Rivista Anarchica Online
Artanarchia
di Rosanna Ambrogetti
Il 16 novembre 1986
a Bologna e il 21 dicembre 1986 a Imola si sono tenute le prime
riunioni del pensato progetto per una rassegna di arte autogestita da
realizzare nel settembre 1987 (fra il 13 ed il 20, per tre/cinque
giorni). Poche righe per motivare il tentativo di un simile progetto.
Da un po' di tempo nell'area libertaria si assiste ad un notevole
ritorno di interesse per ciò che riguarda l"arte". Non che in
passato il tema non coinvolgesse nessuno (libertari artisti, o
interessati alle questioni artistiche, ce ne sono sempre stati
abbastanza) ma era un interesse vissuto soprattutto come "fatto
personale" che per nulla, o quasi, toccava il più ampio ambito
libertario. In questi ultimi tempi invece il risvegliarsi
dell'interesse è sempre più ampio e tende a concretizzarsi in molte
iniziative (fra cui, oltre alla mostra "Arte e Anarchia" di
Venezia '84, val la pena di ricordare il lungo servizio sul numero di
dicembre '86 di "A" e il convegno "Arte e Anarchia"
previsto per la primavera '87 a Torino) che cercano di riannodare le
fila di un discorso a volte interrotto ma mai abbandonato e la cui
attualità è rimarcata proprio dall'apparente assorbimento e
commercializzazione di ogni espressione artistica da parte del
mercato e dei "media". Sappiamo invece che
non è così e che tanti sono coloro che, più o meno
sotterraneamente, continuano a cercare una propria "via artistica",
a volerne l'autogestione più ampia possibile tentando di ribaltare
il perverso e cristallizzato rapporto artista-fruitore. Sappiamo
anche, però, che per chi vuole fare arte in questa maniera diversa e
alternativa è assai difficile incontrarsi con altri artisti sulla
stessa "lunghezza d'onda", esporre i propri lavori, avere un
rapporto col "pubblico". Ed è per questo che il progetto nasce.
In sostanza vorremmo creare uno spazio per uscire dal "particolare",
da offrire a coloro che praticano una qualsiasi "forma d'arte" e
che hanno come referente le idee libertarie o vogliono, più
semplicemente, fare arte libera o fare arte liberamente. È
una possibilità per quanti operano da "attori" nei vari settori,
di conoscersi, di confrontarsi, di scambiarsi esperienze, di porre le
basi per sodalizi, collaborazioni, scambi che potrebbero sfociare in
nuove proposte con respiri più ampi; insomma, perché non ipotizzare
un circuito nazionale "nostro"? Questo spazio
nascerà ed avrà vita nella misura in cui ci saranno "artisti"
coinvolti. L'iniziativa infatti dovrebbe essere indicativamente
suddivisa in "settori" (musica, teatro, arti visive, ecc.)
ognuno dei quali organizzato e gestito quanto più possibile dagli
stessi protagonisti. Questa parte del
lavoro, la più difficile ma anche la più creativa, è ancora tutta
- o quasi - da inventare. Le idee ci sono. Si tratta di metterle in
discussione con chi vuole partecipare attivamente alla vita di questo
progetto. A noi, promotori "non artisti" rimarrebbe
l'onere/onore della gestione tecnica delle strutture. Uno dei primi
problemi è quello finanziario: quello che ci ha fatto riflettere
sulla possibilità di realizzare il progetto. È
per questo che dalla riunione di Imola è partita una proposta che si
prefigge di "tastare il polso" al reale interesse ed alla reale
volontà di concretizzare il progetto. La proposta è che
venga raccolta, entro la fine di febbraio 1987, una somma che ci
consenta di dare il via ad altre iniziative tese a finanziare
l'incontro vero e proprio. Chiediamo, in
sostanza, a 100 compagni - ed in particolare a coloro che operano
nell'ambito artistico - un impegno di 50.000 lire a testa. I
5.000.000 che vorremmo raccogliere sono il minimo necessario
occorrente per continuare a pensare alla realizzazione del progetto. Nel caso tale
somma non dovesse essere raggiunta il progetto verrà
abbandonato e noi restituiremo ai compagni quanto ci
avranno inviato. Con ciò il nostro
progetto è quanto mai nelle mani, e nella volontà, del movimento e
soprattutto dei compagni artisti.
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