare del male a un'altra creatura, umana o di altra
natura. I media accusano l'ALF di essere un gruppo violento. Vorrei
controbattere osservando che, quando si distrugge uno strumento
designato per la tortura, si contribuisce a eliminare la violenza,
non la si crea. Nei dieci anni di attività dell'ALF sono state
condotte circa 10.000 azioni individuali, senza che una sola persona
sia stata ferita. I veri terroristi fautori di violenza sono le
industrie responsabili dei maltrattamenti inflitti agli animali.
Queste industrie incassano profitti di miliardi di sterline e di
dollari, e di migliaia di miliardi di lire. Nella sola Gran
Bretagna l'industria della carne incassa profitti per oltre 120
milioni di sterline al giorno e massacra inutilmente ogni anno oltre
500 milioni di animali. Pensate quanti devono essere, di conseguenza,
gli animali uccisi in tutto il mondo! È ormai dimostrato che
cibarsi di carne nuoce alla salute umana. Anche l'Associazione medica
britannica ha riconosciuto che la dieta vegetariana è la più
sana. Fortunatamente per gli animali, la dieta vegetariana si sta
diffondendo sempre di più ed è già praticata da
oltre tre milioni di persone nella sola Gran Bretagna. Purtroppo gli
esseri umani non riconoscono altrettanto facilmente la natura
fraudolenta dell'industria farmaceutica, che causa sofferenza e morte
a miliardi di animali e a milioni di esseri umani, e da ciò
ricava enormi profitti. L'industria farmaceutica alimenta nella gente
il terrore del cancro e di altre malattie, perché così
facendo - pensa - si garantisce un mercato sempre attivo. Il libro
Slaughter of Innocent (Il massacro degli innocenti), di Hans Ruesch,
sarà l'opera più importante e rivelatrice
sull'industria farmaceutica truffaldina fondata sulla vivisezione. Le
prove di carattere scientifico raccolte da Hans Ruesch e le azioni
condotte dall'ALF contro l'immoralità della ricerca effettuata
sugli animali potrebbero veramente segnare la condanna definitiva
dell'industria farmaceutica. Dobbiamo fare tutto
il possibile per denunciare le orribili torture inflitte agli animali
nei laboratori di vivisezione. Dopo aver visionato il film Hidden
Crimes (Crimini nascosti), le autorità dell'Irlanda del Sud
hanno proibito la pratica della vivisezione. Dobbiamo diffondere il
più possibile la conoscenza di questo problema, in modo che un
numero sempre maggiore di persone provi orrore per la realtà
della vivisezione.
Contro il
commercio delle pellicce
L'Animal Liberation
Front ha ottenuto risultati considerevoli nella lotta contro il
commercio delle pellicce. In Gran Bretagna un ordigno relativamente
nuovo è stato usato nei grandi magazzini che vendono pellicce.
L'ordigno, che la stampa ha definito "bomba incendiaria",
in realtà ha semplicemente la funzione di attivare l'impianto
antincendio con spruzzatori d'acqua al soffitto, di cui tutti i
magazzini devono essere dotati per legge. L'ordigno viene collocato
nel punto di vendita durante il giorno ed entra in funzione nelle ore
notturne. Il risultato è l'allagamento del negozio. In un caso
questa tattica ha provocato danni per 200.000 sterline. Una sorte
analoga è toccata a un grande magazzino di Croydon, nel sud
dell'Inghilterra, dove l'allagamento ha causato danni per 75.000
sterline. Poco tempo dopo, 27 vetrine e 6 porte di vetro del grande
magazzino sono state danneggiate con un liquido corrosivo. Un mese
dopo, quattro camion per le consegne sono stati incendiati, e questo
ha causato un ulteriore danno per 6.000 sterline. Poi un furgone di
proprietà del grande magazzino è stato danneggiato con
un acido corrosivo. Alla fine la direzione dell'esercizio ha deciso
che le perdite stavano diventando eccessive e ha chiuso il reparto
pellicceria. Le azioni di sabotaggio hanno indotto altri grandi
magazzini a seguire l'esempio di quello di Croydon e il risultato è
stata la chiusura di una decina di reparti di pellicceria. Anche
alcune aziende di capi di pellicceria sono state costrette a chiudere
i battenti. Secondo alcuni la
beffa organizzata ai danni dell'azienda dolciaria MARS, nel novembre
del 1984, fu il peggior errore che l'ALF abbia mai commesso. Non sono
d'accordo perché l'azione fu coronata da successo. Proprio per
questo la stampa, sostenuta dal governo e dall'industria, scatenò
una campagna sensazionalistica. L'azione non mise mai a repentaglio
la sicurezza di bambini o di adulti, perché non fu usato
veleno. I giornali pubblicarono un sacco di menzogne sull'episodio,
ma ormai era troppo tardi per la MARS, che subì una perdita di
tre milioni di sterline in termini di profitto. L'opinione pubblica
venne a conoscenza del fatto che le scimmie venivano alimentate
forzatamente con le barre di cioccolato MARS e - cosa più
importante - l'industria dolciaria rinunciò a questo tipo di
esperimenti. L'azione fu un completo successo. Ci sono
principalmente due modi per far cessare la vendita delle pellicce.
Uno consiste nel sensibilizzare l'opinione pubblica rendendola
cosciente dell'immoralità di un simile commercio. Questo scopo
si ottiene distribuendo volantini e raccogliendo petizioni,
boicottando i negozi e organizzando sit-in di protesta. È
quello che fanno le organizzazioni legali. L'altro modo consiste nel
far sì che il commercio risulti insostenibile dal punto di
vista finanziario per i proprietari dei negozi. Ma l'obiettivo
principale contro cui l'ALF indirizza le sue azioni è il
commercio della carne, anche perché questo è il settore
più facilmente attaccabile. Le vetrine delle macellerie e
delle pescherie vengono continuamente infrante con mattoni, sassi e
biglie di ferro lanciate con fionde. Ogni vetrina rotta equivale a un
danno di 300 sterline, e quando il fatto si verifica più
volte, le compagnie di assicurazione non indennizzano più il
proprietario del negozio, che è costretto a chiudere. Un'altra
tecnica che L'ALF usa per danneggiare i negozi consiste nel bloccare
con una potente colla le serrature e nel dipingere slogan sulle
vetrine. Queste tattiche hanno portato alla chiusura di molti negozi.
Lo scorso ottobre sono stati danneggiati quattro camion (una perdita
di 100.000 sterline) appartenenti a un'azienda produttrice di mangimi
per polli allevati in batteria. In altri casi è stato versato
un liquido sverniciante su camion appartenenti ad aziende per il
commercio all'ingrosso di carne. L'anno scorso, l'Associazione dei
commercianti di carne ha chiesto al governo di dichiarare l'ALF
fuorilegge, a causa degli ingenti danni che questa organizzazione
provoca all'industria della carne. Ma come può il governo
dichiarare L'ALF fuorilegge, dal momento che l'ALF stessa si pone
volutamente al di fuori della legge con tutte le azioni che compie? L'ultima azione ha
avuto luogo il mese scorso, quando 15 gatti solo stati salvati dai
laboratori dell'Università di Bristol. L'incursione ha avuto
una vasta eco in tutto il paese.
Una nuova arma:
il videotape
L'ALF è
stato il primo dei movimenti per l'azione diretta a usare una
strumentazione video e oggi riesce a utilizzarla con buoni risultati.
Attualmente L'ALF si sta interessando soprattutto delle condizioni
dell'allevamento intensivo, sulle quali raccoglie documentazione
filmata su videotape. Ci siamo organizzati in modo che la CALL
effettui riprese all'interno dei laboratori di vivisezione, l'ALF
filmi all'interno degli allevamenti di animali da carne e un nuovo
gruppo denominato Midland Animal Liberation Group filmi all'interno
degli allevamenti di animali da pelliccia. A quanto pare, dunque, il
movimento per l'azione diretta è efficiente come non era mai
stato. A mano a mano che i centri di tortura degli animali rendono
più sofisticati i loro impianti di sicurezza, i gruppi per
l'azione diretta affinano le loro capacità di intervento. Sono convinto che
se il movimento per il benessere e i diritti degli animali fosse
veramente unito, la liberazione definitiva degli animali dallo
sfruttamento che sono costretti a subire si tradurrebbe presto in
realtà. In Gran Bretagna, alcune grandi organizzazioni che
affermano di lottare per la liberazione degli animali hanno deciso di
condannare le azioni dell'ALF. Io credo che le organizzazioni legali
dovrebbero sostenere l'ALF, aiutandolo a far conoscere le sue
iniziative tramite volantini, manifesti, libri, distintivi, ecc...
Poiché ciò
non avviene, il gruppo dei sostenitori dell'ALF, fondato nel 1982,
l'anno scorso ha acquistato un impianto per la stampa e ha cominciato
a produrre in proprio il materiale propagandistico necessario: schede
informative relative a 9 diverse forme di maltrattamento degli
animali, materiale commerciale da vendere per raccogliere fondi,
volantini, un nuovo libro intitolato "The Road to Victory"
(La strada verso la vittoria), notiziari e resoconti relativi alle
azioni intraprese. Tutto il materiale viene stampato su carta
riciclata. È una vergogna che il gruppo dei sostenitori, del
tutto indipendente dagli attivisti, sia stato costretto a questo
dalle altre organizzazioni, che dispongono di cospicui depositi
bancari. Perché allora non dovremmo credere a Hans Ruesch, il
quale afferma che in Gran Bretagna il movimento per i diritti e il
benessere degli animali pullula di infiltrati? Vi dico queste cose
affinché sappiate che può accadere lo stesso in
qualsiasi altro paese. Gli scopi dell'ALF
sono: causare perdite finanziarie ai responsabili di maltrattamenti
nei confronti degli animali; ottenere pubblicità tramite gli
organi di stampa, cercare di far sì che i maltrattatori di
animali si rendano conto di quello che fanno e capiscano che è
sbagliato. Purtroppo i mezzi d'informazione tendono a schierarsi
dalla parte dei maltrattatori, non dei salvatori degli animali,
perciò descrivono le nostre azioni come atti terroristici,
senza spiegarne i motivi. Ciò dipende dal fatto che i giornali
hanno interessi in comune con chi maltratta gli animali, ma anche dal
fatto che i giornalisti stessi sono beneficiari di un sistema fondato
sullo sfruttamento e sul massacro degli animali. L'ALF non si lascerà
mai scoraggiare da questa mistificazione dell'informazione, perché
sa che ogni azione costituisce un passo avanti verso la liberazione
di tutti gli animali. Altri gruppi che
praticano l'azione diretta sono le "Animal Liberation Leagues"
(Leghe per la liberazione degli animali). La "Northern Animal
Liberation League" fu fondata alla fine degli anni '70 per
organizzare occupazioni dei laboratori di vivisezione e per
sensibilizzare l'opinione pubblica. Poi, nel 1983, fu fondata la
"Southern Animal Liberation League", che non solo organizzò
occupazioni in massa, con la partecipazione di centinaia di persone,
ma realizzò anche videocassette che documentavano le crudeltà
inflitte agli animali prigionieri nei laboratori. L'organizzazione
riuscì anche a raccogliere nei laboratori stessi prove
documentarie su cui basare denunce. Nel caso del Royal College of
Surgeons, nel 1984, le prove risultarono schiaccianti, e il College
fu processato e condannato per aver causato inutili sofferenze a una
scimmia. Purtroppo il RCS riuscì a ottenere il proscioglimento
in appello. La Lega ha
organizzato anche altre incursioni su larga scala, l'ultima delle
quali ha avuto come obiettivo gli infami laboratori Wickham, dove
hanno avuto luogo simultaneamente tre azioni consecutive.
L'iniziativa ha destato molto scalpore presso l'opinione pubblica, ma
si è conclusa con l'arresto di dieci persone. Questo ha
significato di fatto la fine della Southern Animal Liberation League,
che tuttavia è riuscita a suscitare un vivace dibattito sulla
vivisezione. Contemporaneamente operavano anche altre leghe, tra cui
la "Eastern Animal Liberation League", che ha condotto la
ben nota incursione nei laboratori della Unilever, nel Bedfordshire.
Purtroppo in conseguenza di ciò sono state arrestate molte
persone, alcune delle quali sono state condannate a 2 anni e anche a
2 anni e mezzo di reclusione. Attualmente esiste
la "Central Animal Liberation League", la quale sta
dimostrando che il tipo di azione più efficace è
costituito da una combinazione delle tecniche dell'ALF e di quelle
delle Animal Liberation League. La CALL opera in piccoli gruppi e usa
mezzi ad alta tecnologia per entrare nei laboratori, salvare gli
animali e raccogliere documentazione fotografica, che poi viene
mostrata in televisione. Sapete certamente
che Ronnie Lee, co-fondatore ed ex addetto stampa dell'ALF, è
stato recentemente processato per cospirazione e condannato a 10 anni
di carcere. Anche 8 suoi compagni sono stati condannati, ma per la
maggior parte a 4 anni, in un caso a 2 anni e mezzo e in un altro
caso a un anno soltanto. È curioso che a Ronnie sia stata
inflitta una condanna così pesante (anzi, è addirittura
strano che non sia stato assolto), visto che il suo intento
principale era quello di far cessare i maltrattamenti e le uccisioni
di animali da parte dell'uomo. Ronnie è
stato condannato perché rappresenta, al pari di tutti i membri
dell'ALF, un pericolo immediato e grave per gli ingenti profitti
ricavati dalle torture e dall'uccisione degli animali. I membri
dell'ALF sono disposti a finire in carcere per le cose in cui
credono, perciò non potranno mai essere sconfitti. In Gran Bretagna
l'ALF conta un migliaio di membri, ma altri gruppi stanno sorgendo
anche in molti altri paesi, tra cui la Francia, la Germania Ovest, la
Svezia, la Danimarca, l'Olanda, il Canada, la Nuova Zelanda, la
Spagna, gli U.S.A. e l'Australia. L'ALF sta crescendo e continuerà
a lottare finché le orribili torture inflitte agli animali
saranno cessate. Il movimento per i diritti degli animali ha un
carattere singolare, che lo rende unico tra tutti gli altri gruppi
libertari: il suo scopo è quello di liberare gli animali dai
tormenti inflitti loro in nome della scienza e a beneficio della
specie umana, costi quel che costi.
Non lasciamoci
intimidire
Spero che la
liberazione di tutti gli animali possa essere ottenuta senza
ricorrere alla violenza fisica nei confronti degli esseri umani. Ciò
sarà possibile soltanto a condizione che un numero
sufficientemente grande di persone anteponga il benessere degli
animali al proprio. Uno dei rischi possibili è che le persone
sensibili al problema si lascino intimidire dalle potenti industrie e
dai governi che controllano la vita degli altri. L'ALF ha un
carattere unico, perché i suoi membri sono disposti anche a
finire in prigione (e in questi ultimi dieci anni questa sorte è
toccata a molti), pur di salvare gli animali, ma anche perché
l'organizzazione è rigorosamente non-violenta. Una volta
Ronnie Lee ha detto che, per quanto tempo dovessimo trascorrere in
prigione, e per quanto dure dovessero essere le condizioni del
carcere, sarebbe sempre un'esperienza da nulla in confronto alle
sofferenze patite dagli animali imprigionati e torturati. Perciò
continueremo a lottare, e vinceremo.
Superando forti
perplessità, pubblichiamo integralmente l'intervento che il
rappresentante dell'Animal Liberation Front ha fatto al Convegno di
Firenze. A non piacerci è
innanzitutto lo spirito che lo anima, così pervaso da certezze
assolute. La concezione del mondo che lo sottende è delle più
manichee. Da una parte i buoni - loro. Dall'altra i cattivi - gli
altri: dai vivisettori e torturatori di animali fino a chi vende e
mangia carne e pesce, ecc... Domande, dubbi, vie di mezzo: nessuna. O
con noi, o contro di noi. Già sentita. Un esempio: la
questione del vegetarianesimo. Nessuno di noi in redazione lo è,
ma abbiamo il massimo rispetto per chi quella scelta ha deciso di
compiere. Può darsi che effettivamente si tratti di una scelta
positiva, dal punto di vista della salute, dell'etica. Siamo pronti a
discuterne. Ma non sulle basi dell'intolleranza che sembrano
caratterizzare i militanti dell'ALF. Il vegetarianesimo,
come qualsiasi altra modificazione del comportamento e della cultura
- del singolo e della società - non deve, non può
essere imposto. Nemmeno in nome dei più nobili ideali. In nome
dei quali, sarà bene ricordarlo, sono stati compiuti anche
molti delitti. Contro l'umanità, ma prima ancora contro il
buon senso. Nonostante queste nostre perplessità, ci pare
utile dare spazio - nell'ambito di questo dossier - anche a chi, pur
con mentalità ed a volte metodi ed obiettivi da noi non
condivisi, porta avanti in prima persona una battaglia in difesa di
chi non può difendersi. E in questa battaglia ha scelto la via
dell'azione diretta, scontrandosi con l'establishment, i mass-media,
la grande industria.
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