Rivista Anarchica Online
Finché c'è vita...
La posizione
espressa da Fausta Bizzozzero su "A" 136 è,
apparentemente, ineccepibile. Gli anarchici, dice, sono sensibili ai
tentativi dello stato di interferire nella vita dei cittadini. Quindi
se perfino dal loro punto di vista non si ravvisa nulla di
prevaricante nel Disegno di Legge N. 3068, allora è una legge
davvero buona, che non è il caso di osteggiare. In vita si lotta per
la propria e altrui libertà, ma è un atto d'amore, dopo la morte...
Appunto, DOPO la morte. È
proprio questo il primo elemento sul quale è necessario attirare
l'attenzione di tutti: con l'eccezione di cornee e midollo spinale,
tutti gli organi da trapiantare devono essere prelevati a cuore
battente, non cioè da persone "morte" nel senso comune della
parola, bensì da persone in coma depassé, che presenta un
elettroencefalogramma piatto e assente di tutta una serie di
riflessi, ma con respirazione e battito cardiaco presenti. La
questione merita, evidentemente, qualche ulteriore approfondimento.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze permane un grosso elemento
di dubbio sulla certezza della morte ontologica dei cosiddetti
"cadaveri decerebrati". Questo è
confermato non solo dai numerosi casi documentati di risveglio dal
coma, ma soprattutto da varie anche se isolate posizioni di dissenso
nell'ambiente etico-scientifico. Ne citiamo alcune: Piero Baldi,
medico, che ha scritto un libro su vari casi di ritorno dal coma,
esperienza vissuta da lui stesso; Michael Sabom, medico, autore di un
accurato studio su 107 casi di coma "irreversibile"; Robert
Crookall, biologo inglese e Raymond Moody che hanno effettuato studi
analoghi; Prof. Rainò, ex presidente del tribunale di Lecce;
Monsignor Elio Sgreccia, direttore del Centro di Bioetica della
facoltà di Medicina dell'Università Gemelli, il quale fra l'altro
ha dichiarato che non esiste una certezza veramente assoluta sulla
definizione di morte cerebrale: di fatto l'elettroencefalogramma
registra esclusivamente un'attività elettrica del cervello a livello
delle strutture corticali, ma non documenta nulla sullo stato
funzionale dei centri preposti alle funzioni organiche. Una parte del corpo
continua a "vivere"? Forse, visto che una donna "morta" da
64 giorni ha portato a termine gli ultimi due mesi di gravidanza. E se si conservasse
sia pure un barlume di consapevolezza? (Lo sapete che gli espianti si
fanno senza anestesia?) Nessuno può pretendere di avere la verità
in tasca su un argomento tanto gravido di conseguenze ed
implicazioni: non lo pretendiamo noi, ma neppure lo accettiamo
acriticamente da una classe media che da fin troppi motivi di
dubitare del proprio "disinteressato servizio". Già, secondo punto
da vagliare: la scienza al servizio dell'umanità? Ne siamo proprio
sicuri? Leggiamo "L'Eco della Stampa" del 20/11/85: alcuni
medici sono arrivati a dire che "organismi umani privati di una
parte del proprio sistema nervoso costituiscono dei modelli perfetti,
si situano a metà strada tra l'animale da esperimento e l'uomo". È
quanto è emerso in Francia durante un dibattito svoltosi
nell'ottobre '85. E c'è la testimonianza di Cristian Barnard che fin
dal lontano 1969 ammetteva che alcuni espianti potevano essere stati
effettuati prima che il donatore fosse effettivamente morto e che i
cuori venivano trapiantati su pazienti anche prima che le loro
condizioni di salute lo giustificassero, quindi come esperimento
(Paese Sera 12/6/69). Senza andare tanto
lontano, consideriamo il caso di Elisabetta N.: entrata in ospedale,
il S. Anna di Torino, per abortire, è morta prima dell'inizio
dell'intervento in seguito ad un tentativo di prelievo dei villi
coriali che il medico, Giuseppe Osnengo intendeva documentare con un
filmato per un convegno di ginecologia. Né alla paziente né a
nessun altro era stato richiesto alcun consenso, anzi la paziente non
era stata neppure avvertita (Manifesto 26/10/85) (Repubblica
21/2/86). Questo caso è
venuto alla luce perché Elisabetta è morta: quanti altri se ne
verificano al di fuori di ogni controllo? Secondo dati
deIl'Organizzazione Mondiale della Sanità si sono verificate negli
ultimi anni 10.000 morti in seguito alla sperimentazione di nuove
tecniche chirurgiche, diagnostiche e farmacologiche. E leggiamo La
Stampa dell'11/2/84: in una sola settimana si sono verificati due
casi in cui il paziente ritenuto morto ha in un caso mosso un piede e
in un altro caso tossito sul tavolo operatorio poco prima
dell'espianto. Che si voglia attribuire gli episodi a errore umano,
criminale volontà o imperizia dei medici, restano casi estremamente
indicativi della situazione in atto. In Italia non esiste alcuna
legge sulla sperimentazione: tutto è nelle mani del singolo medico. Questo per
limitarci agli elementi più eclatanti e non parlare di un rapporto
quotidiano con la medicina fatto di ritardi, incompetenze, arroganze,
più o meno colpevoli e complici silenzi. Allora, se è questa la
realtà con cui dobbiamo confrontarci è necessario essere
estremamente critici per individuare i canali attraverso i quali può
esplicarsi un ulteriore ampliamento del potere medico, potere che in
questo complesso si risolverebbe in un altro strumento di
sfruttamento e di controllo. A parere della Lega
Nazionale contro il Disegno di Legge 3068, questa proposta di legge è
proprio uno di tali canali. Non a caso il consenso presunto è il
cardine di questa proposta. Chiunque non dichiari la propria volontà
è considerato donatore: bene, a molti mesi dall'approvazione al
Senato, quanti organi di stampa ne hanno parlato? Quanta gente sa
come stanno le cose? Quanti cadranno vittime di questa
"appropriazione indebita" a fini quasi esclusivamente
sperimentali, per ignoranza, negligenza, disinformazione? Al solito,
i più deboli, i più indifesi. Non è casuale,
ripetiamo, questo giocare sull'ignoranza, e non è casuale che si
ricorra a mezzi anche più aberranti e dittatoriali, come il
considerare donatore anche chi si è dichiarato NON donatore ma non
ha il documento in tasca al momento della "morte". Senza contare
che non è difficile far scomparire un documento al momento
opportuno... E neppure è casuale il considerare capaci di
"scegliere" i giovani fin dai 16 anni: caso strano, quando
possono essere usati, e non quando devono autodeterminarsi. Concludendo
riteniamo estremamente importante che la questione non venga
liquidata da "A" con un articolo fra l'ingenuo e
l'idilliaco (a proposito, noi non abbiamo il "Tabù
dell'inviolabilità" del corpo morto, ma del corpo vivo o forse
tale Sì!). Invitiamo quindi la
redazione e i lettori ad ampliare il dibattito sull'argomento dando
elementi concreti di valutazione anche perché, non dimentichiamolo,
se questa legge passa tutti saremo chiamati a fare una scelta di non
poco peso.
Centro di
Documentazione Donna (Brindisi) aderente alla Lega
Nazionale contro il Disegno
di Legge 3068
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