Rivista Anarchica Online
Messaggio degli
anarchici polacchi
di Gruppo Emanuel Goldstein
Impossibilitati a
partecipare all'Incontro anarchico internazionale i
militanti del gruppo anarchico (clandestino) polacco "Emanuel
Goldstein" hanno fatto pervenire un loro messaggio ai convenuti
a Venezia e, più in generale, ai libertari occidentali. Eccolo.
Inviamo i nostri
saluti ed auguri libertari dell'Occidente, soprattutto a quelli che
ci seguono con attenzione. Vi ringraziamo molto per il vostro grande
aiuto, che cerchiamo di utilizzare nel modo più proficuo. Lo scorso anno
eravamo probabilmente troppo ottimisti, soprattutto in relazione ai
termini entro cui dar realizzazione ai nostri progetti. Abbiamo
dovuto affrontare alcuni problemi. Entro breve inizieremo la
pubblicazione di due libri. Si tratta del "Polacco nero" di
Casimiro Wierzynski (un poema anti-totalitario di un famoso poeta
polacco) e di "Mosca-Petushki" di V. Yerofeev (un racconto
satirico proveniente dal dissenso sovietico). Abbiamo anche tradotto
in polacco "Kronstadt" di Ida Mett. Abbiamo iniziato a
tradurre anche "Omaggio alla Catalogna" di Orwell.
"Kronstadt" è stato battuto su matrice per il ciclostile. A giugno hanno
avuto luogo qui in Polonia le diciassettesime (cosiddette) "elezioni"
organizzate dai comunisti. Il nostro gruppo si è espresso per il
boicottaggio totale, condividendo l'analoga decisione del TKK.
Abbiamo anche dato una mano ad "Insalata" (probabilmente
una pubblicazione clandestina, D.B.) a stampare 16.000 volantini
che invitavano al boicottaggio e che sono stati distribuiti
soprattutto a Varsavia.
Il giorno
precedente le elezioni si è tenuta una manifestazione decisamente
"speciale", in segno di antipatia contro il
"parlamentarismo" comunista: alcuni membri del nostro gruppo
hanno pisciato sul monumento a Dzherzynski, nei centro di Varsavia.
Dzherzynski è stato, negli anni '20, il fondatore della Cheka, la
polizia segreta sovietica. Per quanto riguarda
il progetto di pubblicare una rivista teorica, per ora mancano le
possibilità. Noi siamo in pochi, e nemmeno tutti interessati agli
aspetti teorici. Così abbiamo dato una mano al settimanale
clandestino di Solidarnosc "Robotnik" ("Il lavoratore").
Alcune settimane fa abbiamo pubblicato una lettera aperta a Scargill,
il leader dei minatori inglesi, che aveva preso posizione a favore
dei sindacati comunisti polacchi. Su questo tema c'è stato un
dibattito in seno al nostro gruppo. Abbiamo anche dato vita ad
episodi di "fun guerilla" (cioè guerriglia ironica, una
forma di resistenza al tempo stesso militante e divertente realizzata
prevalentemente dagli anarchici della Germania Federale due anni fa,
D.B.): telefonate minatorie, lettere provocatorie - alcuni organi di
stampa ne hanno dato notizia. Per quanto riguarda
il movimento clandestino in Polonia, ci sono al suo interno svariati
gruppi e tendenze e noi del gruppo "Emanuel Goldstein" non
ne siamo che una piccolissima parte. Noi dobbiamo conquistarci
l'agibilità di cui dispone Solidarnosc clandestina. All'interno di
Solidarnosc ci sono gruppi di destra, ma anche altri che hanno
posizioni interessanti riguardo alla lotta contro il comunismo. In
ogni caso simpatia e antipatia possono essere solo verbali: quel che
conta è la lotta contro il comune nemico, non certo le discussioni
tra noi. E il nostro nemico è certamente comune, possiamo definirlo
il Leviatano Sovietico ed è proprio lui a unificare tutti noi
combattenti. Tutto quanto
indebolisce il totalitarismo comunista è considerato da noi un
contributo positivo e creativo al nostro impegno qui: così possiamo
riassumere la nostra posizione di fronte ai vari movimenti
dell'Europa Orientale. Condividiamo in proposito le idee espresse nel
"Messaggio ai lavoratori dell'Europa Orientale" lanciato
dal 1° congresso di Solidarnosc. Noi siamo al fianco di "Charta
77" in Cecoslovacchia, dei cattolici lituani, dei dissidenti
estoni, dei partigiani afghani e dei sindacati indipendenti cubani.
Ammiriamo anche il sindacato clandestino russo SMOT ed il movimento
dei tartari in URSS. È difficile per
noi esprimere una valutazione sul movimento antinucleare e pacifista
dell'Occidente. La propaganda comunista se ne serve ai suoi fini. Noi
riteniamo che anche per l'Occidente gli SS 20 sono altrettanto
pericolosi dei Pershing, se non di più. Queste sono le
notizie e le opinioni più aggiornate da parte del nostro gruppo.
Inviamo i nostri migliori saluti a tutti i libertari dell'Occidente!
Restiamo uniti! Facciamo sì che la libertà vinca la battaglia
contro il totalitarismo! Abbasso il leviatano, O'Brian (cfr. "1984"
di Orwell), Cenrenko, Jaruzelski e i loro lacché! Ed ecco il nostro
messaggio specifico ai libertari occidentali. Cari compagni
riuniti a Venezia, vi inviamo i nostri migliori saluti
d'oltrecortina! Noi vogliamo affrontare un tema importante.
Attualmente vi sono due fronti principali nella lotta contro il
totalitarismo: uno nell'Europa Orientale, l'altro ancora più
importante - in Afghanistan. Gli afghani sono differenti da noi,
hanno altra cultura ed altre tradizioni, spesso per noi difficili da
comprendere. Ma in comune abbiamo di sicuro un terreno, quello della
lotta per la libertà. E in Occidente, per quanto ci risulta, si
parla molto di più di Reagan, di Scargill e anche della Polonia
piuttosto che dell'Afghanistan. Qui non abbiamo la
possibilità di influenzare l'opinione pubblica occidentale. Ci
ricordiamo del clamore che suscitò negli anni '60 la questione del
Vietnam. Così, se volete aiutare noi, il movimento polacco e quelli
degli altri paesi dell'Europa Orientale, aiutate i partigiani
antisovietici dell'Afghanistan. Voi ne avete la possibilità e noi
abbiamo davvero bisogno di questo aiuto. E salutateci i libertari
afghani, Massud e i suoi ragazzi. Abbasso i banditi sovietici!
(Varsavia,
fine agosto 1984)
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