Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 14 nr. 121
estate 1984


Rivista Anarchica Online

Venezia istruzioni per l'uso
a cura della Redazione

Meno quaranta. Mancano esattamente quaranta giorni (è il 16 agosto) all'inizio dell'incontro anarchico internazionale a Venezia. Come vanno le cose? Che aria tira? Che cosa c'è di sicuro e che cosa invece è ancora in ballo? Ne parliamo con i compagni e le compagne («in maggioranza siamo donne» sottolinea una) del Centro Studi Libertari «G. Pinelli», che dell'incontro sono i promotori ed i motori.
Quando abbiamo lanciato l'iniziativa, un anno e mezzo fa', eravamo convinti di proporci un obiettivo ambizioso. Oggi, a poco più di un mese dall'inizio, sappiamo che non è così: ci attendiamo un risultato decisamente superiore alle aspettative originarie. Siamo molto soddisfatti di come stanno andando le cose.
Soddisfazione ed ottimismo derivano innanzitutto dalla quantità di telefonate e lettere che quotidianamente arrivano al CSL, preannuncianti l'arrivo a Venezia di compagni da tutto il mondo: una cinquantina dalla Svezia (verranno con un pullman), una trentina dalla Yugoslavia, molte decine dagli Stati Uniti, ecc. Verrà anche una dalla Malesia, 5 da Hong Kong, un po' di gente anche dall'Australia, qualcuno forse anche dal Giappone e dalla Corea del Sud, alcuni da Israele.
Hanno risposto al nostro appello, interessatissimi, anche molti latinoamericani, ma a Venezia ne potranno venire pochissimi, a causa principalmente delle enormi difficoltà finanziarie (cambio sfavorevole, inflazione alle stelle, altissimi costi di viaggio). Hanno preannunciato la loro presenza anche numerosi compagni costretti all'esilio (dall'URSS, dalla Germania Orientale, anche dall'Iran: questi ultimi porteranno alla mostra dell'editoria e della stampa copie del loro giornale diffuso clandestinamente a Teheran). Per non parlare poi della partecipazione dei compagni italiani: ne verranno da ogni regione. Un sacco di gente, insomma.
L'incontro è stato organizzato prevedendo la partecipazione di 500/1.000 persone, ma oggi c'è chi è pronto a scommettere che (almeno sabato 29 e domenica 30) saranno molti di più.
Quel che è certo - sostengono - è che la risposta entusiastica e la preannunciata grande partecipazione dimostrano che la nostra proposta ha avuto successo perché è caduta in un momento estremamente favorevole, quando tale esigenza di incontro era maturata un po' in tutto il movimento anarchico internazionale. Va sottolineato anche il fatto che l'incontro si è presentato fìn dall'inizio come estraneo agli steccati organizzativi del movimento, con la volontà di superare quelle divisioni che certo ci sono (forse hanno tutti i diritti di esistere, ma dovrebbero comunque essere superate in questo che vuole essere un incontro di tutte le componenti del movimento anarchico e dell'area libertaria).
Suona il telefono. E' un giovane compagno che chiama dal Portogallo («E' la terza volta in pochi giorni - spiega una compagna - Ci chiede sempre nuove informazioni: telefona per conto di un gruppo. Verranno in molti anche da lì»). Riprendiamo il filo del discorso.
Un incontro, si diceva, non uno scontro. Questa è la filosofia dell'iniziativa. Non si tratta di un congresso, non ci sarà comunque nessuna «linea vincente».
E' in quest'ottica che le compagne/i del CSL ci tengono a chiarire che le questioni personali, le diatribe politiche ed organizzative non devono stravolgere i lavori: non è certo Venezia la sede adatta per risolverle.
Il CSL - affermano - intende comunque assicurare lo svolgimento del programma (specie in sede di Convegno di studi), perché è su questa base che la gente viene a Venezia (sostenendo spese tuttaltro che indifferenti).
Viene fuori l'esempio della Spagna, dove una virulenta polemica contrappone differenti settori che si autodefiniscono «la vera CNT».
Inutile chiudere gli occhi: ci sono grosse differenze che derivano anche da diverse interpretazioni sul «che fare» anarcosindacalista oggi. Tutto ciò ci interressa e andrà discusso. Ma i risvolti personali ed organizzativi, quelli no.
Profonde divergenze teoriche e pratiche e talora incancrenite opposizioni organizzative ci sono un po' dovunque, ma l'incontro non può e non deve essere un palcoscenico internazionale su cui recitare nevrosi individuali, frustrazioni collettive, rissosità settarie, prendendo a pretesto questo o quell'aspetto dell'incontro, questo o quel «nemico» reale o immaginario...
Veniamo al dunque. Chi verrà a Venezia, che cosa troverà? A quaranta giorni dal giorno X ci sono molte cose certe ed altre forzatamente incerte: il quadro completo ed il programma definitivo saranno disponibili solo all'inizio dell'incontro, il 24 settembre.
Partiamo dalle cose più sicure: per tutta l'ultima settimana di settembre avremo a nostra disposizione una grande piazza veneziana (Campo S. Margherita), che sarà innanzitutto luogo di discussione conviviale. Ci saranno tavoli e sedie per alcune centinaia di persone. In un angolo del Campo abbiamo previsto un «circolino», dove qualunque gruppo di compagni (prefissando lo spazio, in modo da permettere ad altri di fare lo stesso) potrà riunirsi, convocare assemblee, ecc. Già abbiamo ricevuto richieste in tal senso: una, per esempio, da un compagno australiano che ci tiene a chiarire agli interessati la situazione del movimento laggiù. Ci sarà poi una mostra/mercato dell'editoria e della stampa anarchica e libertaria internazionale. Un grosso stand accoglierà il materiale prodotto dalle case editrici e dai gruppi editoriali che hanno risposto al nostro invito ad esser presenti. Alcune centinaia di pasti al giorno, poi, saranno assicurati dal bar/ristorante anarchico che funzionerà durante l'intera settimana dell'incontro (tra parentesi, faremo prezzi inferiori a quelli correnti a Venezia). Sarà verosimilmente impossibile soddisfare la necessità (e le fami) di tutti i partecipanti. Un altro spazio del Campo sarà riservato agli spettacoli (teatro, musica, mimo, ecc.): sono già preannunciate performance di un gruppo musicale di donne di Aarau (Svizzera), del cantante belga Utge-Royo. Forse verranno anche Fabrizio De André, Gianna Nannini, Leo Ferré ed altri. Non ci saranno comunque maxi-concerti, che contrasterebbero con la filosofia dell'incontro: in ogni caso gli spettacoli avranno tempo e watt limitati.
Come si sono comportati gli enti pubblici rispetto all'organizzazione di questo incontro anarchico?
In maniera ambigua. Senza boicottarci apertamente, il Comune di Venezia (o meglio i comunisti, che hanno la maggioranza relativa) ci ha ostacolato in maniera sostanziale. Per esempio, ci ha tenuto in ballo per mesi, fino a metà luglio, per l'autorizzazione per Campo Santa Margherita. A tutt'oggi, poi, non ci ha ancora concesso gli spazi richiesti da mesi per la mostra su storia e geografia dell'anarchismo internazionale (vedi, più avanti, la scheda di Pierre Porre) né per quella su arte ed anarchia (comprendente un audiovisivo sul rapporto tra artista ed impegno sociale, nonché una serie di pannelli con riproduzioni di opere più o meno famose di artisti anarchici o che comunque hanno avuto rapporti con il movimento libertario). A causa di questo atteggiamento di boicottaggio passivo, sono saltate sia la rassegna cinematografica su cinema ed anarchia (una parte del materiale previsto sarà proiettato la sera in piazza) sia le mostre degli originali del pittore Enrico Baj (vedi, più avanti, l'intervista fattagli da Dario Bernardi e Fabio Santin) e dello scultore Alik Cavaliere. Entrambi avevano accolto il nostro invito e le mostre dei loro originali (tra cui il gigantesco murale di Baj «I funerali dell'anarchico Pinelli») si sarebbero benissimo inserite nel ricco panorama culturale di cui Venezia è promotrice e sede. Ma l'amministrazione comunale, così generosa nello sponsorizzare iniziative anche di dubbio valore, non ha trovato all'occasione i fondi (per lei pochissimi, per noi impensabili) necessari per le spese di trasporto e di assicurazione delle opere d'arte di Baj e Cavaliere. I quali, comunque, saranno presenti all'incontro, a «lavorare» sul campo.
Oltre a quelli già citati, numerosi sono stati gli uomini del mondo dell'arte, dello spettacolo, della cultura, ecc. (che in varia misura si riconoscono nell'area libertaria) che i compagni del CSL hanno avuto modo di contattare nel corso della preparazione dell'incontro. Con alcuni già c'erano rapporti, con altri no. In molti è stato riscontrato interesse e simpatia, alcuni poi hanno dato una mano e verranno a Venezia. Per esempio, il gallerista/editore/scrittore/ecc. Arturo Schwarz (che ha collaborato all'impostazione della mostra su arte ed anarchia, ed interverrà anche al Convegno di studi) e, in un settore decisamente diverso, Luigi Veronelli, che sarà a Venezia anche come «consulente enologico».
Di carne al fuoco (a proposito, al bar/ristorante anarchico si terranno presenti anche le esigenze dei vegetariani), di carne al fuoco - dicevamo - ce n'è molta. Inevitabilmente nel corso dell'incontro salteranno fuori carenze ed errori. Quelle/i del CSL ne sono ben consci.
Ma in definitiva - sottolineano - il «successo» dell'incontro dipende dalla partecipazione del movimento, da ciò che i compagni sapranno esprimere. Non si tratta di un grosso spettacolo cui si va ad assistere: è qualcosa di ben diverso. Noi abbiamo promosso quest'iniziativa, ci siamo impegnati per assicurare alcune strutture a nostro avviso essenziali, abbiamo fatto alcune proposte di discussione (principalmente con il Convegno di studi, che certo non esaurisce i molti temi che oggi vanno discussi), ecc. Ma per favore non attribuiamo a Venezia dei significati o delle potenzialità che non esistono.
Venezia non è la catarsi del movimento: è più semplicemente un momento, a livello internazionale, per discutere ciò che è e vorrebbe/dovrebbe essere il movimento anarchico oggi. E, dal punto di vista organizzativo, non ci si aspetti più di quanto ci si può aspettare da quattro gatti con quattro soldi. Anzi, anche sotto questo aspetto, si venga disposti a co-operare più che ad usufruire.