Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 138
giugno 1986


Rivista Anarchica Online

La nube dell'informazione
di Mauro Suttora

A Mauro Suttora, del Movimento Nonviolento, giornalista all'Europeo, abbiamo chiesto un'opinione sul ruolo dei mass-media al servizio della lobby nucleare.

L'informazione è tutto. Sulle questioni atomiche siamo completamente dipendenti dall'informazione. Le radiazioni non si vedono, non si sentono, non hanno sapore, lavorano vent'anni: se non c'è informazione non esistono. Addio San Tommaso apostolo, non possiamo toccare niente con mano: dipendiamo al 100 per cento dall'informazione che i potenti ci elargiscono.
Pomeriggio di lunedì 28 aprile, arriva la notizia della nube. Il direttore dell'Europeo mi dice: "Prendi il primo aereo per la Finlandia". Quando si scopre che il disastro è in URSS, telefono al consolato di Milano. Mi rispondono che per il visto devo inoltrare regolare domanda corredata da tre foto con lo scopo e l'itinerario del viaggio, penseranno loro a inoltrarlo a Mosca alle autorità competenti. Tempo medio: 15 giorni. Buonanotte. Mi costringono a dar ragione a Bettiza, che prende in giro gli illusi del sorriso di Gorbaciov.
Nei giorni seguenti si moltiplicano comicamente gli articoli: "ʍ la Russia ma W l'atomo" (due assolutamente identici sulla prima pagina del "Corriere della Sera" del 1° maggio, uno di Coletti e uno di Alberoni). I TG non danno uno straccio di informazione, si pradvizzano anche loro, scambiano due con cento e parificano, con le medie, il Friuli radioattivo alla Sicilia quasi incontaminata. Uniche briciole di verità su "il Manifesto", nuova radio Londra. Sulle sciocchezze della Francia sappiamo tutto.
Nasce così il buonsenso ecologico-sinistrese: "I capi sovietici sono mascalzoni, criminali, ma anche i nostri tecnocrati del nucleare occultano le informazioni". Vero. Se però con questo si vuol dire che gli stati dell'Est e dell'Ovest sono tutto sommato uguali, allora no. Può far piacere agli anarchici la somiglianza Est-Ovest sul nucleare, perché dimostra l'inevitabile autoritarismo della struttura "stato". Ma permettetemi di essere brutale: la democrazia (borghese, rappresentativa, capitalista, quello che volete) è sempre meglio della dittatura. Anche sul nucleare. Infatti adesso tutte le democrazie, grazie all'informazione, bene o male si interrogano; mentre i gerarchi sovietici hanno già promesso altre centrali, non pagheranno i danni, e si permettono perfino di criticare i giornalisti occidentali ai quali essi stessi hanno impedito di fare il loro mestiere.
E allora? Allora, così i veri antimilitaristi sono per il disarmo unilaterale, ma "dappertutto", e vanno a protestare anche all'Est, adesso gli ecologisti non devono farsi imprigionare dalle frontiere, limitandosi a combattere contro le poche centrali nucleari italiane. Non si può neanche dire "intanto cominciamo da qui". Potrà ricominciare qualcuno in Francia, paese dove lo "stato atomico" è già entrato in collisione con l'informazione e la democrazia. Ma dove non c'è neanche la libertà di andare a sudare una domenica fra Casale e Trino, che si fa?.
Devono fare qualcosa gli anarchici, i verdi, i radicali, cioè quelli che hanno capito di più il potere dell'informazione, la pericolosità del dominio totalitario, e la forza della nonviolenza. L'informazione è un'arma che possiamo usare contro i mascalzoni nostrani del nucleare, dei soldi e della crescita illimitata, ma ancora di più contro i mascalzoni che non permettono neanche una marcia contro Chernobyl. Penso al professor Yuri Medvedkov, ecopacifista di Mosca, scienziato licenziato dal suo lavoro e tartassato in ogni modo solo per aver fondato il gruppo "Trust", per la fiducia fra Est e Ovest.
Sono un antisovietico viscerale? Può darsi, e se non lo ero lo sono diventato dopo aver visto le figure kafkiane che hanno dovuto fare i miei colleghi giornalisti russi della Novosti intervistati dalla nostra TV, per giustificare il regime che li controlla e non perdere il posto.
Io sono un antinucleare irrazionale, penso che l'atomo non va toccato proprio perché è a-tomo, inscindibile. E voglio andare a fare una marcia a Chernobyl. Non rispondetemi che anche a Malville, nella democratica Francia, nel 1977 c'è stata una marcia antinucleare, che la polizia sparò e che ci fu un morto: questo lo so, lo sappiamo tutti, lo stato nucleare è pronto a uccidere. Ma in Unione Sovietica è peggio.