Rivista Anarchica Online
Venezia istruzioni per l'uso
a cura della Redazione
Meno quaranta. Mancano esattamente quaranta giorni (è il 16 agosto) all'inizio dell'incontro
anarchico internazionale a Venezia. Come vanno le cose? Che aria tira? Che cosa c'è di sicuro e che
cosa invece è ancora in ballo? Ne parliamo con i compagni e le compagne («in maggioranza siamo
donne» sottolinea una) del Centro Studi Libertari «G. Pinelli», che dell'incontro sono i promotori
ed i motori. Quando abbiamo lanciato l'iniziativa, un anno e mezzo fa', eravamo convinti di proporci un
obiettivo ambizioso. Oggi, a poco più di un mese dall'inizio, sappiamo che non è così: ci
attendiamo un risultato decisamente superiore alle aspettative originarie. Siamo molto soddisfatti
di come stanno andando le cose. Soddisfazione ed ottimismo derivano innanzitutto dalla quantità di telefonate e lettere che
quotidianamente arrivano al CSL, preannuncianti l'arrivo a Venezia di compagni da tutto il mondo:
una cinquantina dalla Svezia (verranno con un pullman), una trentina dalla Yugoslavia, molte
decine dagli Stati Uniti, ecc. Verrà anche una dalla Malesia, 5 da Hong Kong, un po' di gente anche
dall'Australia, qualcuno forse anche dal Giappone e dalla Corea del Sud, alcuni da Israele. Hanno risposto al nostro appello, interessatissimi, anche molti latinoamericani, ma a Venezia ne
potranno venire pochissimi, a causa principalmente delle enormi difficoltà finanziarie (cambio
sfavorevole, inflazione alle stelle, altissimi costi di viaggio). Hanno preannunciato la loro presenza
anche numerosi compagni costretti all'esilio (dall'URSS, dalla Germania Orientale, anche
dall'Iran: questi ultimi porteranno alla mostra dell'editoria e della stampa copie del loro giornale
diffuso clandestinamente a Teheran). Per non parlare poi della partecipazione dei compagni
italiani: ne verranno da ogni regione. Un sacco di gente, insomma. L'incontro è stato organizzato prevedendo la partecipazione di 500/1.000 persone, ma oggi c'è chi è
pronto a scommettere che (almeno sabato 29 e domenica 30) saranno molti di più. Quel che è certo - sostengono - è che la risposta entusiastica e la preannunciata grande
partecipazione dimostrano che la nostra proposta ha avuto successo perché è caduta in un
momento estremamente favorevole, quando tale esigenza di incontro era maturata un po' in tutto il
movimento anarchico internazionale. Va sottolineato anche il fatto che l'incontro si è presentato
fìn dall'inizio come estraneo agli steccati organizzativi del movimento, con la volontà di superare
quelle divisioni che certo ci sono (forse hanno tutti i diritti di esistere, ma dovrebbero comunque
essere superate in questo che vuole essere un incontro di tutte le componenti del movimento
anarchico e dell'area libertaria). Suona il telefono. E' un giovane compagno che chiama dal Portogallo («E' la terza volta in pochi
giorni - spiega una compagna - Ci chiede sempre nuove informazioni: telefona per conto di un
gruppo. Verranno in molti anche da lì»). Riprendiamo il filo del discorso. Un incontro, si diceva, non uno scontro. Questa è la filosofia dell'iniziativa. Non si tratta di un
congresso, non ci sarà comunque nessuna «linea vincente». E' in quest'ottica che le compagne/i del CSL ci tengono a chiarire che le questioni personali, le
diatribe politiche ed organizzative non devono stravolgere i lavori: non è certo Venezia la sede
adatta per risolverle. Il CSL - affermano - intende comunque assicurare lo svolgimento del programma (specie in sede di
Convegno di studi), perché è su questa base che la gente viene a Venezia (sostenendo spese
tuttaltro che indifferenti). Viene fuori l'esempio della Spagna, dove una virulenta polemica contrappone differenti settori che
si autodefiniscono «la vera CNT». Inutile chiudere gli occhi: ci sono grosse differenze che derivano anche da diverse interpretazioni
sul «che fare» anarcosindacalista oggi. Tutto ciò ci interressa e andrà discusso. Ma i risvolti
personali ed organizzativi, quelli no. Profonde divergenze teoriche e pratiche e talora incancrenite opposizioni organizzative ci sono un
po' dovunque, ma l'incontro non può e non deve essere un palcoscenico internazionale su cui
recitare nevrosi individuali, frustrazioni collettive, rissosità settarie, prendendo a pretesto questo o
quell'aspetto dell'incontro, questo o quel «nemico» reale o immaginario... Veniamo al dunque. Chi verrà a Venezia, che cosa troverà? A quaranta giorni dal giorno X ci sono
molte cose certe ed altre forzatamente incerte: il quadro completo ed il programma definitivo
saranno disponibili solo all'inizio dell'incontro, il 24 settembre. Partiamo dalle cose più sicure: per tutta l'ultima settimana di settembre avremo a nostra
disposizione una grande piazza veneziana (Campo S. Margherita), che sarà innanzitutto luogo di
discussione conviviale. Ci saranno tavoli e sedie per alcune centinaia di persone. In un angolo del
Campo abbiamo previsto un «circolino», dove qualunque gruppo di compagni (prefissando lo
spazio, in modo da permettere ad altri di fare lo stesso) potrà riunirsi, convocare assemblee, ecc.
Già abbiamo ricevuto richieste in tal senso: una, per esempio, da un compagno australiano che ci
tiene a chiarire agli interessati la situazione del movimento laggiù. Ci sarà poi una
mostra/mercato dell'editoria e della stampa anarchica e libertaria internazionale. Un grosso stand
accoglierà il materiale prodotto dalle case editrici e dai gruppi editoriali che hanno risposto al
nostro invito ad esser presenti. Alcune centinaia di pasti al giorno, poi, saranno assicurati dal
bar/ristorante anarchico che funzionerà durante l'intera settimana dell'incontro (tra parentesi,
faremo prezzi inferiori a quelli correnti a Venezia). Sarà verosimilmente impossibile soddisfare la
necessità (e le fami) di tutti i partecipanti. Un altro spazio del Campo sarà riservato agli spettacoli
(teatro, musica, mimo, ecc.): sono già preannunciate performance di un gruppo musicale di donne
di Aarau (Svizzera), del cantante belga Utge-Royo. Forse verranno anche Fabrizio De André,
Gianna Nannini, Leo Ferré ed altri. Non ci saranno comunque maxi-concerti, che
contrasterebbero con la filosofia dell'incontro: in ogni caso gli spettacoli avranno tempo e watt
limitati. Come si sono comportati gli enti pubblici rispetto all'organizzazione di questo incontro anarchico? In maniera ambigua. Senza boicottarci apertamente, il Comune di Venezia (o meglio i comunisti,
che hanno la maggioranza relativa) ci ha ostacolato in maniera sostanziale. Per esempio, ci ha
tenuto in ballo per mesi, fino a metà luglio, per l'autorizzazione per Campo Santa Margherita. A
tutt'oggi, poi, non ci ha ancora concesso gli spazi richiesti da mesi per la mostra su storia e
geografia dell'anarchismo internazionale (vedi, più avanti, la scheda di Pierre Porre) né per quella
su arte ed anarchia (comprendente un audiovisivo sul rapporto tra artista ed impegno sociale,
nonché una serie di pannelli con riproduzioni di opere più o meno famose di artisti anarchici o che
comunque hanno avuto rapporti con il movimento libertario). A causa di questo atteggiamento di
boicottaggio passivo, sono saltate sia la rassegna cinematografica su cinema ed anarchia (una
parte del materiale previsto sarà proiettato la sera in piazza) sia le mostre degli originali del
pittore Enrico Baj (vedi, più avanti, l'intervista fattagli da Dario Bernardi e Fabio Santin) e dello
scultore Alik Cavaliere. Entrambi avevano accolto il nostro invito e le mostre dei loro originali
(tra cui il gigantesco murale di Baj «I funerali dell'anarchico Pinelli») si sarebbero benissimo
inserite nel ricco panorama culturale di cui Venezia è promotrice e sede. Ma l'amministrazione
comunale, così generosa nello sponsorizzare iniziative anche di dubbio valore, non ha trovato
all'occasione i fondi (per lei pochissimi, per noi impensabili) necessari per le spese di trasporto e
di assicurazione delle opere d'arte di Baj e Cavaliere. I quali, comunque, saranno presenti
all'incontro, a «lavorare» sul campo. Oltre a quelli già citati, numerosi sono stati gli uomini del mondo dell'arte, dello spettacolo, della
cultura, ecc. (che in varia misura si riconoscono nell'area libertaria) che i compagni del CSL hanno
avuto modo di contattare nel corso della preparazione dell'incontro. Con alcuni già c'erano rapporti,
con altri no. In molti è stato riscontrato interesse e simpatia, alcuni poi hanno dato una mano e
verranno a Venezia. Per esempio, il gallerista/editore/scrittore/ecc. Arturo Schwarz (che ha
collaborato all'impostazione della mostra su arte ed anarchia, ed interverrà anche al Convegno di
studi) e, in un settore decisamente diverso, Luigi Veronelli, che sarà a Venezia anche come
«consulente enologico». Di carne al fuoco (a proposito, al bar/ristorante anarchico si terranno presenti anche le esigenze dei
vegetariani), di carne al fuoco - dicevamo - ce n'è molta. Inevitabilmente nel corso dell'incontro
salteranno fuori carenze ed errori. Quelle/i del CSL ne sono ben consci. Ma in definitiva - sottolineano - il «successo» dell'incontro dipende dalla partecipazione del
movimento, da ciò che i compagni sapranno esprimere. Non si tratta di un grosso spettacolo cui si
va ad assistere: è qualcosa di ben diverso. Noi abbiamo promosso quest'iniziativa, ci siamo
impegnati per assicurare alcune strutture a nostro avviso essenziali, abbiamo fatto alcune proposte
di discussione (principalmente con il Convegno di studi, che certo non esaurisce i molti temi che
oggi vanno discussi), ecc. Ma per favore non attribuiamo a Venezia dei significati o delle
potenzialità che non esistono. Venezia non è la catarsi del movimento: è più semplicemente un momento, a livello internazionale,
per discutere ciò che è e vorrebbe/dovrebbe essere il movimento anarchico oggi. E, dal punto di
vista organizzativo, non ci si aspetti più di quanto ci si può aspettare da quattro gatti con quattro
soldi. Anzi, anche sotto questo aspetto, si venga disposti a co-operare più che ad usufruire.
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