Rivista Anarchica Online
Il senso di un viaggio
di Pierre Porre
La mostra «Storia e geografia dell'anarchismo» dovrebbe presentarsi come una panoramica che
abbracci numerosi paesi, suddivisa in un centinaio di pannelli e composta di testi e di immagini.
Anche se la storia e la geografia dell'anarchismo non sono riducibili alle frontiere, si è pensato di
organizzare la mostra secondo i paesi in cui si sono svolte o si svolgono attività anarchiche. Alcuni
pannelli singoli illustrano i congressi internazionali, le emigrazioni di grande portata, gli storici
anarchici, la geografia libertaria di Eliseo Reclus, l'utopia di Ursula Le Guin... Per ciascun paese il testo e le immagini sono curati da un compagno o da un gruppo del paese
stesso. Il CIRA svolge una funzione coordinatrice. Immagini, foto, disegni, grafici e riproduzioni diverse illustrano avvenimenti, uomini, donne di cui
il testo parla o di cui, più brevemente, segnala la presenza. Da coloro che aprirono la via alle
pratiche e alle idee contro il dominio, a coloro che oggi continuano a seguirla e a rinnovarla. Al CIRA sta giungendo poco a poco il materiale riguardante alcuni paesi. Speriamo e attendiamo
ancora il materiale relativo a una trentina di paesi. Primi arrivi, quindi, e prime scoperte: non
possiamo descrivere il nostro stupore di fronte all'apparire di volti finora sconosciuti, di
pubblicazioni di cui non conoscevamo l'esistenza, di fatti e di gesti, di situazioni e di date che ci
erano ignoti. Piacere per le sorprese e piacere per le cose conosciute e ritrovate, per i viaggi nella
memoria. Spesso sono solo poche righe a proposito di un avvenimento (Italia - Nell'aprile 1877 agisce la
«Banda del Matese» ( ... ) vengono occupati temporaneamente alcuni villaggi tra i monti della
Basilicata e si proclama decaduto lo stato e con esso i codici, le imposte e la leva militare); un
nome di militante, l'anno della sua nascita e della sua morte e la descrizione dell'atto, dell'impresa
che ha compiuto (Belgio - 1906-1908 Emile Chapelier fonda la colonia «L'experience» a Stockel,
poi una tipografia a Boisfort con J. de Boe, R. Callemin, V. Kibltchiche); intensi periodi racchiusi
in una frase (Australia - L'I.W.W. punta di diamante della lotta antimilitarista contro il
coinvolgimento dell'Australia nella prima guerra mondiale); un tema sintetizza diversi episodi
(Francia - Gli attentati 1892-1894) o esperienze (Francia - Pedagogia libertaria: Paul Robin e
l'orfanotrofio di Cempuis, Sébastien Faure e la Ruche). ... Dall'inizio ai giorni nostri, passando per imprevedibili percorsi (molteplici scomparse di problemi e
persone, dissolvimento di un'organizzazione, improvvisa apparizione di una pubblicazione, di una
varietà di lotte e di militanti fino ad allora assente dalle correnti libertarie, nuove domande,
rinascita delle idee e ripresa delle attività), si tratta insomma di percezioni indicative della vita
variabile del movimento, dei suoi mezzi e dei suoi momenti migliori. Percezioni, punti di vista
precisi che nel complesso dovrebbero costituire una visione generale di un secolo di storia del
movimento anarchico. Sono privilegiate situazioni importanti rispetto a momenti normali, date
decisive rispetto a calendari monotoni, ma non solo. Alcuni aneddoti, alcuni problemi e passaggi
difficili sono affrontati con humour e nello spirito dell'ottimismo vengono dati alcuni annunci per
futuri appuntamenti (festa del centenario dell'anarchismo nel 1986 in Australia, nel 1987 in
Portogallo...). Quanto alle immagini, di tutte le dimensioni, poche a colori per comprensibili motivi, molti sono
ritratti, familiari o non comuni (scelti a secondo del luogo da cui la rivista arriva: Hem Day,
Cheitanov, Pietro Gori, Frederik Dreier...). Tra queste immagini anche numerosi giornali (primi
numeri, testate, titoli, illustrazioni); tutti gli angoli della terra, le città o i villaggi dove è passata
l'alta tensione libertaria; un graffito qui, una sigla là. Nei paragrafi precedenti ho tentato di descrivere e incuriosire, ma quale può essere il significato di
una simile mostra, qual è il valore di far leggere e vedere la storia e la geografia dell'anarchismo?
Nostalgia del movimento passato? Nodi in un enorme fazzoletto per ricordarci quel che ci resta da
fare? Conferma della giustezza delle nostre posizioni attuali? Identità di significato fondamentale e
varianti delle forme a seconda del tempo e dello spazio? Lezione che serva a non ripetere domani
gli errori di ieri? Processo mnemonico gigantesco per assicurare l'istruzione e la formazione dei
militanti di oggi? Spettacolo divertente della saga contro lo stato e lo sfruttamento? Altri motivi?
(Cancellate le tesi che vi sembrano inutili e/o spiacevoli). In questo momento mi frulla solo per la testa un verso di una canzone di Serge Ugte-Royo
(Cantautore anarchico di lingua francese): «Tous les copains de la Commune / Ne sont pas morts
sans rien laisser / Ils doivent nous garder rancune/ De laisser crever leur passé (...)» (Tutti i
compagni della Comune / non sono morti senza lasciare nulla / Essi devono guardarci con rancore
/ per lasciar morire il loro passato...). In che modo lo scontro del movimento anarchico del passato con le tendenze autoritarie del suo
tempo potrebbe essere utile al movimento anarchico contemporaneo nel suo confronto con le
tendenze autoritarie attuali, manifeste o latenti? La domanda resterà aperta così come le porte della mostra. E l'entrata e l'utilizzo di questa mostra
(farà il giro del mondo dopo il suo soggiorno veneziano?) saranno assolutamente liberi.
(traduzione di Fausta Bizzozzero)
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