Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 146
maggio 1987


Rivista Anarchica Online

La gabbia istituzionale
di Andrea Papi

Al convegno "Noi e gli altri animali" svoltosi in marzo a Firenze, su iniziativa dei Verdi e di alcune associazioni animaliste, ha partecipato anche il nostro collaboratore Andrea Papi, membro del gruppo "Animal Liberation" di Forlì. Ecco il suo resoconto, critico con il taglio fortemente istituzionale dato al Convegno dagli organizzatori.

Il 21 e 22 marzo scorsi, al Palazzo degli Affari di Firenze, si è svolto il convegno nazionale "Noi e gli altri animali", primo di questo genere in Italia. Organizzato dalla federazione toscana delle Liste Verdi e da diverse associazioni ambientaliste e protezioniste, ha cercato di fare il punto sulla situazione del movimento per la liberazione degli animali, di aggiornare il corpo teorico su cui questo si fonda, di darsi strutture e obiettivi. Nei momenti di pausa, accanto al fluire delle parole, l'emittente televisiva Videomusic ha anche organizzato un'ampia rassegna video di musica rock dedicata agli animali, con musiche, fra le altre, di Paul Mac Cartney, The Smiths, Peter Gabriel, ecc... Nel suo genere un appuntamento decisamente importante.
Introdotto da tre relazioni corpose che, in un certo senso, hanno funzionato da cappello e da altre comunicazioni, il convegno si è poi diviso in sette forum che hanno affrontato altrettanti temi separatamente.
Luisella Battaglia ha cercato di dare un taglio filosofico, asserendo che il rapporto tra esseri umani e animali non può essere collocato all'interno della discriminazione tra specie diverse. Il superamento dello specismo, equiparato al razzismo e al sessismo, porta alla considerazione di un'uguaglianza di fondo tra tutti gli individui animali, compreso I'uomo, il quale in tal modo diventa animale collocato all'interno del mondo animale alla pari di tutti gli altri, pur con sue caratteristiche specifiche. Di qui l'assunzione del concetto di animalismo fatta propria da tutto il convegno.
Adriano Sofri, ex-sessantottino dirigente di Lotta Continua ora neofita animalista, ha sciorinato una serie di appunti in ordine sparso, più volte con sfoggio della sua cultura, proponendo il pentimento come momento di alto sentire, capace di farci rivedere tutto il nostro colpevole atteggiamento nei confronti degli altri animali.
Il pretore Maurizio Santoloci invece ha fatto il punto sulla situazione giuridica antianimalista, proponendo una nuova filosofia legislativa, capace di salvaguardare giuridicamente gli animali.
Al microfono, sul palco, sono anche sfilati nomi "di prestigio" come Fulco Pratesi, Giorgio Saviane, Mario Pastore e Adele Faccio. Pezzo forte è stato l'intervento di Robin Lane (pubblicato nelle pagine seguenti), attuale portavoce di "Animal Liberation Front", l'organizzazione animalista illegale sorta in Gran Bretagna nel 1976. Il suo fondatore, Ronnie Lee, sta scontando sei anni di carcere per le azioni illegali attuate a favore della liberazione degli animali, ed è autore del libro "Animal Liberation", appena tradotto in italiano e pubblicato dalla L.A.V.
C'è stato anche un breve momento di suspense, quando un gruppo di convegnisti ha tentato di contestare un convegno medico (che si svolgeva in un'altra sala all'interno dello stesso palazzo degli Affari) sui metodi di cura per il cuore. I contestatori, appresa con certezza la notizia che quel consesso medico era condotto da molti vivisezionisti, si sono introdotti ed hanno tentato di leggere una dichiarazione di Pietro Croce, noto patologo antivivisezionista, che contestava la presunta scientificità dei loro metodi tarati su animali (vedi nella tabella sottostante). La reazione degli scienziati è stata istericamente reattiva. Capita la mala parata, con una buona dose di rabbia e violenza hanno strappato il microfono dalle mani di chi stava leggendo, hanno cacciato via in malo modo i contestatori e, da par loro, hanno chiamato il centotredici.
Ovviamente i solerti poliziotti non si sono fatti attendere ed hanno riportato l'ordine dei torturatori d'animali i quali, solo un po' scossi, hanno continuato a disquisire dottamente, senza più contestazioni, sui loro presunti metodi scientifici, in buona parte basati sulla sperimentazione animale.

Uno spettacolo pre-elettorale?
Questo è un parziale panorama del convegno, sul quale vorrei fare alcune brevi considerazioni. Ciò che è riuscito abbastanza bene è senza dubbio lo spettacolo d'insieme, soprattutto se si considera che è stato preparato in pochi mesi. Anche la presenza, dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo, è stata buona: si sono trovate assieme diverse centinaia di persone, rappresentative di tutto l'arco animalista italiano. Del resto non sono l'unico a supporre che quello dello spettacolo in fondo fosse il vero obiettivo che gli organizzatori volevano raggiungere. Promosso e voluto in tempi così brevi dalle liste verdi toscane, sotto sotto è stato concepito come il lancio della loro campagna elettorale, avendo con tempestività sentito l'odore di probabili elezioni anticipate.
Dal punto di vista anarchico e libertario, invece, non sono poche le lacune, dovute soprattutto all'impostazione che si è voluta dare. Non casualmente è mancato un vero e proprio momento di confronto collettivo, uno spazio cioè dedicato al dibattito tra le diverse anime presenti del movimento per la difesa dei diritti degli animali, attorno alle posizioni di principio, alle scelte teoriche e agli obiettivi pratici. Mancanza non da poco, sottolineata anche da alcuni intervenuti che, a chiare lettere, hanno manifestato la propria insoddisfazione.
La maggior parte dello spazio, finalizzato allo spettacolo, è stata infatti dedicata a mettere in evidenza le posizioni e le impostazioni precostituite, favorevoli chiaramente alla linea di tendenza delle liste verdi, che hanno così mostrato il loro intento di essere delegate quale forza politica atta a portare avanti le istanze animaliste. Un convegno dunque organizzato per sancire, molto poco per dibattere e confrontarsi al fine di decidere insieme quali strade percorrere. È la vecchia storia della pratica politica consolidatasi, che tende ad ingabbiare le istanze dei movimenti all'interno della logica funzionale alla scelta strategica stabilita dalla élite dirigenziale del partito.
Non a caso tutto il convegno è stato impostato in funzione di una logica strettamente istituzionale. La liberazione degli animali è stata vista soprattutto attraverso atti di protesta giuridici. Un'"emancipazione" legislativa tutta tesa a definire una normativa protezionista, equiparando, forse senza volerlo, il decantato animalismo ad una nuova giurisprudenza, stabilita dagli umani, per ritrovarsi questa volta a favore degli altri animali. Gli animalisti vogliono così, umanisticamente, salvare gli animali non umani. Il vecchio vizio della politica inventata dall'uomo è veramente duro a morire.
Ne fa fede il fatto che la relazione presentata da Robin Lane sulla filosofia e le scelte di lotta diretta portate avanti dall'Animal Liberation Front, non solo non è stata accolta con entusiasmo, seppur doverosamente applaudita, ma è stata sostanzialmente rifiutata e contestata. E non tanto perché fra le diecimila azioni finora portate in porto sia stata attaccata anche qualche macelleria e pescheria, la qual cosa non ci trova affatto concordi. Quanto soprattutto perché si colloca su un piano totalmente altro: vuole liberare gli animali e sottrarli dalle grinfie dei torturatori umani senza preoccuparsi, anzi rifiutando, di normalizzare e legiferare. Lane, fra l'altro, ha detto che le leggi saranno fatte quando non potranno che sancire un dato di fatto, mentre per ora ciò non li riguarda e non è di loro competenza. Ovviamente una simile scelta di lotta e di vita non è molto confacente ai piani politici delle nascenti Liste Verdi, né dei radicali, né di chiunque veda l'azione a favore degli animali racchiusa dentro una logica politica che si muove all'interno dei meandri di questa democrazia umana, più votata alla mediazione e al potere temporale sulle cose animate e inanimate, che a qualsiasi vera istanza di emancipazione.

Voci discordanti e trasgressive
Eppure un certo numero di voci discordanti e trasgressive si sono anche sentite all'interno dei forum. Si è parlato di azione diretta, di rinascimento ecologico e animalista, di trasformazione culturale e comportamentale, di liberazione concreta e di rispetto completo della diversità. Lo stesso convegno alla fine ha dovuto accettare la pratica dell'azione diretta, inserita però all'interno della scelta istituzionale, come supporto indispensabile di pressione per far emanare buone leggi dove la pratica normale dei politici risulta inefficace. Gli stessi politici giurisprudenziali più volte hanno dovuto ammettere l'insufficienza e i grossi limiti politici dei referendum. Lo stesso Gianluigi Melega, radicale, ha ammesso che, se le leggi già esistenti venissero applicate, la situazione non sarebbe più così aberrante. Altri, meno conosciuti, hanno detto la stessa cosa. Nel corso del forum dedicato alla caccia è stato sottolineato come diventi più difficile proporre un referendum per abolirla, dopo che la corte costituzionale ha già bocciato due volte i termini di abrogazione finora presentati: una clamorosa smentita dei fatti, però non colta, perché i politici del movimento continuano testardamente a riproporlo.
Ma tutte queste voci e affermazioni sono rimaste là, nel punto dell'oceano istituzionalista in cui sono cadute. Non sono state viste e sentite come momenti costruttivi di autocritica, per cercare nuove strade, più confacenti ai nuovi bisogni animalisti che stanno sorgendo. Questo perché in fondo l'esigenza reale del convegno, al di là della buona volontà dei suoi organizzatori, è stata l'incasellamento delle nuove istanze emancipatorie dentro la vecchia logica della gestione politica, la quale non farà altro che riportare il tutto all'interno della normalizzazione voluta dalle esigenze del dominio dell'uomo. Anche se, questa volta, le parole hanno riconosciuto e sancito i diritti degli altri animali, questi, loro malgrado, rimangono soggetti alle scelte dell'animale uomo, il quale continua a detenere il potere sui più deboli.


Oltre tutto, non è scientifica

Ecco il testo dell'intervento del patologo antivivisezionista Pietro Croce che alcuni esponenti anti-vivisezionisti hanno cercato di leggere durante un convegno medico sui metodi di cura per il cuore, svoltosi contemporaneamente - e nello stesso Palazzo degli Affari - al Forum fiorentino "Noi e gli altri animali".

È facile supporre che la metodica stimolazione del cuore per via transesofagea, che qui viene proposta e discussa, è stata provata nell'animale. Non sappiamo se, e quanto estesamente, la suddetta metodica sia stata già applicata nell'uomo, e con quali risultati: questo sarà precisato, molto probabilmente, in questo convegno.
È anche assai probabile, poiché si tratta di una pratica di tipo meccanico (e non chimico, chimico-biologico), che i risultati ottenuti negli animali siano riprodotti anche nell'uomo. Ma sia ben chiaro: se così è stato, si tratta di una coincidenza, ed anche alquanto prevedibile. Coincidenza, dunque, e non indicazione scientificamente probativa.
La scienza non può basarsi su coincidenze. Anche dove queste si verificano, il metodo che usa la sperimentazione nell'animale risulta pur sempre un errore metodologico, dunque fuorviante la scienza medica, anche quando i risultati apparentemente, e soltanto apparentemente (perché in realtà si tratta di banali coincidenze), appaiono trasferibili all'uomo. Risultati che, ad ogni modo, diventano validi soltanto dopo che sono stati confermati dall'applicazione nell'uomo.
Si verifica, così', l'incredibile paradosso: è la sperimentazione sull'uomo a confermare quanto ottenuto nell'animale, e non viceversa come dovrebbe essere in una ricerca scientifica corretta.

Pietro Croce