Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 15 nr. 126
marzo 1985


Rivista Anarchica Online

RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione

Dall'Argentina, una nuova Pubblicazione anarchica. Dopo la segnalata "ripresa" della storica testata La Protesta, ci sono arrivati da Buenos Aires i primi due numeri di una nuova rivista, formato come il nostro, 36 pagine: si chiama Utopia. Nell'editoriale di presentazione del primo numero si legge tra l'altro: "Rivendichiamo la tradizione libertaria del socialismo utopico, secondo la quale socialismo significa trasformazione totale della società e dell'uomo. Utopia vuole essere uno strumento per l'esposizione, la discussione e l'elaborazione di un nuovo pensiero socialista che, senza rinunciare ai contributi provenienti dai diversi rami del vecchio tronco, faccia proprie tutte le idee per far sì che il socialismo torni ad essere l'alternativa rivoluzionaria alla società classista. Nella nostra lotta per la realizzazione dell'utopia, partiamo da questo solo presupposto al quale assegniamo il valore di un imperativo categorico: il potere è la morte del socialismo, in altri termini quanto maggiore è il potere tanto minori sono le possibilità per il socialismo". I primi due numeri di Utopia contengono prevalentemente articoli e saggi ripresi da pubblicazioni libertarie edite in Europa. Gli argomenti trattati sono i più vari: sindacalismo, femminismo, crisi della ragion di stato, rivoluzione antiautoritaria, ecc...

Dall'estremo opposto dell'area latinoamericana giunge un'altra voce libertaria: Guángara libertaria, la rivista che da cinque anni pubblicano in Florida gli esuli libertari cubani sfuggiti alle persecuzioni del totalitarismo castrista. Sull'ultimo numero (n.19) segnaliamo il lungo necrologio che Frank Fernandez dedica a Manuel Ferro, storica figura dell'anarchismo cubano, morto il 19 giugno scorso. Attraverso la biografia di questo militante, infatti, viene ricostruita tanta parte della storia di un movimento anarchico - come quello cubano, appunto - di cui oggi si sta perdendo quasi completamente la memoria. Lotte sindacali, attività di propaganda, persecuzioni e repressioni fanno da sfondo a questa intensa vicenda umana e sociale. Dopo la vittoria del castrismo e la strozzatura delle speranze rivoluzionarie da parte della nuova classe comunista e del suo apparato burocratico totalitario, Ferro non può che emigrare. Si stabilisce, ormai sessantenne, in Florida e qui continua, con altri compagni, l'opera di demistificazione del regime castrista. Sono di quegli anni le accese polemiche in campo libertario internazionale sull'atteggiamento da prendere di fronte alle vicende dell'isola caraibica, per esempio ai tentativi di rovesciare Castro (il più noto fu quello della baia dei Porci). Il mito castrista, che allora si serviva anche di quello guevarista, fu duro a morire anche in ambienti che avrebbero dovuto essere vaccinati da lunga data rispetto alle presunte delizie del "socialismo di Stato". La lettura di Guángara libertaria non è inutile, aiuta ad aprire gli occhi su un regime autoritario e poliziesco tra i peggiori.

Passando alle pubblicazioni in lingua italiana, va segnalala innanzitutto la ripresa (con il n. 10, datato "dicembre 1984") di Autogestione, rivista trimestrale per l'azione anarcosindacalista. "È chiaro - scrive la redazione romana nell'editoriale di presentazione - che la complessità delle trasformazioni sociali necessita, da parte nostra, di una risposta altrettanto complessiva. In precedenza, mettevamo in evidenza come i modelli storici dell'anarcosindacalismo mostrino oramai la corda. Occorre riformulare una teoria ed una prassi adeguate ai tempi, riprendendo il "progetto sociale" dell'anarcosindacalismo, fermo restando comunque che i principi generali dell'autogestione, del federalismo, dell'autonomia e dell'azione diretta rimangono validi, soprattutto nelle presenti circostanze (...). Uno dei compiti della "memoria" proletaria e quindi anche della nostra rivista, è quello di evitare il saccheggio e lo snaturamento del nostro patrimonio storico da parte delle teste d'uovo di "sinistra"' e di "destra" al servizio del potere, che cercano un'improbabile soluzione ai problemi di gestione della crisi andando a "riscoprire", ed esempio, Proudhon". Terziario, scala mobile, automazione, ferrovieri, sanità, storia dell'USI: ecco alcuni degli argomenti affrontati nelle 52 pagine di questo n. 10 di Autogestione.

In campo antimilitarista segnaliamo l'uscita del n. 27 di Senzapatria, bimestrale "per lo sviluppo della lotta antimilitarista e antiautoritaria". Si tratta di un numero ricco di notizie, comunicati, informazioni, a testimonianza del vivace impegno del movimento anarchico e libertario su questo terreno. Le due pagine centrali sono dedicate alla situazione nelle carceri militari, con la pubblicazione di un documento (pubblicato anche su altri giornali anarchici) di denuncia della situazione nei reclusori militari di Peschiera del Garda, Forte Boccea (Roma) e Sora, firmato da Giancarlo Tecchio, Sandro Ottoni ed altri. Nelle stesse pagine viene anche pubblicata una lettera di Mario Terzi, che a Forte Boccea sta scontando l'anno di galera al quale è stato condannato per il suo rifiuto a prestare sia il servizio militare sia quello civile.

Restiamo in tema. Inform/azione antimilitarista è il titolo del volumetto curato dalla commissione antimilitarista della Federazione Anarchica Italiana, nel quale sono raccolte le relazioni ed alcune comunicazioni presentate al Convegno su "Industria bellica e militarizzazione" (Livorno, 11-12 febbraio l984). Accanto ad interventi di carattere generale (l'industria bellica in Italia, la funzione del welfare state, il ruolo del sindacato, i nuovi militari, ecc.) ve ne sono altri specificamente dedicati alla presenza militare in alcune regioni (Sicilia, Sardegna, Friuli, Lazio). Nella generale assenza di libri d'attualità sull'antimilitarismo anarchico, questo volume merita di essere segnalato.

Con un certo ritardo - motivato con gli impegni dei redattori nell'intera kermesse "Venezia '84" (che ha comportato molto lavoro anche dopo la fine dell'Incontro anarchico internazionale) - è uscito il n. 4/1984 di Volontà, la rivista anarchica (trimestrale) che entra quest'anno nel suo 40° anno di vita: nacque infatti (mensile) nel 1946. Dall'editoriale alle relazioni pubblicate, è un numero tutto "veneziano". Nella rubrica "Letture" Roberto Guiducci recensisce "Anatomia del potere" di Galbraith. Nella rubrica "Dibattito" Elio Tavilla ed Eduardo Colombo discutono sulle origini dello stato. Per la rubrica "Conversazioni" Roberto Ambrosoli intervista l'ecologo anarchico americano Murray Bookchin sul tema "Natura e cultura".

Per i tipi delle Edizioni dell'Archivio Famiglia Berneri, a Pistoia, è uscito il secondo volume dell'Epistolario inedito di Camillo Berneri. In oltre 350 pagine vengono pubblicate centinaia di lettere scritte o ricevute dall'anarchico lodigiano nel periodo 1921 - 1937. Dalla lettura dell'insieme di questa messe di lettere e documenti deriva una migliore conoscenza di Berneri, militante anarchico, combattente antifascista, uomo di grande apertura mentale, nemico dei settarismi, delle grettezze e delle pseudo-sicurezze ideologiche. Non a caso l'universo delle sue relazioni - come appare anche da questo 2° volume dell'epistolario - spazia dal compagno anarchico con cui concordare un'iniziativa concreta di lotta agli esponenti più noti delle altre correnti dell'antifascismo (da Nenni a Salvemini, da Treves ad Angeloni). Paola Feri e Luigi Di Lembo, che hanno curato quest'edizione in collaborazione con Aurelio Chessa e Alessandra Giovannini, hanno compiuto un utilissimo lavoro, riportando in nota le biografie sintetiche delle centinaia di persone citate negli scritti di/per Berneri. È questo un lavoro sostanzialmente analogo a quello fatto da Claudio Venza nell'edizione da lui curata dell'autobiografia di Umberto Tommasini (L'anarchico triestino, Edizioni Antistato, Milano I984). In questo modo, infatti, la vita del singolo militante appare - com'è giusto - inestricabilmente legata ad un contesto più generale nel quale agiscono molte altre persone, ciascuna con la sua esperienza, sensibilità, storia.

Merita infine di venire segnalato il n. 59 di IRL, la pubblicazione libertaria francese che spesso citiamo in questa nostra rassegna. Si tratta di un numero monografico, interamente dedicato (36 pagine) alla situazione ed alle lotte del popolo kanak (Nuova Caledonia). A curarne la realizzazione è stata la redazione parigina di IRL, con la collaborazione di varie persone coinvolte personalmente (perché militanti kanaki o perché comunque interessate ed attive sulla questione della Nuova Caledonia). Al di là dell'interesse stesso dei materiali pubblicati, va sottolineata - una volta tanto! - la tempestività dimostrata da una rivista libertaria nell'intervenire su un tema di scottante attualità con un dossier originale, redazionalmente sostanzioso e graficamente vivace. IRL sta facendo indubbiamente un buon lavoro.

Da ultimo una precisazione. Sullo scorso numero abbiamo omesso di indicare la città in cui si trova la redazione di Azione Nonviolenta. Rimediamo qui ripetendone l'indirizzo completo: Azione Nonviolenta, via Filippini 25/a, 37121 Verona. Per l'amministrazione: A.N., c.p. 21, 37052 Casaleone (vr).


Camus, 25 anni dopo

Albert Camus e gli anarchici. Il pensiero di Camus e l'anarchismo. Albert Camus anarchico? Camus ed il sindacalismo libertario. A 25 anni dalla morte di quell'eccezionale "irregolare" che fu Camus, i suoi scritti mantengono intatta la loro vivacità e stimolano ancora riflessioni sui rapporti tra il suo pensiero ed alcuni filoni dell'anarchismo. Recentemente sono apparsi in Francia due opuscoli dedicati a questo argomento.
Il gruppo di Fresnes-Antony della Fédération Anarchiste, che da anni edita una sobria collana di opuscoli di vario argomento, intitola l'ultimo della serie (il n. 26) Albert Camus et les libertaires. Vi sono pubblicati alcuni articoli di Maurice Joyeux (anziano militante anarchico), tre scritti di Camus apparsi tra il '55 ed il '57 sul settimanale anarchico Le Monde Libertaire, nonché una serie di articoli commemorativi di Camus apparsi sullo stesso giornale nei primi mesi del 1960, all'indomani della sua scomparsa.
L'Atelier de Creation Libertaire di Lione, collegato alla rivista IRL, dopo i libri/opuscoli dedicati all'autogestione, all'immaginario sovversivo, alla sociobiologia, al femminismo ed al potere, pubblica in opuscolo il lungo saggio di Teodosio Vertone (docente all'università di Roma) L'oeuvre et l'action d'Albert Camus dans la mouvance de la tradition libertaire. Come scrive lo psicanalista Roger Dadoun nella sua stimolante prefazione ("Camus e l'anima della rivolta") "la dominante libertaria - se così la si può chiamare - del pensiero di Camus è stata indubbiamente messa a fuoco più di una volta, e noi stessi in un articolo scritto più di trent'anni fa abbiamo calorosamente sottolineato "l'anarchismo di Camus". Ma una dimostrazione coerente e rigorosamente argomentata era ancora tutta da fare: è quello che ci propone qui Vertone, con questo saggio il cui fine è di collocare a pieno diritto l'opera e l'azione di Albert Camus nell'ambito della tradizione libertaria".
Albert Camus et les libertaires, Groupe Fresnes-Antony (F.A.), Francia 1984, pagg.60, fr.20. Richieste a: groupe Fresnes-Antony, 34 rue de Fresnes, F-92160 Antony.
L'oevre et l'action d'Albert Camus dans la mouvance de la tradition libertaire, di Teodosio Vertone, Atelier de Creation Libertaire, Lyon 1984, pagg. 52, fr.30. Richieste a: Atelier de Creation Libertaire, 13 rue Pierre Blanc, F-69001 Lyon.


Sant'Antonio e gli anarchici

Il fratello maggiore lo conoscevamo già, se non altro di fama. Il Messaggero di S. Antonio è infatti un "caso" giornalistico nazionale: tira oltre un milione di copie. È un foglio di cui non si sente mai parlare, eppure fa più "opinione" di tante testate più famose. Il fratello maggiore - dicevamo - non ci era del tutto sconosciuto. Ma questo Messaggero dei ragazzi (edizione rinnovata di "S. Antonio ed i Fanciulli", si legge a pag.2) francamente non l'avevamo mai sentito nominare.
Ce ne capita tra le mani un numero e subito si respira aria di anarchia. L'intera copertina del n. 32 datato 10.10.84 è dedicata infatti a Sacco e Vanzetti: "Fermate la mano dell'assassinio legale", "Sacco e Vanzetti non devono morire" si legge sui cartelli retti da due dimostranti. E, accanto, i volti stilizzati dei due anarchici italiani assassinati dalla giustizia democratica americana il 23 agosto 1927. Sotto una scritta spiega: "un fumetto di Sergio Toppi".
In effetti, dopo due pagine di presentazione storica degli avvenimenti e del contesto in cui si situano, dieci pagine del Messaggero dei ragazzi sono dedicate alla storia a fumetti della loro drammatica vicenda. La carta è bella, la stampa in quadricromia decisamente elegante. C'è però qualcosa che non ci sconfinfera: nemmeno a 58 anni dal loro assassinio, nemmeno a 8 anni dalla loro ufficiale "riabilitazione" da parte dello Stato del Massachusetts, le candide anime antoniane se la sentono di sostenere l'innocenza di Sacco e Vanzetti. Preferiscono trincerarsi dietro formule tipo "le prove della loro colpevolezza non divennero mai assolute".
Non ci intendiamo molto di ordini ecclesiastici, ma a questo punto ci sorge un dubbio: questi antoniani non saranno magari dei gesuiti?