Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Dall'Argentina, una
nuova Pubblicazione anarchica. Dopo la segnalata "ripresa"
della storica testata La Protesta, ci sono arrivati da Buenos
Aires i primi due numeri di una nuova rivista, formato come il
nostro, 36 pagine: si chiama Utopia. Nell'editoriale di
presentazione del primo numero si legge tra l'altro: "Rivendichiamo
la tradizione libertaria del socialismo utopico, secondo la quale
socialismo significa trasformazione totale della società e
dell'uomo. Utopia vuole essere uno strumento per
l'esposizione, la discussione e l'elaborazione di un nuovo pensiero
socialista che, senza rinunciare ai contributi provenienti dai
diversi rami del vecchio tronco, faccia proprie tutte le idee per far
sì che il socialismo torni ad essere l'alternativa rivoluzionaria
alla società classista. Nella nostra lotta per la realizzazione
dell'utopia, partiamo da questo solo presupposto al quale assegniamo
il valore di un imperativo categorico: il potere è la morte del
socialismo, in altri termini quanto maggiore è il potere tanto
minori sono le possibilità per il socialismo". I primi due numeri di
Utopia contengono prevalentemente articoli e saggi ripresi da
pubblicazioni libertarie edite in Europa. Gli argomenti trattati sono
i più vari: sindacalismo, femminismo, crisi della ragion di stato,
rivoluzione antiautoritaria, ecc...
Dall'estremo
opposto dell'area latinoamericana giunge un'altra voce libertaria:
Guángara
libertaria, la rivista che da cinque anni pubblicano in Florida
gli esuli libertari cubani sfuggiti alle persecuzioni del
totalitarismo castrista. Sull'ultimo numero (n.19) segnaliamo il
lungo necrologio che Frank Fernandez dedica a Manuel Ferro, storica
figura dell'anarchismo cubano, morto il 19 giugno scorso. Attraverso
la biografia di questo militante, infatti, viene ricostruita tanta
parte della storia di un movimento anarchico - come quello cubano,
appunto - di cui oggi si sta perdendo quasi completamente la memoria.
Lotte sindacali, attività di propaganda, persecuzioni e repressioni
fanno da sfondo a questa intensa vicenda umana e sociale. Dopo la
vittoria del castrismo e la strozzatura delle speranze rivoluzionarie
da parte della nuova classe comunista e del suo apparato burocratico
totalitario, Ferro non può che emigrare. Si stabilisce, ormai
sessantenne, in Florida e qui continua, con altri compagni, l'opera
di demistificazione del regime castrista. Sono di quegli anni le
accese polemiche in campo libertario internazionale
sull'atteggiamento da prendere di fronte alle vicende dell'isola
caraibica, per esempio ai tentativi di rovesciare Castro (il più
noto fu quello della baia dei Porci). Il mito castrista, che allora
si serviva anche di quello guevarista, fu duro a morire anche in
ambienti che avrebbero dovuto essere vaccinati da lunga data rispetto
alle presunte delizie del "socialismo di Stato". La lettura di
Guángara
libertaria non è inutile, aiuta ad aprire gli occhi su un
regime autoritario e poliziesco tra i peggiori.
Passando alle
pubblicazioni in lingua italiana, va segnalala innanzitutto la
ripresa (con il n. 10, datato "dicembre 1984") di
Autogestione, rivista trimestrale per l'azione
anarcosindacalista. "È
chiaro - scrive la redazione romana nell'editoriale di presentazione
- che la complessità delle trasformazioni sociali necessita, da
parte nostra, di una risposta altrettanto complessiva. In precedenza,
mettevamo in evidenza come i modelli storici dell'anarcosindacalismo
mostrino oramai la corda. Occorre riformulare una teoria ed una
prassi adeguate ai tempi, riprendendo il "progetto sociale"
dell'anarcosindacalismo, fermo restando comunque che i principi
generali dell'autogestione, del federalismo, dell'autonomia e
dell'azione diretta rimangono validi, soprattutto nelle presenti
circostanze (...). Uno dei compiti della "memoria" proletaria e
quindi anche della nostra rivista, è quello di evitare il saccheggio
e lo snaturamento del nostro patrimonio storico da parte delle teste
d'uovo di "sinistra"' e di "destra" al servizio del potere,
che cercano un'improbabile soluzione ai problemi di gestione della
crisi andando a "riscoprire", ed esempio, Proudhon".
Terziario, scala mobile, automazione, ferrovieri, sanità, storia
dell'USI: ecco alcuni degli argomenti affrontati nelle 52 pagine di
questo n. 10 di Autogestione.
In campo
antimilitarista segnaliamo l'uscita del n. 27 di Senzapatria,
bimestrale "per lo sviluppo della lotta antimilitarista e
antiautoritaria". Si tratta di un numero ricco di notizie,
comunicati, informazioni, a testimonianza del vivace impegno del
movimento anarchico e libertario su questo terreno. Le due pagine
centrali sono dedicate alla situazione nelle carceri militari, con la
pubblicazione di un documento (pubblicato anche su altri giornali
anarchici) di denuncia della situazione nei reclusori militari di
Peschiera del Garda, Forte Boccea (Roma) e Sora, firmato da Giancarlo
Tecchio, Sandro Ottoni ed altri. Nelle stesse pagine viene anche
pubblicata una lettera di Mario Terzi, che a Forte Boccea sta
scontando l'anno di galera al quale è stato condannato per il suo
rifiuto a prestare sia il servizio militare sia quello civile.
Restiamo in tema.
Inform/azione antimilitarista è il titolo del
volumetto curato dalla commissione antimilitarista della Federazione
Anarchica Italiana, nel quale sono raccolte le relazioni ed alcune
comunicazioni presentate al Convegno su "Industria bellica e
militarizzazione" (Livorno, 11-12 febbraio l984). Accanto ad
interventi di carattere generale (l'industria bellica in Italia, la
funzione del welfare state, il ruolo del sindacato, i nuovi militari,
ecc.) ve ne sono altri specificamente dedicati alla presenza militare
in alcune regioni (Sicilia, Sardegna, Friuli, Lazio). Nella generale
assenza di libri d'attualità sull'antimilitarismo anarchico, questo
volume merita di essere segnalato.
Con un certo
ritardo - motivato con gli impegni dei redattori nell'intera kermesse
"Venezia '84" (che ha comportato molto lavoro anche dopo la
fine dell'Incontro anarchico internazionale) - è uscito il n.
4/1984 di Volontà, la rivista anarchica (trimestrale)
che entra quest'anno nel suo 40° anno di vita: nacque infatti
(mensile) nel 1946. Dall'editoriale alle relazioni pubblicate, è un
numero tutto "veneziano". Nella rubrica "Letture"
Roberto Guiducci recensisce "Anatomia del potere" di
Galbraith. Nella rubrica "Dibattito" Elio Tavilla ed Eduardo
Colombo discutono sulle origini dello stato. Per la rubrica
"Conversazioni" Roberto Ambrosoli intervista l'ecologo
anarchico americano Murray Bookchin sul tema "Natura e cultura".
Per i tipi delle
Edizioni dell'Archivio Famiglia Berneri, a Pistoia, è uscito il
secondo volume dell'Epistolario inedito di Camillo
Berneri. In oltre 350 pagine vengono pubblicate centinaia di lettere
scritte o ricevute dall'anarchico lodigiano nel periodo 1921 - 1937.
Dalla lettura dell'insieme di questa messe di lettere e documenti
deriva una migliore conoscenza di Berneri, militante anarchico,
combattente antifascista, uomo di grande apertura mentale, nemico dei
settarismi, delle grettezze e delle pseudo-sicurezze ideologiche. Non
a caso l'universo delle sue relazioni - come appare anche da questo
2° volume dell'epistolario - spazia dal compagno anarchico con cui
concordare un'iniziativa concreta di lotta agli esponenti più noti
delle altre correnti dell'antifascismo (da Nenni a Salvemini, da
Treves ad Angeloni). Paola Feri e Luigi Di Lembo, che hanno curato
quest'edizione in collaborazione con Aurelio Chessa e Alessandra
Giovannini, hanno compiuto un utilissimo lavoro, riportando in nota
le biografie sintetiche delle centinaia di persone citate negli
scritti di/per Berneri. È questo un lavoro sostanzialmente analogo a
quello fatto da Claudio Venza nell'edizione da lui curata
dell'autobiografia di Umberto Tommasini (L'anarchico triestino,
Edizioni Antistato, Milano I984). In questo modo, infatti, la vita
del singolo militante appare - com'è giusto - inestricabilmente
legata ad un contesto più generale nel quale agiscono molte altre
persone, ciascuna con la sua esperienza, sensibilità, storia.
Merita infine di
venire segnalato il n. 59 di IRL, la pubblicazione libertaria
francese che spesso citiamo in questa nostra rassegna. Si tratta di
un numero monografico, interamente dedicato (36 pagine) alla
situazione ed alle lotte del popolo kanak (Nuova Caledonia). A
curarne la realizzazione è stata la redazione parigina di IRL,
con la collaborazione di varie persone coinvolte personalmente
(perché militanti kanaki o perché comunque interessate ed attive
sulla questione della Nuova Caledonia). Al di là dell'interesse
stesso dei materiali pubblicati, va sottolineata - una volta tanto! -
la tempestività dimostrata da una rivista libertaria
nell'intervenire su un tema di scottante attualità con un dossier
originale, redazionalmente sostanzioso e graficamente vivace. IRL
sta facendo indubbiamente un buon lavoro.
Da ultimo una
precisazione. Sullo scorso numero abbiamo omesso di indicare la città
in cui si trova la redazione di Azione Nonviolenta. Rimediamo
qui ripetendone l'indirizzo completo: Azione Nonviolenta, via
Filippini 25/a, 37121 Verona. Per l'amministrazione: A.N., c.p. 21,
37052 Casaleone (vr).
Camus, 25 anni
dopo
Albert Camus e gli
anarchici. Il pensiero di Camus e l'anarchismo. Albert Camus
anarchico? Camus ed il sindacalismo libertario. A 25 anni dalla morte
di quell'eccezionale "irregolare" che fu Camus, i suoi
scritti mantengono intatta la loro vivacità e stimolano ancora
riflessioni sui rapporti tra il suo pensiero ed alcuni filoni
dell'anarchismo. Recentemente sono apparsi in Francia due opuscoli
dedicati a questo argomento. Il gruppo di
Fresnes-Antony della Fédération Anarchiste, che da anni edita una
sobria collana di opuscoli di vario argomento, intitola l'ultimo
della serie (il n. 26) Albert Camus et les libertaires. Vi
sono pubblicati alcuni articoli di Maurice Joyeux (anziano militante
anarchico), tre scritti di Camus apparsi tra il '55 ed il '57 sul
settimanale anarchico Le Monde Libertaire, nonché una serie
di articoli commemorativi di Camus apparsi sullo stesso giornale nei
primi mesi del 1960, all'indomani della sua scomparsa. L'Atelier de
Creation Libertaire di Lione, collegato alla rivista IRL, dopo i
libri/opuscoli dedicati all'autogestione, all'immaginario sovversivo,
alla sociobiologia, al femminismo ed al potere, pubblica in opuscolo
il lungo saggio di Teodosio Vertone (docente all'università di Roma)
L'oeuvre et l'action d'Albert Camus dans la mouvance
de la tradition libertaire. Come scrive lo psicanalista Roger
Dadoun nella sua stimolante prefazione ("Camus e l'anima della
rivolta") "la dominante libertaria - se così la si può
chiamare - del pensiero di Camus è stata indubbiamente messa a fuoco
più di una volta, e noi stessi in un articolo scritto più di
trent'anni fa abbiamo calorosamente sottolineato "l'anarchismo di
Camus". Ma una dimostrazione coerente e rigorosamente argomentata
era ancora tutta da fare: è quello che ci propone qui Vertone, con
questo saggio il cui fine è di collocare a pieno diritto l'opera e
l'azione di Albert Camus nell'ambito della tradizione libertaria". Albert Camus et
les libertaires, Groupe Fresnes-Antony (F.A.), Francia 1984,
pagg.60, fr.20. Richieste a: groupe Fresnes-Antony, 34 rue de Fresnes,
F-92160 Antony. L'oevre
et l'action d'Albert Camus dans la mouvance de la tradition
libertaire, di Teodosio Vertone, Atelier de Creation Libertaire,
Lyon 1984, pagg. 52, fr.30. Richieste a: Atelier de Creation
Libertaire, 13 rue Pierre Blanc, F-69001 Lyon.
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Sant'Antonio e
gli anarchici
Il fratello
maggiore lo conoscevamo già, se non altro di fama. Il Messaggero
di S. Antonio è infatti un "caso" giornalistico
nazionale: tira oltre un milione di copie. È un foglio di cui non si
sente mai parlare, eppure fa più "opinione" di tante
testate più famose. Il fratello maggiore - dicevamo - non ci era
del tutto sconosciuto. Ma questo Messaggero dei ragazzi
(edizione rinnovata di "S. Antonio ed i Fanciulli", si
legge a pag.2) francamente non l'avevamo mai sentito nominare.
Ce ne capita tra le
mani un numero e subito si respira aria di anarchia. L'intera
copertina del n. 32 datato 10.10.84 è dedicata infatti a Sacco e
Vanzetti: "Fermate la mano dell'assassinio legale", "Sacco
e Vanzetti non devono morire" si legge sui cartelli retti da due
dimostranti. E, accanto, i volti stilizzati dei due anarchici
italiani assassinati dalla giustizia democratica americana il 23
agosto 1927. Sotto una scritta spiega: "un fumetto di Sergio
Toppi". In effetti, dopo
due pagine di presentazione storica degli avvenimenti e del contesto
in cui si situano, dieci pagine del Messaggero dei
ragazzi sono dedicate alla storia a fumetti della loro drammatica
vicenda. La carta è bella, la stampa in quadricromia decisamente
elegante. C'è però qualcosa che non ci sconfinfera: nemmeno a 58
anni dal loro assassinio, nemmeno a 8 anni dalla loro ufficiale
"riabilitazione" da parte dello Stato del Massachusetts, le
candide anime antoniane se la sentono di sostenere l'innocenza di
Sacco e Vanzetti. Preferiscono trincerarsi dietro formule tipo "le
prove della loro colpevolezza non divennero mai assolute". Non ci intendiamo
molto di ordini ecclesiastici, ma a questo punto ci sorge un dubbio:
questi antoniani non saranno magari dei gesuiti?
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