Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
« ... Da sempre, in ogni società esiste e si perpetua accanto alla forma di controllo più
direttamente repressiva (carceri, repressione psichica, militarizzazione, etc.) una forma di
controllo forse meno appariscente ma comunque incisiva: il controllo culturale, la capacità da
parte di chi detiene il potere di essere giustificato - e spesso esaltato - da determinate forme
repressive che, oltre ad avere un fine puramente celebrativo, negli ultimi anni hanno fatto da
valvola di sfogo per moltissime tensioni giovanili. Dal rock'n'roll al punk è una lunghissima storia
di idee, generi, modi di vita che il capitale riesce a depurare dal loro primario significato di
ribellione per farne uno strumento di guadagno e controllo sociale. Le bande degli anni '60, i
megaconcerti dei '70, la moda, il look da copiare-usare-buttare di oggi: il capitale ha capito che
proprio su queste cose si gioca una battaglia campale sulla strada del cittadino/modello/burattino.
Famiglia, scuola, moda, caserma, lavoro... Proprio nel periodo di maggiore rottura, di maggiore esuberanza, bisogna riuscire a dare quegli
stimoli, quelle situazioni, quel protagonismo di cui l'adolescente ha tanto bisogno. Per questo,
anche fenomeni esteriormente antagonisti come il punk anarchico, il decadentismo, la cultura
antibellica in generale possono essere recuperati e anzi utilizzati proprio per rafforzare ciò che
esteriormente attaccano. Quindi, se l'industria è prontissima a buttarsi su ogni nuova moda, c'è
pure dall'altra parte la tendenza a farsi comodamente sfruttare appena possibile, oppure ad
accettare compromessi sempre maggiori con le istituzioni, che poi abilmente riescono a riciclarti e
usarti. La barriera è, ancora una volta, nella pratica, nell'azione diretta, quando oltre alle parole,
agli slogans, si deve agire. Prezzi di biglietti, dischi, magliette e ogni porcheria affine dimostrano
come questi falsi ribelli siano solo uno specchietto per allodole. Merda per loro, veri e propri
«pentiti dell'espressione!» Per quanto ci riguarda, il discorso è limpido: il bisogno di potersi
esprimere liberamente è parallelo ad ogni discorso politico e sociale, anzi è proprio interno ed
inseparabile. La nostra tensione verso una società migliore, senza padroni né religioni, alienanti catene di produzione, censure, armi, guerre, è rispecchiata interamente nella pratica.
Come il blocco alla base di Comiso, un concerto, una fanzine, una cassetta autoprodotta sono un
tentativo di dire NO a determinate cose, comunicandolo ad altri e tentando di costruire un
processo collettivo di liberazione. Creare controcultura è possibile ...» DIS/NASTRI è il nome sotto il quale è organizzata un'interessante iniziativa di documentazione,
incentrata sull'attività musicale/sociale di alcuni gruppi ed individui di Bergamo e dintorni. Per
DIS/NASTRI sono stati finora pubblicati alcuni nastri, sei per la precisione: completi di materiali
scritti e disegnati, danno una visione articolata e organica di quella che è stata l'evoluzione di
«certe» tendenze nel bergamasco, fino ad arrivare all'attuale attività del collettivo TRIBU'
LIBERATE che molti di voi già conoscono, magari di nome. Oltre alle indicazioni tecniche sulle
varie formazioni si è puntato sul far conoscere ambienti e situazioni: in ogni cassetta c'è quello che
si potrebbe definire una puntata della «contro-storia» del movimento locale, riassunta attraverso
fanzines, fotocopie di volantini, fotografie e pubblicazioni collaterali (il booklet «L'ansia del
fiume», le fanzines «Revoluzione» e «Frazioni-Creazioni», i dischi dipinti, etc.). Tra i gruppi
presenti nelle cassette troviamo OS WALVOLA, OFFICINE SCHWARTZ, MESSA A FUOCO,
REVOLUZIONE, TERRORISMO GENETICO, EFFETTI COLLATERALI, CRISTO E' MORTO,
etc. Non sono a conoscenza del prezzo delle cassette, né dell'eventuale disponibilità di copie. Potete
chiedere informazioni dettagliate a Radio Revoluzione c/o WEST RADIO, via Giovanni XXIII,
24036 Ponte S. Pietro (BG). «... Il nome rispecchia il nostro pensiero: non ci piace starcene con le mani in mano.
L'accettazione passiva è una delle forme peggiori di apatia: lasciare che siano gli altri a
combinare qualcosa di positivo è far sì che siano gli altri a decidere cosa fare, come e quando. E'
troppo facile dire «...siamo in pochi, nessuno ci aiuta, cosa possiamo fare?» ... Si tende sempre ad
appoggiarsi su altre persone, possibilmente con esperienza. Così facendo non ci si rende conto che l'esperienza è una cosa acquisita con il tempo. Si cerca sempre qualcuno che ci aiuti, e non si
trova nessuno in grado di darci una mano. Ci si arrende. E' ora di svegliarsi, di rendersi conto che
in ogni essere umano c'è un'individualità a se stante, autonoma. Non si può pretendere l'aiuto
dagli altri: tutt'al più si può sperare in un eventuale appoggio, senza mai dimenticare che nessuno
è più utile a se stesso di se stesso...» Dopo un lungo periodo di preparazione (i soliti schiaccianti problemi economici di chi vuol essere
completamente indipendente), è finalmente disponibile VOLONTA' D'AZIONE, fanzine più da
leggere che da guardare, stampata e pensata a Trieste. Veste grafica molto semplice, testi
privilegiati rispetto alle illustrazioni (era ora che si badasse anche a questo nelle fanzines) in
VOLONTA' D'AZIONE si respira un'aria piacevole, spesso ottimista e luminosa anche se
consapevole. Si «sente» che è frutto di gente giovane, che non vive in una grande città (come per
un'altra ottima fanzine, NASHVILLE SKYLINE di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso).
All'interno, materiale sul nuovo gruppo udinese Sabotaggio (che raccoglie eredità ed intenzioni di
molti piccoli gruppi locali in esso confluiti; presto un demo-tape in circolazione), Rivolta dell'Odio
(presto un loro nuovo disco), Millions of Dead Cops, Lost Cherrees, Chumbawamba, etc.
Nonostante sorgenti e segnalazioni siano in grande parte risultato di contatti e scambi con dei
gruppi musicali, VOLONTA' D'AZIONE valorizza il lato «contenutistico» piuttosto che quello
musicale, puntando ad informare, ad esempio, sul modo di vivere e pensare piuttosto che sul
numero di dischi e demotapes in circolazione, sull'attività sociale piuttosto che sul colore e la
foggia delle pettinature dei vari musicisti. Se avete perso il flexi-disc dei Crass che c'è nel iibro
«ANOK4U» della Catfood Press potete ritrovarlo in omaggio nella prima edizione di questa
fanzine. Prezzo a me sconosciuto (immagino non superiore alle 2.000 lire). Senz'altro una fanzine
da leggere e sostenere. Contatti c/o Davide Marchionni, viale Miramare 315, 34136 Trieste.
|