Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 145
aprile 1987


Rivista Anarchica Online

W la bestemmia

Le asserzioni di F. Lamendola sul numero 142 della nostra rivista nei riguardi della cronaca "Anticlericali in Festa" mi hanno colpito come un'offesa ai miei ideali d'anarchico e all'intelligenza di noi tutti. Con un protervo moralismo di chiara derivazione seminarista ed in nome d'una tolleranza falsa e pericolosa, in quanto gravida d'effetti reazionari, si sente in grado di dare giudizi riguardo al diritto di dirsi anarchico del compagno estensore dell'articolo e di chi altri con lui possa trovarsi in sintonia.
Contemporaneamente si sente altrettanto in grado di dare patente di anarchici non solo, e passi, ad un Tolstoj, su cui sarebbe ora di fare chiarezza con uno scambio di vedute finalmente approfondito, ma udite-udite "nientepopòdimenoché" al di lui discepolo il Mahatma Gandhi, definendolo anarchico di diritto. Ma certo lui non avrà mai saputo d'esserlo, altrimenti non sarebbe mai stato un influente membro del movimento nazionalista; non si sarebbe prodigato a favorire l'Inghilterra nella guerra contro i Boeri; non si sarebbe limitato ad intrupparsi nel corpo ambulanze durante la rivolta in Africa degli Zulu contro gli inglesi; non si sarebbe schierato contro quei gruppi anarchici che operavano in India agli inizi del secolo facendosi ben sentire anche se in pochi; non avrebbe fraternizzato anche se solo in chiave anti-inglese con uno stato fascista e con Mussolini; infine non si sarebbe mai sognato di andare contro natura votandosi trentasettenne alla castità spingendo pure la giovane moglie a farlo.
Ora a questo punto mi sento anche imbarazzato per il fatto di infierire su di un individuo con tanto casino in testa, ma del resto sono del parere che non si possa passare sotto silenzio tanti/troppi demagogici ed insensati discorsi che serpeggiano da un po' di tempo tra di noi.
Per quanto riguarda le tanto deprecate bestemmie in bocca e negli scritti nostri, voglio riaffermare forte il mio/nostro diritto-dovere d'anarchico e di a-religioso all'iconoclastia in ogni campo e in ogni forma senza preoccuparsi della suscettibilità dei credenti che restano ovviamente liberi di credere e pregare chi e come credono. Voglio altresì gridare il mio/nostro diritto di individui raziocinanti di rifiutare tolleranza (certo non la libertà di pensare diversamente) a chi non ne dimostra nei miei/nostri confronti, quando col loro senso religioso continuano imperterriti ad offendere il "Buon Senso" raggiunto con stenti e fatiche dall'Homo Sapiens nella lotta contro gli oscurantismi religiosi che tendono a retrocederlo a livello di primate.
Permettetemi a questo punto di riportarvi un detto di stampo prettamente romagnolo che con l'arguzia dei poveri "cafoni" di bertoldesca memoria è una risposta a tanti Cacasenno sputasentenze di tutti i tempi. Chiede un bambino al padre: "Come si fa a diventare anarchici?" e il padre risponde: "Dà un forte pugno sul tavolo, tira una bestemmia, e dà uno schiaffo a tua madre".
È chiaro che con l'allegoria si intenda significare che un anarchico deve necessariamente rompere con i falsi perbenismi che impongono uno stretto autocontrollo nei rapporti convenzionali dei ruoli famigliari, quindi il pugno sul tavolo di casa da parte del figlio sta a significare la volontà a far valere la propria personalità in particolar modo nei riguardi del padre capo indiscusso.
Indi la ribellione al dispotico governo materno quale riscatto dalle convenzioni e dal di lei possessivo amore, per asserire la volontà alla propria libertà di avere affetti liberi e non programmati dalla natura e dalle convenienze.
Ed infine colla bestemmia si intende non tanto la rivolta anticlericale già insita nella cultura romagnola, ma il coraggio di rompere, con l'arma della dissacrazione, le catene interiori, i condizionamenti dovuti al senso religioso, da sempre fidi alleati della reazione e dell'autoritarismo, i tabù più forti e più difficili da cui liberarsi per potere acquisire una vera razionalità che conduca ad una forma di pensiero completamente libero ed emancipato.

Nik (Rimini)