Rivista Anarchica Online
No al
qualunquismo
Cari compagni/e di
"A", sul numero di
aprile della rivista ho letto l'articolo dal titolo: "Quel tabù
dell'inviolabilità" scritto da Fausta Bizzozzero, sul tema
della donazione degli organi e sulla lotta condotta dal gruppo
dell'AED-Femminismo e della Lega contro la legge 3068, la quale legge
trasformerebbe la donazione volontaria in donazione presunta. Inizio col dire che
un articolo di questo tipo se non fosse stato firmato dalla
Bizzozzero, avrebbe potuto scriverlo chiunque; voglio sottolineare
cioè che si tratta di un articolo che sfiora il "qualunquismo",
non solo per la scarsità di motivazioni politiche che si
contrappongono alla lotta che l'AED-Femminismo sta conducendo, ma per
le grosse banalità in esso contenute che ne fanno un articolo "non
anarchico" o per meglio dire, dato che nessuno detiene la formula
miracolosa di tutto ciò che si possa definire anarchico, un
documento che fa confusione. Nulla da dire sul fatto che molti
compagni/e, "coraggiosamente" o meno, hanno lasciato il loro corpo in
donazione agli istituti scientifici, cosa che ritengo molto bella e
motivata da uno spirito che tende al miglioramento del Mondo anche in
questo campo. Ma da qui a legittimare lo Stato nel poter predare
organi o parte del nostro corpo senza il benché minimo consenso, ce
ne vuole... Infatti se per la compagna è una cosa così semplice che
chi non voglia donare gli organi lo dichiari, in realtà non mi
sembra lo sia. Dobbiamo considerare il fatto che di questa legge non
esiste informazione, quindi la maggior parte delle persone non avrà
possibilità reale di scegliere, è da tenere in conto che se un po'
di informazione è arrivata alle nostre orecchie lo si deve
essenzialmente alle compagne dell'AED-Femminismo, e alla Lega poi. La compagna si
preoccupa, e a ragione devo dire, della "gestione mafiosa" delle
associazioni apposite, ma perché, spera forse che lo Stato lo
gestisca in modo "onesto" e che privilegi gli indigenti? Il
funzionamento degli ospedali e delle strutture sanitarie ne sono un
esempio lampante. Fausta continua
ancora a dire che attualmente è la famiglia a prendere l'ultima
decisione, allora tanto vale che lo decida la collettività. Io non
credo, invece, che questa sia una legge che risponda ad esigenze
della collettività, né credo proprio che in questa società ci
siano regole che non ci vengano imposte; è lo Stato, in questo caso,
che si dà il diritto di depredare tutti gli organi che vuole. Il
discorso sul tabù dell'inviolabilità del corpo è un discorso
valido e credo coinvolga molte persone, dato che anche il Papa sta
conducendo una battaglia contro la donazione; ma non penso riguardi
le compagne dell'AED-Femminismo, dal momento che loro sono per la
donazione come frutto di libera scelta, ma contestano quella imposta,
che sopraffà l'individuo. E i baroni della
medicina fino a che punto aspetteranno la morte del paziente per
togliere quegli organi di cui ha bisogno un loro cliente ben pagante?
Io ammetto che per noi anarchici l'interesse a combattere una legge è
relativo dal momento che il nostro scopo è la completa abolizione
dello Stato e del suo apparato legislativo, politico, economico,
militare, ecc... Ma io, da anarchica, sono convinta che la nostra
lotta quotidiana non può non tenere conto delle scelte specifiche
dello Stato e del suo apparato, e che solo partendo da battaglie
specifiche e concrete si possa rendere chiara ai nostri referenti
sociali la prospettiva generale di liberazione verso cui ci muoviamo. Saluti anarchici.
Letizia Giarratana (del Gruppo
anarchico di Ragusa)
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