Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 14 nr. 123
novembre 1984


Rivista Anarchica Online

Parla l'altra CNT
di Paolo Finzi

Se vogliamo fare una CNT come Dio comanda, dobbiamo farla da soli. Questo ci siamo detti durante il congresso tenutosi alla Casa del Campo, nel '79. Lì è iniziato quel processo che ci ha portato, a fine giugno, alla costituzione di quella CNT che definiamo Unificada per distinguerla da quella dogmatica aderente all'AIT.
Angel Busquets, 27 anni, membro del sindicato de seguros (assicurazioni) di Barcellona, si scalda molto nel ricostruire la storia della «sua» CNT, ovvero la «sua» storia della CNT. E non si accorge che l'espressione como Dios manda non è forse la più idonea per caratterizzare la genesi di questo secondo troncone dell'anarcosindacalismo spagnolo odierno.
Ma tant'è. Quest'intervista che faccio a lui e a un altro compagno della CNT Unificada (Julian, 24 anni, del sindacato della sanidad di Madrid) si svolge proprio all'indomani dell'infuocata tavola rotonda sull'anarcosindacalismo, tenutasi ad Architettura mercoledì 26, coordinatore Massimo Varengo. E il clima acceso, surriscaldato dal polemico confronto tra i militanti delle due CNT, è ancora nell'aria. Quando si parla dell'altra CNT, gli apprezzamenti pesanti si sprecano. D'altra parte, il congresso tenutosi a Madrid a fine giugno, che ha sancito la formale costituzione di questa seconda CNT, è stato caratterizzato da scontri, non solo verbali, tra i militanti dei due tronconi: scontri finiti anche sui mass-media, che certo non si sono lasciati sfuggire l'occasione di specularvi sopra.
Ma ripartiamo dall'inizio. E andiamo con ordine. La prima domanda riguarda la storia recente dell'anarcosindacalismo spagnolo: dalla fine del franchismo ai giorni nostri. In poche parole, se possibile. Nel '75 - spiega Angel - si è dato avvio in Spagna alla riorganizzazione della CNT, collegando organicamente i singoli compagni, i gruppi che operavano in fabbrica e negli Atenei
libertari ed anche (fatto determinante per gli sviluppi successivi) il settore dell'esilio. Sull'onda dell'entusiasmo popolare per la fine della dittatura franchista, moltissime furono le adesioni alla CNT. Mancò però allora un dibattito previo, molti aderirono alla CNT sulla base di una generica simpatia e non per una precisa scelta di partecipare alla sua vita e alle sue lotte. Si finì così per riorganizzare la CNT senza realmente discuterne modalità e obiettivi. Ne risultò un 'amalgama, un insieme di persone. Al con tempo c'era scarsa conoscenza e chiarezza su quello che era stato il patrimonio teorico e pratico, di esperienze concrete, dell'anarcosindacalismo spagnolo.
Questa situazione si è trascinata fino al 5° Congresso, il primo dopo quello storico del '36. In quella sede (Casa del Campo, Madrid, '79) si scontrarono due posizioni contrapposte: in poche parole, da una parte quella dogmatica di chi, nell'ambito di una fedeltà assoluta al passato, si limitava a proporre le solite cose (come se la Spagna di oggi fosse uguale a quella del '36!), dall'altra c'eravamo noi che, pur collegandoci con questo passato, volevamo e vogliamo collegarlo con la realtà di oggi, al fine di assicurare una presenza concreta della CNT nelle fabbriche e in genere nella società di oggi.
Secondo Busquets il confronto tra le due posizioni non fu possibile a causa del clima di violenza e di intimidazione imposto dai «dogmatici» e appunto in quel contesto maturò la coscienza della necessità di operare da soli. L'anno successivo, appunto, gli avversari dei «dogmatici» si convocarono in congresso a Valenza, dando vita a quella che allora venne definita la CNT -Congresso di Valenza. Nel frattempo dibattito e polemiche sono proseguiti all'interno della CNT-AIT, dalla quale - dopo il 6° congresso tenutosi in due tempi nell'83 (a gennaio a Barcellona, in aprile a Torrejon de Ardoz vicino a Madrid) - si staccano vari militanti e sindacati, che infine nel giugno di quest'anno partecipano al congresso di Madrid insieme con quelli della CNT - Congresso di Valenza: da questa unificazione è nata appunto questa nuova CNT Unificada. Come tante altre volte nella storia del movimento operaio, dietro una terminologia unitaria c'è il frutto di una scissione (come non pensare, nella storia recente italiana, al PSIUP di Vecchietti e al PDUP di Magri, entrambi tra l'altro rifluiti «unitariamente» nel PCI?).
La storia più o meno è questa e la si sapeva. La nostra rivista ha infatti seguito con particolare attenzione in questi anni le complicate vicende dell'anarcosindacalismo iberico, sia con reportage dei nostri inviati (al 5° e al 6° congresso della CNT), sia ospitando scritti di militanti cenetisti (dopo il 5° congresso, per esempio, pubblicammo un resoconto critico di compagni dell'area che avrebbe poi dato vita alla CNT - Congresso di Valenza). Ma quel che ci preme comprendere, aldilà delle pur importanti (per loro, soprattutto) vicissitudini organizzative, è il senso di queste polemiche, sono le diverse analisi e prospettive che contraddistinguono le due tendenze (se di due tendenze si può parlare).
Tiro fuori la questione della partecipazione alle elezioni sindacali, finalizzate alla nomina dei rappresentanti delle varie organizzazioni sindacali in seno ai Comité d'empresa (Cde). Quelli della CNT -AIT sono contrari a questa partecipazione (e Luis Andrés Edo, nella sua relazione veneziana pubblicata in questo stesso numero, spiega il perché). Quelli della CNT Unificada, invece, sono favorevoli. - chiarisce Julian - oggi come oggi noi riteniamo necessario che la CNT si impegni anche su questo terreno. Non è più possibile, come nei primi tempi del processo di ricostituzione della CNT, sostenere che i Cde non contano niente e che di conseguenza è inutile parteciparvi. Certo, la partecipazione ai Cde non può essere per noi un fine, ma allo stato attuale dei rapporti di forza, estraniarsene significa rinunciare ad essere pesenti dove si discutono i contratti e gli accordi che poi interessano tutti i lavoratori.
E cita le difficoltà provocate dalla scelta iniziale della CNT di non partecipare a queste elezioni: per qualsiasi questione bisognava invitare i lavoratori alla mobilitazione e spesso, alla fine, non si era nemmeno in grado di assicurare a questa mobilitazione uno sbocco pratico. A favore poi della partecipazione ai Cde, Julian cita anche il fatto che da quando si è scelta la strada della partecipazione, la stampa ed i mass-media in genere hanno riservato molto più spazio e più attenzione alla CNT. Questo fatto - sottolinea con enfasi - è di grande impulso per tutti i lavoratori iscritti alla CNT ed impegnati nelle lotte sui rispettivi posti di lavoro, perché dà la sensazione che non si è soli, che non si sta facendo un lavoro sterile.
L'obiezione che comunque tale partecipazione rappresenterebbe un'intollerabile deviazione dalla metodologia libertaria e d'azione diretta (che è caratteristica fondamentale dell'anarcosindacalismo) viene respinta senza mezzi termini. I militanti della CNT Unificada ribadiscono che per loro si tratta di una scelta meramente tattica, legata ai rapporti di forza esistenti, ed ironizzano su quella concezione dell'anarcosindacalismo che lo vorrebbe tanto «puro» da porsi al di fuori del suo terreno naturale, che è quello delle battaglie del mondo del lavoro. Questo sì, a loro avviso, sarebbe la negazione stessa di quanto si va proclamando.
Il ruolo della CNT, comunque, non deve limitarsi al campo economico - precisa Angel - Il lavoratore non vive esclusivamente la realtà della fabbrica, ma è anche un cittadino: lo riguardano le questioni ecologiche, del militarismo, ecc .. L'anarcosindacalismo non può ridursi a mero sindacalismo, ma deve proporsi continuamente come propagazione di un' idea, di una volontà più complessiva di trasformazione sociale. In questo contesto l'esistenza della CNT, cioè di una struttura libertaria permanente, è fondamentale per l'intero movimento libertario spagnolo: presso la CNT, infatti, tutti i movimenti di segno libertario possono trovare una sede, un riferimento sicuro.
All'intervista sono presenti, in quest'angolo assolato ed un po' appartato di Campo S. Margherita, anche due compagne cenetiste. Seguono con attenzione, ma non sono ancora intervenute. Nemmeno la mia domanda sul machismo nella CNT le smuove. A rispondere, ancora una volta, è Angel.
Certo, il machismo è stato per decenni una delle caratteristiche della società spagnola ed anche, di conseguenza, della CNT. La pluridecennale dittatura cattolica del generalissimo Franco ha aggravato il problema, ma oggi tra le giovani generazioni è decisamente in calo. Non si può comunque dire che sia scomparso del tutto.
Cita anche l'esperienza degli anni scorsi di Mujeres libres, che continuano seppure in maniera ridotta ad essere attive a Saragozza, Madrid, Barcellona e Siviglia.
Una domanda è d'obbligo.
Quanto «conta» oggi la CNT Unificada? Quanta gente è attiva al suo interno? Quali sono i suoi punti di forza? A quest'ultima domanda, Julian risponde citando i settori della banca e dei servizi pubblici, nonché le località di Siviglia, Valenza e Vittoria. In quest'ultima località basca, in particolare, la CNT non vanterebbe forti tradizioni, ma recentemente alla Michelin ha ottenuto la maggioranza relativa nel Cde, appoggiandosi su di una sezione sindacale di ben 200 iscritti . Ma le prime due domande suscitano solo vaghe risposte. I compagni preferiscono sottolineare che si respira aria di ripresa, che le speranze di contare sempre più sono buone, che anche nel quarto sindacato spagnolo (i Trabajadores Independientes, quarto appunto dopo la socialista UGT, le comuniste Comisiones Obreras e la CNT) ci sono interessanti tendenze libertarie. Dati precisi, numero degli iscritti e cose simili: niente. Esattamente come quelli della CNT -AIT cui ho chiesto le stesse cose.
Nel dicembre di quest'anno certo non si potrà ancora dire che la CNT è affermata - afferma Angel - Ci vorrà più tempo. Ma siamo sulla buona strada.
Spostiamo il discorso sull'incontro anarchico internazionale che stiamo vivendo. Nel complesso, il giudizio dei compagni della CNT Unificada è positivo. (E' una grossa occasione di incontro, ci voleva). Qualche riserva Angel la esprime sull'eccessiva astrattezza di alcune sessioni del convegno di studi. Naturalmente a loro sarebbe interessato dibattere di più sull'anarcosindacalismo. Peccato che il tempo riservato a quel dibattito sia andato in parte sprecato (così come succederà poi durante la sessione plenaria del pomeriggio di sabato 29) a causa delle polemiche delle due CNT. Se il clima non fosse quel che è (butto lì) il prossimo incontro internazionale potrebbe essere organizzato in Spagna. Sarebbe meraviglioso, esclama Angel. Anche gli altri consentono. Sarebbe proprio meraviglioso.