Rivista Anarchica Online
Il prefetto di
plutonio
di Gruppo Germinal (Trieste)
Trieste, 10
maggio. Gli antinucleari scendono in piazza. Una delegazione si
incontra con il prefetto. Il quale dice che non c'è da preoccuparsi,
che tutto va bene, che l'importante è avere fiducia nelle
istituzioni. Peccato che...
Sabato 10 maggio si
è svolta a Trieste una manifestazione di protesta contro l'incidente
di Chernobyl, la centrale a carbone (prospettata per la nostra
provincia) e la disinformazione. L'iniziativa è stata promossa da un
Coordinamento di cui facevano parte libertari, marxisti ed altre
individualità. La manifestazione, la più consistente degli ultimi
tempi, è sfociata in un incontro con il Prefetto (registrato e poi
amplificato in piazza). Al Prefetto sono state fatte alcune richieste
precise, come la diffusione di dati (chiari ed esplicativi)
disaggregati per comuni e per zone, di dati riguardanti i livelli di
contaminazione dell'acqua e del latte e di dati riguardanti le
percentuali di cesio presenti sul terreno. Ecco alcune delle
"intelligenti" argomentazioni adottate dal Prefetto per
difendersi. Prefetto: Voi
potete vedere che i diretti dipendenti di quello Stato che secondo
voi avrebbe detto delle cose non giuste, che sono qua belli e
tranquilli che passeggiano fuori, voi vedete carabinieri, polizia di
Stato, vigili del fuoco che vanno a spasso che vanno a teatro, che
vanno allo stadio, che erano qui che facevano le gare proprio il
giorno famoso... C'erano qui dei canottieri dei vigili del fuoco che
facevano le gare, voi vi accorgerete quindi che anche da parte di
quelli che sono i diretti dipendenti dello Stato c'è una
partecipazione alla vita sociale senza che niente sia stato fermato.
E voi stessi che siete venuti qui in corteo avete dimostrato che
avete fiducia in quello che vi diciamo noi, perché se no non
uscivate oggi, se voi pensavate che c'era dell'aria inquinata o
qualcosa che non andava bene. Compagno: Il
giornale di oggi però dice che i campionati giovanili regionali di
calcio sono stati sospesi a data indefinita... P: Questo me lo
dice Lei! C: Ma Lei che è in
questo posto dovrebbe saperle queste cose, mi sembra strano che ci
siano queste contraddizioni. P: Pensi allora
a questo Stato che pensa ai giocatori che devono farsi quei novanta
minuti e non pensa a tutti quei ragazzi che vanno in giro per i campi
e per i prati. E a me fa piacere una cosa: che la popolazione abbia
avuto fiducia negli organi di sicurezza. C: Ma non sembra
così. P: Chi lo dice? C: Fino ad ora si è
sbandierato che il latte fresco può essere bevuto da chi ha più di
10 anni, però sono sparite tutte le confezioni di latte a lunga
conservazione. Comunque, per quanto riguarda l'USL, quando si
chiedono dati più specifici rimandano la palla e dicono di chiedere
alla Prefettura dove ci si è sbottonati fino a un certo punto ma poi
non si è parlato più. P: II giornale
"Meridiano" ha dimostrato che non ha fiducia nella pubblica
autorità e si è rivolto alla Magistratura. Se voi ritenete che da
parte degli organi di Stato non vi vengono date cose di cui avete
diritto, rivolgetevi alla Magistratura. In occasione della
manifestazione si è ritenuto poi di dover collegare il problema
delle centrali nucleari con quello della megacentrale a carbone in
quanto crediamo che entrambe rappresentino simboli diversi, pur
essendo entrambe inquinanti, di uno stesso modo di produrre energia
funzionale più agli interessi del potere economico e burocratico che
a quelli della gente. Inoltre non si voleva che con la paura del
nucleare dopo Chernobyl, venisse fatta passare quest'altra scelta
energetica apparentemente meno catastrofica. Vediamo ora di fare
il punto sulla situazione della centrale a carbone. La Commissione
Tecnico-scientifica incaricata dalla Regione Friuli di valutare, in
linea di massima, i possibili impatti ambientali della centrale a
carbone prevista per la provincia di Trieste ha già consegnato il
proprio rapporto. Esso risulta piuttosto contraddittorio in quanto vi
sono espresse dure critiche nei confronti del modo di porgere
informazioni da parte dell'ENEL, e riguardo il progetto nel suo
complesso. Ma ciò non è sufficiente, secondo la commissione, per
porre un veto all'installazione della centrale. In sostanza lo studio
della Commissione, seppure con qualche riserva, non è altro che un
nulla-osta di cui la Regione potrebbe servirsi per imporre
arbitrariamente il suddetto insediamento, forte degli speciali poteri
che le vengono conferiti in materia di grande opere di interesse
pubblico da una particolare norma contenuta nella legge sul condono
edilizio. I dirigenti
dell'ENEL e le varie forze politiche cittadine favorevoli alla
centrale, in questi ultimi mesi, si sono dati un gran daffare sulle
pagine di quel giornale reazionario e massone che è "Il Piccolo"
nell'esaltare i presunti benefici occupazionali derivanti da un
simile insediamento. Bisogna dire però che la Regione Friuli è
attualmente autosufficiente dal punto di vista energetico e
considerato che la produzione industriale sta calando per far posto
al potenziamento di attività infrastrutturali, bisogna dedurne che
questo surplus di elettricità servirà a sostenere attività
produttive che avvengono altrove, lasciando a Trieste disagi
ambientali maggiori di prima e problemi occupazionali uguali a quelli
di sempre. Per far fronte a
tutto ciò c'è chi (WWF, Italia Nostra, Amici della Terra, ecc.),
senza aver fatto gran che per sensibilizzare l'opinione pubblica, ha
lanciato l'idea di un referendum consultivo, ben sapendo che fino ad
oggi le informazioni che la gente ha avuto sul problema sono state
quelle de "Il Piccolo". La risposta che i suddetti
ambientalisti ti danno quando fai rilevare le loro contraddizioni è
paradossale: "Sarà proprio il referendum a sensibilizzare
l'opinione pubblica". D'altra parte sostengono: "Non ci
sono alternative al referendum che siano credibili". Questa
seconda risposta mi sembra molto più sincera, in quanto essi ed
altri come loro non si sono mai presi la briga di spingere quella
stretta area di persone già sensibili al problema sul piano
dell'azione diretta, sia al momento di fare controinformazione che al
momento di raccogliere i frutti, continuando invece a cullarla
nell'illusione che sia possibile cambiare le cose con le conferenze,
le petizioni e i referendum.
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